Dieta vegana: bimba di 2 anni in rianimazione a Genova

A Genova ricovero urgente per sospetti danni neurologici e difficoltà nei movimenti di una bambina di due anni, Chiara, nutrita dai genitori con una dieta interamente vegana. Adesso la bambina sta bene

Dieta vegana: bimba di 2 anni in rianimazione a Genova

Ieri Chiara, nemmeno tre anni, è arrivata al pronto soccorso dell’ospedale pediatrico Gaslini di Genova “in condizioni gravissime“. Tanto che è stata trasferita immediatamente al reparto di rianimazione in condizioni di forte carenza di vitamina B12, peso nettamente sotto il percentile di riferimento, scarsa reattività e movimenti rallentati.

Un quadro clinico compatibile con gli effetti di una dieta vegana su un bambino piccolo.

Stando alle prime ricostruzioni fatte dalla struttura sanitaria, i genitori di Chiara seguono la dieta vegana, cioè un regime alimentare privo di cibo di provenienza animale, che hanno deciso di far seguire anche alla bambina.

I pediatri sono in allarme perché sempre più bambini mangiano vegano, e compensare l’assenza di carne, latte e uova è difficile, spesso c’è carenza di vitamina B12. Non per niente in ospedale i casi di malnutrizione relativi a bambini anche piccolissimi aumentano, con danni riscontrabili anche dopo anni.

I bambini non sanno di essere, o dover essere, onnivori, carnivori, vegani o vegetariani. Loro non sanno nemmeno da che parte sono girati: dipendono da noi, totalmente. Anche, e soprattutto, in ciò che gli somministriamo come nutrimento partendo dal primissimo cibo: il latte della mamma.

Chiara è stata allattata a lungo dalla madre, che anche durante questo periodo avrebbe seguito il regime dietetico vegano.

E proprio considerando il latte materno, primo e unico alimento per i lattanti, i pediatri lanciano l’allarme: il latte proveniente da mamme vegane è carente, c’entra sempre lei, l’ormai famigerata vitamina B12 (presente in carne, pesce, uova e latte).

E i bambini finiscono all’ospedale.

Anche perché, come nel caso di Chiara, con lo svezzamento, le abitudini alimentari della famiglia si estendono ai figli anche dopo lo svezzamento.

Adesso la bambina sta meglio, ha iniziato a riprendersi, ma solo una serie di esami potrà accertare se abbia riportato danni neurologici permanenti, mentre i sanitari sono fiduciosi di recuperare alla funzionalità l’apparato muscolare.

La dieta vegana è un regime alimentare molto rigido, con i supplementi è teoricamente possibile farla seguire a un bambino ma solo a condizione che venga accudito con controlli continui da un pediatra, pronto a intervenire quando le carenze di vitamine diventano pericolose per i piccoli.

E anche avendo le competenze di un professionista con anni di studio e pratica alle spalle non è semplice, figuriamoci per dei genitori dietisti improvvisati, per quanto di buona volontà.

Per questo i pediatri non discutono le scelte delle famiglie (anzi, in alcune città come Genova si può chiedere per il proprio figlio, a scuola, un regime alimentare vegano, ma solo dopo aver presentato un certificato medico), tuttavia chiedono la certezza che uno di loro segua il bambino mettendolo al riparo dai danni.

Danni che spesso valgono ai genitori una segnalazione per maltrattamenti al Tribunale dei minori da parte dell’ospedale ma che soprattutto, nei casi più gravi, portano i bambini a ritardi psicomotori gravissimi o, nel peggiore dei casi, irreversibili.

Sicuri che sia proprio quello che vogliamo?

[Crediti | Repubblica, link: TgCom, Dissapore]