Piatti pronti: i mostri del frigo a cui non sempre diciamo no

In Italia, negli ultimi anni, i piatti pronti hanno conosciuto un successo impetuoso, l'industria del convenience food è sempre più prospera. Ma c'è un limite. Ecco una lista delle peggiori nefandezze che vorrebbero farci mangiare, a cui noi abbiamo detto no

Piatti pronti: i mostri del frigo a cui non sempre diciamo no

Tutti abbiamo un lato oscuro, un segreto inconfessabile che cerchiamo di tenere nascosto al mondo. Siamo un po’ Walter White di Breaking Bad, in altalena tra il bene e il male, tra i sapori buoni e giusti e la tentazione di mangiare la cosa sbagliata.

Analizzando l’impetuoso successo dei piatti pronti negli ultimi anni verrebbe da dire che siamo un popolo di divoratori di prodotti tipici solo a parole, perché poi in segreto, tra le mura domestiche, quando amici e colleghi non ci possono vedere, ecco spuntare dal freezer la cena sotto forma di piatto pronto che di tipico mantiene solo il nome.

Perché ammettiamolo dai, anche noi almeno una volta abbiamo avuto un incontro ravvicinato con il convenience food, come lo chiamano alcuni con una traduzione letterale che, per una volta, rende l’idea.

Cadute di stile temporanee, B-sides, piccoli scivoloni, tentazioni a cui non sappiamo dire di no

Cibi “da far saltare in padella” (stir fry) o cotti e surgelati in un unico blocco (ready meals) che per scelta o per obbligo abbiamo assaggiato, è inutile negarlo, ricavando a volte godimento, nel loro unto, salato sughetto monogusto.

Sì, però c’è un limite. Il mercato del convenience food che conta oggi in Italia 3000 aziende per 4.500 dipendenti (anche se Nestlè e Sagit lo controllano per il 90%) si è spinto oltre.

Ecco una lista delle peggiori nefandezze che vorrebbero farci mangiare nei momenti di debolezza. Io, a queste, ho detto no.

Vi sentite eroici anche voi?

COTOLETTE SPUGNOSE BRUCERETE ALL’INFERNO

Nella vita le cose cambiano, e se qualche volta in passato vi siete concessi il “lusso” di una simil-cotoletta, ma chiamiamola con il suo nome, Spinacina, è arrivato il momento di voltare pagina.

Per me, ad esempio, che una volta ne andavo matta, tutto è cambiato da quando ho scoperto che dentro c’è carne separata meccanicamente, ovvero belzebù in carne e ossa (soprattutto ossa!). Va bene il piatto pronto, va bene soffrire del letale mix di fame e fretta, ma questo non dovreste sopportarlo nemmeno voi.

PIZZA SURGELATA, ANTITESI DEL BUONO

pizza surgelata in forno

Mi rendo conto di chiedervi uno sforzo enorme di auto-sputtanamento. La pizza surgelata, anche se è una cosa che vi garantisce un posto certo nei gironi danteschi più macabri, l’avete provata anche voi almeno una volta.

Io, dopo 15 anni, di recente (complice uno spirito di immolazione per il bene altrui e per la scienza gastronomica) l’ho riprovata. E, ora, credo ne passeranno altri 25 prima che io senta di nuovo tutta questa filantropia.

PIRAMIDE DI RISOTTO PER NOVELLI FARAONI DA MICROONDE

La tecnologia in cucina ha raggiunto livelli fino a qualche tempo fa impensabili. E le multinazionali del “già pronto” sono avanguardisticamente “sul pezzo”.

Con i piatti pronti da cuocere dentro una piramide di plastichina, siamo allo Zenit per la categoria umana che “qualsiasi cosa sia tecnologia, io la compro”. Ma, vi assicuro, il risotto ai funghi in piramide lasciatelo dove lo avete trovato.

Nessuno si senta escluso: nemmeno tu. Sì, perché anche tu hai i tuoi scheletri nell’armadio. Io, ad esempio, continuo a mangiare impunemente i bastoncini del capitano, sgravando la mia coscienza gastro-chic e adducendo psicanalitici transfert posticci.

La realtà è che mi sa che mi piacciono.

SOFFICINI, QUANDO SI DEVE DIRE “BASTA”

sofficini

Alzi la mano chi non li ha mai provati. Gli originali sono stati scopiazzati in mille salse, ma nessuna di queste varianti è mai riuscita a convincermi, nonostante ogni tanto ricada nella trappola. I peggiori sono quelli ai funghi, ma non riesco a salvarne nemmeno uno tra gli altri gusti.

Semplicemente, credo che abbiano fatto il loro tempo, aiutando le mamme in crisi di fantasia culinaria e facendo la gioia degli studenti fuori sede. Ora, però, è venuto il momento di dire basta.

PATATE, ROSMARINO E GRAZIOSI DADINI DI BIS-UNTO

Mi pento e mi dolgo dei miei peccati: nel mio freezer, dopo una lunga fase di redenzione, non troverete più quella confortante confezione di patate precotte e rosmarinate a dovere. Non più, perché non posso più sopportare la tragedia visiva del condimento porzionato a dadini.

Quel magma di olio di olio di girasole, aglio e rosmarino cristallizzato, dalla forma di cubetto Lego è una cosa che oggi va al di là delle mie tolleranze alimentari.

Ho i brividi al pensiero di quante volte quel piccolo unto geometrico si sciogliesse nella mia padella assumendo una colorazione grigio-verdognola poco rassicurante. Non peccherò più.

[Crediti | Link: Repubblica]