Chiacchiere di Carnevale, la ricetta di Iginio Massari

Le chiacchiere, il dolce di Carnevale più diffuso in Italia, secondo la ricetta di Iginio Massari, grande maestro di pasticceria

Chiacchiere di Carnevale, la ricetta di Iginio Massari

Odore di fritto. Sul pianerottolo, fritto. Nel portone, fritto. Per le scale, fritto. Il fritto  non si deposita solo su vestiti e cappotti, ce l’avete dentro, è parte di voi. Padellate d’olio come acqua battesimale, durante il periodo di Carnevale  friggiamo anche le posate: se non è unto  non ci piace, se è dolce e grasso ci facciamo il bagno dentro.

Chiacchiere, Bugie, cenci, cròstoli o grostoli, stracci, pampuglie, sprelle, frappe, sfrappe (oppure sfrappole!), sono loro la vera attrazione della festa. Spesso vendute a prezzi esorbitanti, a volte cotte al forno, comunque preparate con ingredienti semplici. Farina, uova, zucchero, poco burro ed un bicchierino di liquore, ritagliate in una moltitudine non codificata di forme, necessariamente friabili, leggere e fondenti.

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Pronto, c’è Iginio?

Dopo la ricetta delle frittelle di mele ci abbiamo preso gusto, decidiamo di importunare nuovamente lui, Iginio Massari. Il pasticcere dei tituli, per elencare tutti i suoi riconoscimenti dovrei prendere delle ferie. Ha un fan club con migliaia di iscritti, i colleghi lo venerano, la gente fa la fila per mangiare il suo panettone: talmente carismatico che riesce a dare un senso anche a programmi televisivi come Masterchef.

Oltre a scandire pazientemente la ricetta, quella contenuta nell’iconico librone Non Solo Zucchero vol.2, neutralizza tutti i miei quesiti da rompina con la calma di un monaco buddista.
Si vede che avrò “rispettato il tema”. Procediamo.

Farina forte, chi l’avrebbe mai detto

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La farina ricca di proteine ha la capacità di gonfiarsi in fase di cottura, rendendo questo fritto leggero, poiché assorbe pochissimo olio.

“Riposo” dell’impasto. Devo proprio?

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Il riposo dell’impasto serve per facilitare le “tirate”, per formare lo strato sottile di pasta, ma una volta stesa sottilmente bisogna cuocerla subito per far sviluppare le bolle.

Componente alcolica, qual è la sua funzione

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L’alcol è un induritore cellulare e in questo caso anche un aroma. Inoltre rende il fritto più colorito e appetibile. L’alcol evapora a 45°C e fa anche da lievito rapido.

Perché prediligere olio di arachidi e qual è la temperatura adeguata a questo tipo di fritto

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L’olio di arachidi o di girasole dà delle sensazioni di leggerezza.Non tutti gli oli o grassi sono ideali per questi fritti e non tutti i fritti chiedono di essere croccanti
La temperatura ideale è di 176°C , è importante friggere per pochi secondi, sia sopra che sotto

E a quelli che usano il lievito chimico cosa diciamo?

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Se s’incorpora il lievito chimico , la pasta deve essere più spessa, le cotture prolungate, ci sarà più assorbimento di olio in cottura.

Io non utilizzo lievito chimico . Non serve.

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Chicca: “Quando si cuoce bisogna prestare attenzione alla quantità di vapore che fuoriesce, quando diminuisce troppo, viene a mancare la pressione nella pasta e entra con prepotenza il grasso di frittura.”

Insomma, avete sentito l’oracolo?

La ricetta perfetta delle chiacchiere di Carnevale di Iginio Massari

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Ingredienti

  • 500 gr di farina forte 300-320W (potete sostituirla con una farina tipo Manitoba tagliata con un 20% di farina 00 comune)
  • 60 gr di zucchero semolato
  • 60 gr di burro morbido
  • 175 gr di uova intere (3 – 4)
  • 4 gr di sale
  • scorza di 1 limone
  • 50 gr di Marsala
  • Olio di semi di arachide per la frittura

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Prima di iniziare tiro fuori il burro dal frigorifero e attendo pazientemente che diventi morbido. Setaccio la farina in una ciotola bella ampia e aggiungo lo zucchero semolato ed il burro. A parte batto le uova con un pizzico di sale, serve ad amalgamare il tuorlo con l’albume, peso il tutto e verso nella ciotola di prima.

Unisco il sale, il Marsala e la scorza del limone grattugiata finemente. Finemente, scriviamolo di nuovo, perché se vi si incastra una scorzetta nei rulli della macchina ve la prendete con me. Impasto il tutto velocemente, giusto il tempo per fare assorbire i liquidi, e mi sposto sul tagliere

Lavoro bene l’impasto fino ad ottenere un panetto liscio e sodo, avvolgo la mia palletta nella pellicola e lascio riposare per un’ora a temperatura ambiente. Col matterello ho un rapporto difficile, quindi getto le remore nell’organico e afferro l’aggeggio per tirar la pasta. Prelevo poco impasto e tiro la sfoglia gradualmente, fino ad arrivare all’ultima tacca.

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Ritaglio dei rettangoli non troppo precisi e faccio due segnetti al centro con la rotellina. E’ importante bucare la pasta prima della frittura (o le vostre chiacchiere diventeranno un unica bolla gigante) e soprattutto friggere in più momenti, per evitare che l’impasto si secchi.

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Mi dirigo verso i fornelli e metto su l’olio, la temperatura deve raggiungere i 175°-180°, e friggo pochi pezzi alla volta. La sfoglia è così sottile che le chiacchiere cuoceranno in pochi secondi.

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Scolo con un mestolo forato e poggio su un vassoio rivestito di carta da cucina. Servo con una generosa spolverata di zucchero a velo leggermente vanigliato.

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Adesso non vi resta che recuperare quei due o tre ingredienti e provarci. Fatelo, o vi mando a casa Iginio.

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Non so se siete al corrente, ma il Maestro, tra le tante cose, ha anche un passato da pugile.

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[Crediti | Immagini: Rossella Neiadin]