Cos’è il Fipronil, com’è finito nelle uova e cosa rischiamo davvero

Tutto quello che bisogna sapere sulle uova al Fipronil, cos'è l'antiparassitario, com'è finito nelle uova, e che cosa rischiamo davvero

Cos’è il Fipronil, com’è finito nelle uova e cosa rischiamo davvero

Alla fine, la psicosi delle uova all’insetticida ha colpito l’Italia.

Anche il nostro Paese, ha informato l’Unione europea, risulta tra i quindici in cui sono state commercializzate le uova al Fipronil, insetticida tossico per l’uomo usato in veterinaria contro i parassiti degli animali domestici, il cui impiego è vietato negli allevamenti di animali della catena alimentare in tutta l’Unione.

Tre lotti, uno a Bologna e due a Parma, di derivati da uova provenienti dallo stabilimento belga “Poultry Vision” e da quello olandese Chickfriend”, focolai delle uova contaminate, sono stati rintracciati e sottoposti a “fermo cautelativo” dalle Asl.

Si parla, è doveroso precisarlo, di derivati delle uova, mentre l’uovo made in Italy, per le cui necessità siamo in pratica autonomi, è tracciabile attraverso l’etichettatura del guscio, nota come codice delle uova. E’ questa la maggiore sicurezza per il consumatore, che può avere la certezza che il Fipronil non è stato impiegato.

Ma cos’è il Fipronil, e quali sono i rischi che si corrono?

Cos’è il Fipronil

È il nome commerciale del fluocianobenpirazolo, insetticida usato in veterinaria per sterminare pulci, pidocchi, zecche e acari degli animali domestici, ma vietato per gli animali della catena alimentare. Si tratta di una sostanza chimica termostabile, che non viene cioè alterata dalla temperatura di cottura, e si ritrova dunque anche nei prodotti derivati quali pane, pasta o prodotti dolciari.

Il Fipronil è tossico? 

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità il Fipronil è “moderatamente tossico” e, se assunto in piccole quantità, i suoi effetti si limitano a dolori addominali, nausea e vomito. Assunto invece in dosi maggiori, può causare danni ai reni, al fegato e alla tiroide. Sintomi che comunque risultano, nelle forme meno gravi, reversibili una volta terminata l’esposizione alla sostanza.

Gli scienziati sono concordi nel ritenere la sostanza solo lievemente tossica per la salute umana, in quanto la reale intossicazione avverrebbe in seguito all’assunzione di quantitativi massicci.

In quali dosi il Fipronil è presente nelle uova contaminate?

La dose maggiore di Fipronil riscontrata nelle uova contaminate è di 1,2 mg per chilo, mentre la dose giornaliera accettabile è stimata in 0,01 mg per chilo corporeo. Vale a dire che un individuo di 70 chili potrebbe assumere al massimo 0,7 mg di Fipronil in 24 ore per non accusare disturbi (l’equivalente di poco più di mezzo chilo di uova contaminate), o anche che non si dovrebbero consumare più di 7 uova nell’arco di 24 ore.

Com’è arrivato il Fipronil all’interno delle uova? 

Il Fipronil non è stato mescolato di proposito al mangime delle galline, ma sarebbe finito all’interno delle uova accidentalmente durante la disinfestazione dei locali. Una prassi comunque illegale, considerato che l’impiego di Fipronil in qualunque forma è vietato in tutti gli stabilimenti dove vengono allevati animali destinati alla catena alimentare, anche sotto forma di disinfettante per la pulizia dei locali stessi.

Chi è responsabile dell’accaduto? 

In Europa la responsabilità di osservare i parametri sui metodi di allevamento spetta alle aziende produttrici, mentre le autorità sanitarie pubbliche sono tenute a effettuare adeguati controlli a campione. In caso di anomalie, i dati devono essere prontamente comunicati al sistema di allerta comunitario che provvede all’immediato ritiro dei prodotti irregolari.

Cosa che le autorità belghe non avrebbero fatto con la solerzia dovuta. Oggi il Corriere della Sera riprendendo il quotidiano belga Le Soir, rivela che un rapporto del Consiglio Superiore della Sanità mise in guardia sulla tossicità del Fipronil già nel giugno 2016, ma l’Asca, l’Agenzia per la sicurezza alimentare belga, non fece scattare i controlli.

E il fronte dello scandalo potrebbe allargarsi nei prossimi giorni, perché se è vero che sono coinvolte soprattutto le galline ovaiole, anche “la carne dei polli delle aziende bloccate” in Belgio e Olanda “deve essere controllata prima di essere messa sul mercato”.

[Crediti | Corriere della Sera, link: Il Sole24Ore]