Liveblog: The World’s 50 Best Restaurants 2012

Dissapore segue in diretta la presentazione della 50 Best Restaurant 2012. La pagina NON si aggiorna in automatico, fate spesso refresh.

Ore 20:30 | Ah, la World’s 50 Best. Anzi, la The S. Pellegrino World’s 50 Best Restaurants (mi piace utilizzare la formula corretta per gratificare l’ufficio stampa e dare valore all’investimento del brand).

Ore 20:30 |Anche se questo non mi esime dal ricordarvi che l’acqua del rubinetto è gratuita, perfettamente potabile ed ecologica. Non comprate acqua in bottiglia!

Ore 20:30 | Questo colpo basso, ufficio stampa, è per non avermi invitato a Londra, costringendomi così a seguire quella che è ormai diventata la Notte degli Oscar del food dal mio divano.

Ore 20:30 | Se pensate di non potervi accontentare del mio liveblog, lo streaming della premiazione è disponibile qui, sulla pagina Facebook di Fine Dining Lovers (dovete prima apporre un “like”).

Ore 20:30 | Nelle puntate precedenti: l’edizione 2011 ha visto Rene Redzepi del Noma di Copenhagen al N°1 e Massimo Bottura dell’Osteria Francescana di Modena, primo tra gli italiani al N°4. Si dice che gli italiani soffricchieranno in quest’edizione della classifica: due ristoranti escono e altri perdono posizioni. Ohi ohi. Ma non esageriamo con gli spoiler.

Top Ten del 2011

Italiani nel 2011
 

Ore 20:40 | Questo, in breve, il bizantino meccanismo di votazione: “837 è il numero dei votanti dell’edizione 2012, un piccolo esercito di ristoratori, gastronomi e giornalisti, sensibili al lato più innovativo della ristorazione che guardano con curiosità e attenzione al mondo che cambia, anche tra i fornelli. In pratica come funziona? Il mondo viene suddiviso in 27 aree geografiche. Ognuno dei 31 votanti all’interno di ciascuna area è chiamato a segnalare i 7 ristoranti più interessanti visitati negli ultimi 18 mesi di cui almeno 3 al di fuori della zona geografica di appartenenza. Non esiste una regola da seguire per l’assegnazione del voto che è indipendente da elementi quali la categoria di appartenenza o ancora il genere di cucina proposto”.

Ore 20:4o | Insomma, “non esiste una regola da seguire”… C’è in realtà una regola non scritta: far incazzare a morte i francesi, che vedono come il fumo negli occhi una classifica che per due anni consecutivi ha decretato miglior ristorante di Parigi uno dei più celebri esempi di bistronomique di Francia: lo Chateaubriand dello chef Inaki Aizpitarte, dove la cena costa 50 minuscoli Euro.

Ore 20:50 | La domanda che tutti si pongono è: il Noma di Rene Redzepi confermerà la prima posizione, dando così prova dello stato di forma della cucina scandinava?

Ore 20:50 | Che poi c’è cucina scandinava e cucina scandinava. Ad esempio io oggi ho mangiato all’Ikea e (spoiler!) non credo entrerà in classifica.


Ore 20:57 |Sulle dolcissime note di Bon Iver è cominciato lo streaming. La sala si riempie lentamente, e insomma non sta accadendo nulla. Andate pure a prendere una birra, se succede qualcosa vi avviso.

Ore 20:59 | Tutto il ciddì di Bon Iver proprio.

Ore 21:18 | Si comincia. Nel frattempo l’ufficio stampa mi ha detto che il nome corretto è The World’s 50 Best Restaurants 2012, sponsored by S.Pellegrino and Acqua Panna. E che comunque a Londra non mi ci portano.

Ore 21:21 | “Abbiamo 10 anni anche se non li dimostriamo”, “Cos’è The World’s 50 Best? Non è solo una scusa per un party, anche se quella è una parte importante!”, “Come funziona la classifica? Vi giuriamo che non tiriamo i nomi fuori dal cappello!” LA SAGRA DELLO HUMOUR INGLESE.

Ore 21:24 | Pare ci sarà un after-party di Veuve Clicquot. La mia cena di purè Ikea è appena diventata del 50% più avvilente.

Ore 21:27 | I 4 numeri 1 della classifica (Blumenthal, Redzepi, Adrià e Keller) commentano cosa ha significato per loro questo riconoscimento. Al proposito, Rene Redzepi cita un suo tweet di ieri: “1204 persone sulla lista d’attesa di stasera. Stessa data nel 2008: 14 ospiti in tutto il giorno #fuckingfairytale [“un fottuto sogno”]”.

Ore 21:34 | “Voi da casa potete guardare la premiazione tutti nudi, invece i presenti in sala devono rimanere vestiti”. Eh.

Ore 21:37 | Il primo dei Premi Speciali, “The One to Watch”, va al ristorante La Grenouilliere. Al 49° un altro ristorante danese, Geranium, tra i boati degli altri chef nordici della sala. Al 46° il primo italiano, Il Canto di Paolo Lopriore, in discesa di 7 posizioni. “Una barba e un paio di occhiali, indispensabili per entrare nella classifica dei 50 Best. Una cucina da shock, che può essere confrontational ma di certo è sempre interessante”.

