Cosa succede al Made in Italy con il semaforo sugli alimenti

Sei multinazionali propongono di estendere fuori dal Regno Unito il sistema di valutazione dei cibi cosiddetto semaforo, già contestato dall'Unione Europea. Insorge Confindustria per il rischio che corre il Made in Italy

Cosa succede al Made in Italy con il semaforo sugli alimenti

Prosciutto di Parma? Semaforo rosso.

Parmigiano Reggiano? Idem, assieme al suo compagno di merende Grana Padano.

Gorgonzola morbido e cremoso? Semaforo rosso che più rosso non si può. Anzi, addirittura viola. E non parliamo dell’olio extravergine di oliva, rosso allo stato puro.

Eccoli lì, i nostri amati prodotti nazionali, vanto della produzione enogastronomica, tutti in fila sugli scaffali dei supermercati con il loro bel bollino rosso, la loro personale “lettera scarlatta” simbolo di empietà e di sicura minaccia per la nostra salute.

Oltretutto, costretti a subire l’onta di essere magari collocati vicino a lattine di Coca o Pepsi Cola che, grazie  al sempre più  massiccio impiego di edulcoranti artificiali a minor apporto calorico, potranno fregiarsi di uno smagliante e salutare bollino verde.

Sembra un paradosso, eppure questo è lo spettacolo a cui potremmo assistere nei nostri supermercati se sei multinazionali dell’industria alimentare, e più precisamente Coca-Cola, PepsiCo, Mars, Mondelez, Nestlé e Unilever, riusciranno a imporre in Europa il loro progetto di informazione ai consumatori noto come “semaforo”.

Il sistema, già noto presso la grande distribuzione inglese con il nome di traffic lights system, prevede di condensare informazioni nutrizionali come apporto calorico, grassi o zuccheri presenti nei prodotti con l’impiego di tre semplici bollini colorati, proprio come un semaforo.

Il bollino verde indica un prodotto sano, da acquistare in tutta tranquillità, il giallo così così mentre il bollino rosso segnala,  senza tanti giri di parole, un prodotto poco o per nulla salutare: potranno essere i grassi, gli zuccheri o il sale, ma il bollino colorato svolgerà diligentemente  la sua  funzione di tenerci lontano  o comunque di avvertici dei danni potenziali a fegato o coronarie se caso mai volessimo ignorare il saggio avvertimento.

Le sei multinazionali hanno infatti  appena diffuso un comunicato dove informano di lavorare a un progetto comune per applicare il sistema del semaforo a tutti i loro prodotti in vendita in Europa. E c’è da star sicuri che, grazie a ridotti apporti calorici o  al ricorso massiccio a edulcoranti di sintesi, avranno tutti un bel bollino verde.

Non così invece per molte specialità made in Italy quali olio, salumi e formaggi, che anche qualora non corredate di infamante bollino rosso –non potendo il sistema di bollinatura al vaglio dalle sei multinazionali essere reso vincolante e obbligatorio per tutti i prodotti– si troverebbero a essere esposte nei supermercati prive di bollino, magari a fianco di prodotti con rassicurante bollino verde, mandando quindi un eloquente segnale che terrebbe a distanza i consumatori più attenti alla salute.

Confindustria ha già preso posizione attraverso  un comunicato, accusando le sei multinazionali di voler imporre in Europa, a proprio esclusivo vantaggio, un sistema grossolano e penalizzante per il made in Italy, in grado di massificare e appiattire i consumi alimentari, a tutto svantaggio dei nostri prodotti.

Questo non significa comunque che i prodotti made in Italy non debbano, in nome della tradizione, allinearsi con le più salutari indicazioni nutrizionali.

La crescente sensibilità dei consumatori verso la salute e il cibo che si porta ogni giorno in tavola ha già portato le industrie alimentari nazionali a muoversi verso una sempre maggiore trasparenza e verso l’offerta di prodotti più sani, senza comunque bisogno di rinunciare al gusto e alla qualità che da sempre contraddistinguono i nostri prodotti tipici.

E, soprattutto, senza bisogno di approssimativi, fuorvianti bollini colorati.

[Crediti | Link: Ansa, Dissapore]