Tavolino selvaggio: lo stupefacente caso di via dei Banchi Vecchi

La saga dei gestori di bar e trattorie senza scrupoli e senza autorizzazione, pronti a tutto pur di occupare con tavoli e verande le strade del centro di Roma in vista dell’estate si arrichisce di un nuovo, STUPEFACENTE episodio. Nel fine settimana in via dei Banchi Vecchi 48, i gestori del ristorante-pizzeria “Il vecchio maniero” vengono fotografati dai residenti mentre sradicano dal manto stradale il cartello che segnala un parcheggio per disabili, alla luce del sole, come se niente fosse. E poco dopo, quando inchiodano al suolo l’arredo necessario per un grazioso dehor: vasi per le piante, stufe a gas, sedie e tovaglie coordinate per far colpo sui turisti in arrivo dalla vicina Campo dei Fiori.

Le prove vengono consegnate a Osvaldo Corsetti, presidente del primo municipio della Capitale, che la sera stessa, senza perdere tempo, chiede vigorosamente spiegazioni al gestore del locale. Un diverbio accesso, pure questo documentato dai cittadini romani e concluso solo con l’arrivo delle forze dell’ordine.

Risultato: doppio provvedimento contro il locale. Sia per occupazione abusiva di suolo pubblico, che per illecita rimozione di un segnale di sosta per disabili. Il giorno successivo gli operai comunali lavorano per ripristinare il parcheggio, il cartello e le strisce gialle per terra.

Sorprendente la replica di Roberto Macrì, direttore commerciale della catena di ristoranti del locale di via Banchi Vecchi, alle accuse dei cittandini romani ormai costretti a vivere in “una giungla dove vige la legge del più forte”.

“È una scelta imprenditoriale, come parcheggiare in divieto di sosta. Sai che rischi la multa ma corri il pericolo. E comunque quel parcheggio è intestato a una persona che a noi risulta deceduta”.

In realtà, la situazione di “tavolino selvaggio”, come la chiamano i giornali, sembra essere sfuggita di mano al Comune, abusivismo e segnalazioni si succedono, siamo ormai alla farsa dei tavolini rimossi e subito riposizionati in sfregio alla legalità.

Roma sembra l’elefante sul filo di una ragnatela che raccontiamo ai bambini per portarli a letto, tra monumenti storici a pezzi, la nuova metropolitana infinitamente costosa e le concessioni all’edilizia che partono sulla base di veri e propri ricatti, i ristoratori onesti non hanno più la forza di denunciare gli abusi.

A quando un grazioso dehor con tanto di lampade a gas al centro di Piazza Campidoglio? Anzi no, davanti all’ingresso della torre di papa Niccolò V, l’ufficio del caro sindaco Alemanno?

[Crediti | Link e immagini: Repubblica Roma, Il Messaggero]