Ristoranti: una breve guida a tutto quello che rovina la cena

Cosa vi manda di traverso il cibo e rovina completamente l'atmosfera al ristorante? Ecco il nostro elenco in 12 punti

Ristoranti: una breve guida a tutto quello che rovina la cena

Si fa presto a dire “ho mangiato bene”. No, forse non si fa così presto, ma mettiamo il caso. Ci sono innumerevoli questioni che possono rovinare l’atmosfera e anche l’idillio con il vostro piatto del cuore.

Reduce da un’esperienza tragicomica nella quale ho sommato una serie di nefaste circostanze negative, ho deciso di stilare una lista delle cose che ci mandano il cibo di traverso quando mangiamo al ristorante o in pizzeria.

In attesa, naturalmente, che anche voi mi diate una mano ricordando quella volta che la cena vi è andata di traverso per motivi esterni al boccone.

1. TAVOLO BALLERINO

Un accidente che non conosce confini geografici, sempre d’attualità, alla cui risoluzione stanno lavorando le più brillanti menti del Cern, ma siamo ancora lontani dalla soluzione.

Ammesso e non concesso che ai tavolini delle sale esterne, o quelli sulle vie di Trastevere per capirsi, è opera divina dare stabilità, ricordo ai ristoratori che mangiare in punta di forchetta per paura del ribaltone non è proprio lo sport preferito dagli italiani.

2. CAMERIERE VEGGENTE

Avete presente la figura mai abbastanza rara del cameriere che vi consiglia di non prendere il secondo piatto perché da preveggente qual è sa che non non arriverete vivi e vegeti alla fine delle due portate?

Il fatto di essere esili, poi, è un’aggravante per tale irritante tipologia umana che si sente a darti consigli non richiesti mettendoti forzosamente a dieta.

3. VICINO STRILLONE

Una delle cose che riesce a rovinare l’atmosfera della cena rilassante è il vicino di tavolo con conclamati problemi di udito e con la capacità di emettere gli ultrasuoni delle scimmie urlatrici.

Per intendersi, è lo stesso che, nonostante lo si guardi torvo e con fare ammonitorio affinché abbassi la voce, riesce a sortire l’effetto contrario spingendo tutto il locale ad alzare la voce creando quelle atmosfere al limite dei decibel sopportabili.

4. PLAYLIST LOUNGE

Accade spesso in locali a bordo lago o sul mare. Accade anche nei ristoranti un po’ shabby chic e, a pensarci bene, succede ovunque, soprattutto dove la personalità non è proprio la qualità migliore del locale.

La celeberrima colonna sonora lounge della cena, forzosamente rilassante, riesce a farmi odiare anche tutto il contesto, solo dopo 15 minuti. Pensate che alla fine della cena sento fortissimo l’istinto di sparare a tutto volume persino Fedez. E ho detto tutto.

5. GHIACCIO E LIMONE DI DEFAULT

Vi sarà capitato di ordinare una Coca Cola con una pizza, vero? Certo, forse non va più di moda, ma ci sono momenti che delle mode me ne infischio alla grande e la Coca Cola, ogni tanto, non me la leva nessuno.

Vi sarà quindi capitato che, senza avvisarvi preventivamente del misfatto, qualcuno vi abbia portato anche un bel bicchiere tumbler riempito di ghiaccio e di limone. Situazione urticante.

6. ORDA DI BAMBINI CHE GIOCANO A NASCONDINO

Avete invitato a cena l’amico del cuore, mettiamo il caso. Non lo vedete da troppo, avete un sacco di cose da raccontare, state così bene che potreste anche essere in una bettola: tutto è concesso.

C’è una sola eccezione: l’orda festante di bambini allo stato brado sguinzagliati da genitori sull’orlo di una crisi di nervi. Corrono, inciampano nelle sedie, sbattono sulle gambe dei camerieri disperati e impotenti. Avrebbero fatto passare la fame anche a Madre Teresa di Calcutta.

7. PUZZA DI FRITTO ASSASSINA

Il dubbio ti coglie appena hai messo piede nel ristorante (spesso cinese, ma non è detto). E’ troppo tardi: le tue sensazioni iniziali si affievoliranno e la puzza di fritto diventerà parte dell’arredamento, senza che ci facciate più tanto caso. Ma poi la cena finisce e ci si rinfila in macchina per tornare verso casa.

E’ in quel preciso istante che realizzate di avere in tasca un involtino primavera, deve essere caduto per sbaglio al cameriere nella vostra giacca, chissà. Basta un attimo per capire che no, non c’entra l’involtino e che dai capelli alle unghie dei piedi la puzza di fritto vi ha attanagliato con le sue grinfie assassine.

8. MENU ROCOCO’

Ne abbiamo parlato più volte, e ancora c’è chi vuole farci andare il cibo di traverso proponendoci il menu alla stregua di un romanzo autobiografico.

La lasagnetta coi suoi petali croccanti; il risottino alla maniera dello chef. Dovrebbero sopprimerli da piccoli, loro e le velleità poetiche che si portano appresso dalle scuole elementari.

9. TV IN PIZZERIA

Le brutte abitudini non muoiono mai. Non troppo gradita ma ammessa nei pub, soprattutto in concomitanza di eventi nazional-popolari come i mondiali di calcio, la tv in pizzeria, spesso sintonizzata su canali improbabili, è un retaggio d’altri tempi.

Non come gli specchi da osteria, oggi ritornati in auge, piuttosto come un ferro vecchio che andrebbe archiviato.

10. FILASTROCCA DEI DESSERT

Menzione speciale per lo stacanovista della sala che ogni giorno impara a memoria la tiritera dei dessert e la proclama a una velocità tale da mandare in tilt persino Branduardi.

Alla fine della filastrocca non vi ricorderete nemmeno da dove abbia iniziato e, dopo la terza ripetizione consecutiva, sentendovi un po’ storditi, sarete costretti a ordinare “l’ultimo che hai detto”.

11. SUPPLEMENTO SELVAGGIO

Vada per l’aggiunta di un ingrediente sulla pizza. Vada anche per la mancia se siete oltreoceano. Mi risulta sempre indigesto, invece, il supplemento metafisico per il pane, o per altre suppellettili che dovrebbero far parte del gioco.

Una volta ho pagato anche il supplemento “vista”: quelli non mi vedono più.

12. BOTTIGLIA D’OLIO RICICLATA E UNTA

Pausa pranzo; ordinate un’insalata altrimenti il pomeriggio durante la digestione sarà in salita. Fino a qui tutto bene. Fino a quando vi viene gentilmente posato sul tavolo il kit dei condimenti.

E’ lì che si misura il ristorante: diffidare sempre dal locale che vi propina la bottiglia d’olio bisunta con l’etichetta mangiucchiata dall’usura e illeggibile. Sì, esistono ancora quelli per cui il tappo anti-rabbocco è pura utopia.