Ore 21:42 | Al 43° posto rientra The French Laundry, di Thomas Keller. Al numero 40, new-entry è Quique da Costa, aka il Paul McCartney della cucina spagnola (se l’ha detto Bob Noto, io mi fido). Il Veuve Clicquot Best Female Chef of The Year va a Elena Arzak, che sale sul palco a ritirare la Magnum di champagne (?) e il premietto. Certo che fanno rapidi, eh?

Ore 21:48 | Al numero 37 il Momofuku Ssam Bar di Dave Chang. Al 34, Faviken in Svezia: lo chef e la sua compagna si scambiano un bacino sulle labbra. Sono loro i Brangelina della serata! Al 32, Le Calandre, che il presentatore pronuncia alla francese, Le Calondr. Trés chic.

Ore 21:54 | Best Restaurant in Australasia, al N° 29, è Quay a Sidney. Best Restaurant in Asia, al 26° Iggy’s a Singapore. Al 24 rientra il Mirazur di Mentone. Conta come italiano? Io direi almeno al 50%.

Ore 22:00 | Thomas Keller, patron del The French Laundry,ritira il Lifetime Achievement Award, conferitogli per aver saputo conciliare elementi dell’alta cucina francese, ingredienti a km0 e sense of humour. “Voglio ricordare a tutti voi che ieri è storia, e quello che è davvero importante è domani. Dobbiamo essere d’esempio per la prossima generazione, perché siano più bravi di come siamo noi adesso”. Scusate, non avevo messo il disclaimer sui Kleenex.

Ore 22:06 | Siamo nella Top20: al numero 20 c’è lo One to Watch dell’anno scorso, Frantzen/lindeberg. Al 19° Le Bernardin di New York, “quello che forse è il migliore ristorante di pesce al mondo”. Al 18 L’Astrance, al 17 Pierre Gagnaire, al 16 L’Arpege, al 15 Le Chateaubriand, il cui staff indossa maschere in carta di Jamie Olivier (?!). Quanta Parigi tutta insieme!

Ore 22:10 | Al 13° posto il Fat Duck, fuori dalla Top10. Al 12, L’Atelier De Joel Robuchon, che scalza Le Chateubriand dalla posizione di primo ristorante parigino.

Ore 22:14 | Top10! Di già! Che fretta di andare all’after party di Veuve Clicquot hanno, questi privilegiati. Al N°9 la new entry più alta è il Dinner by Heston Blumenthal, guidato dallo chef Ashley Palmer-Watts (che nome deliziosamente british!), già Executive Head Chef del Gruppo Fat Duck. Al N°8 rimane Arzak. Al settimo posto Alinea di Chicago, definito “il modello del ristorante del futuro, solo che ci possiamo già mangiare ora”. Il Per Se di New York è al 6.

Ore 22:20 | Al numero 5, L’Osteria Francescana: “Pochi chef sono appassionati quanto Massimo Bottura! Gli ho parlato poco fa, è una persona così inspiring. Avrei voluto baciarlo e leccarlo tutta notte“. A quanto pare non siamo i soli a ormonare per Bottura.


Ore 22:22 | Il D.O.M di Alex Atala rosicchia altre 3 posizioni, e la folla impazzisce. Standing ovation per lo chef brasiliano che predilige prodotti locali e dell’Amazzonia. Lo Chef’s Choice Award, tributato lo scorso anno a Bottura, va quest’anno al N°3 Mugaritz di San Sebastian.

Ore 22:24 | Al numero 2, El Celler de Can Roca, dove le olive caramellate arrivano al tavolo su alberi bonsai. Qui la recensione di Dissapore dello scorso anno.

Ore 22:26 | Anche per quest’anno il Noma di Rene Redzepi rimane al primo posto!

Ore 22:28 | “Rene, ormai ci sei abituato, quindi magari vuoi dire qualcosa”, lo incalza il presentatore. Ma Redzepi lascia che a parlare per il Noma sia Ali, il lavapiatti gambiano del Noma a cui due anni fa fu negato dal Regno Unito il visto per partecipare alla cerimonia del World’s 50 Best. Salì ugualmente sul palco, sulla maglietta di Redzepi (grazie a Fabio Cagnetti per aver ricordato l’episodio).

Ore 22:59 | Un anno ingrato per l’Italia, che perde 3 dei 6 ristoranti nei primi 50 – escono Cracco, il Combal Zero di Davide Scabin e Dal Pescatore. In Europa, bene invece per Inghilterra e Germania (sì, volevo fare una battuta sulla Champions League. Me la rimangio). La Spagna resiste – ma non ci sono nomi nuovi. Il Nord Europa furoreggia. Bene anche gli Stati Uniti, mentre l’aumentato peso dell’Asia è testimoniato anche dalla scelta di inaugurare una classifica dedicata, la Asia’s 50 Best Restaurants.

Ore 23:11 | La tradizione anti-francese si dimostra: nessun ristorante nei primi 10. La honte!

Ore 23:13 | Sul sito ufficiale tutta la classifica dall’1 al 100 – perché sì, ce ne sono altri 50! Tra cui, new entry all’89° posto, il Piazza Duomo del talentuoso Enrico Crippa.