Ma quale crema anti età: il sushi ci salva dall’invecchiamento

Il sushi, sashimi e tartare, fanno molto bene al nostro organismo. Molti nutrienti contenuti in essi sono termosensibili, e consumare i prodotti crudi aiuta il nostro organismo ad assimilare meglio gli Omega3, lo zinco, la Taurina ed alcune proteine del gruppo B.

Ma quale crema anti età: il sushi ci salva dall’invecchiamento

Sushi come elisir di giovinezza. Se da bravi italiani amanti della cucina giapponese stavamo cercando una nuova scusa per nutrirci di sushi, sashimi e chirashi (pesce servito sul riso, all’interno di una ciotola), e più in generale di pesce crudo, incluse le richiestissime tartare di tonno, pesce spada o alalunga, adesso l’abbiamo trovata.

Sono tutti alimenti e piatti ricchi di antiossidanti e principi antiage come gli Omega 3, sostanze che svolgono un’azione preventiva nei confronti di molte malattie e che, in particolare, idratano, nutrono, e mantengono la compostezza della pelle.

Se degli Omega3 conoscevamo già le proprietà benefiche, meno note erano le ricadute positive su fragilità dei tessuti e caduta dei capelli. Invece sono in grado di proteggere la pelle, la parte di noi più vulnerabile al tempo che passa.

Il professor Massimo Cocchi, docente di Nutrizione alla Libera Università di Malta, ha riassunto per La Repubblica (non online) le numerose proprietà del pesce crudo:

“Alcune ricerche condotte negli Stati Uniti hanno ipotizzato che gli Omega 3 contribuiscano a frenare l’accorciamento dei telomeri, i cappelli protettivi dei cromosomi che trasportano il Dna. Accorciamento che è tra le cause principali della rapidità di invecchiamento. Più lentamente avviene l’accorciamento dei telomeri, più a lungo rimaniamo giovani”.

Il pesce crudo è ricco di vitamina E e D, allo stesso tempo porta in dote grassi polinsaturi e, come detto, i salutari Omega 3. Che sono termolabili, cioè sensibili al calore. Di conseguenza, per non perderne i benefici effetti è consigliabile assumerli consumando sushi e tartare.

Consigliatissimi alici, tonno e salmone, preferibilmente selvatico (il grasso e le sostanze nutritive sono distribuite meglio all’interno delle carni). E ovviamente il pesce azzurro: sgombri, sarde, aguglie, acciughe andrebbero consumate almeno due volte a settimana.

Un’altra dote non troppo conosciuta del pesce crudo è la ricchezza di proteine B2, B5 e B8, zinco e del Co-Enzima Q10, che aiuta l’assorbimento delle vitamine e l’attività metabolica. Contiene anche la taurina, che contrasta la formazione dei radicali liberi, co-responsabili dell’invecchiamento, e combatte la produzione degli ossidi che danneggiano le cellule.

Questa serie di notizie bellissime non deve farci dimenticare la prudenza. Se il pesce è cotto non ci sono problemi, ma se è crudo va tenuto nel congelatore per 96 ore prima di essere mangiato.

Così si evitano nausea, vomito, asma, allergie, e accidenti più seri, cioè gli effetti dell’anisakis: un parassita subdolo (a volte mortale) che infesta le viscere di tonni, salmoni, sardine, merluzzi, naselli, acciughe. In pratica due terzi dei pesci che arrivano sui nostri mercati.

[Crediti | La Repubblica, link: Dissapore]