Leffe citata in giudizio: non è fatta dai monaci

Un bevitore di birra americano cita in giudizio la birra belga Leffe: non è fatta in un'abbazia come la confezione e in particolare l'etichetta lasciano intendere

Leffe citata in giudizio: non è fatta dai monaci

Henry Vasquez, un oculista di Miami, in Florida, ha citato in giudizio AB-InBev, gigante internazionale della birra nato di recente dalla fusione di Anheuser-Busch e SABMiller.

Il motivo è singolare: l’etichetta di Leffe, uno dei marchi nel portafoglio di AB-InBev, lo ha indotto a credere che la birra belga fosse realizzata in un’abbazia, e non già, come nella realtà, prodotta e imbottigliata nello stesso grande stabilimento di Stella Artois, altra proprietà AB-InBev.

Attenzione, in apparenza sembra una notizia stravagante o di poco conto. Non è così per gli scenari che evoca: una class action che potrebbe interessare qualunque persona negli ultimi 4 anni abbia bevuto una Leffe negli Stati Uniti.

Si definisce trappista, da non confondere con monastica (a proposito, eccovi 10 ottimi prodotti monastici, se amate il genere), una birra che rispecchia alcune regole: viene prodotta all’interno delle mura di un’abbazia trappista, da parte di monaci trappisti o sotto il loro controllo. La birreria non deve avere come obiettivo il profitto; i guadagni servono al sostentamento dei monaci e alla manutenzione degli edifici, mentre il rimanente è destinato a finalità sociali e caritatevoli.

Nell’attività istruttoria del processo si parla apertamente di pubblicità ingannevole perché la birra viene pubblicizzata come “prodotta e perfezionata da monaci belgi” nel 1240 e arrivata fino a noi attraverso “750 anni di tradizione belga“. Ingannevole sarebbe anche il campanile di un monastero riprodotto nell’etichetta, dove non si fa alcuna menzione dello stabilimento di produzione a Leuven, in Belgio.

Citata anche la storia dell’abbazia indicata come culla della ricetta Leffe, depositaria dal 1250 fino a oggi del segreto della birra. In realtà Abbaye de Leffe, l’abbazia indicata, sarebbe stata distrutta nel 1794 da un incendio, durante la Rivoluzione Francese. 

Attualmente, le birre trappiste sono soltanto 12: tra queste le belghe Orval e Westvleteren (la sua XII è considerata tra le migliori del mondo), e l’olandese Trappe.

L’ultima in ordine di tempo è italiana e viene dall’Abbazia delle Tre Fontane, poco fuori Roma. Una birra ad alta fermentazione con astringenti note di eucalipto.

[Crediti | Link: First We Feast, Mondo Birra]