Perché diamine non bevete i vini rosati?

Perché diamine non bevete i vini rosati?

Perché diamine non bevete i vini rosati?
Inutile negarlo, inutile dire che li amate e li ordinate sempre, inutile dissimulare, dare di gomito o cercare foto delle vostre vacanze salentine che vi scagionino. Smettetela di mentire, voi non bevete rosati a sufficienza.

Per chi legittimamente non lo sa, personalmente non mi sostengo scrivendo amenità gastronomiche, sperimentando l’irregolarità di servizio della linea verde milanese o seguendo tennis minore, ma vendendo vino. Sono uno di quelli che:

  • entrano in enoteche o ristoranti con cataloghi e campioni;
  • bazzicano le fiere;
  • organizzano degustazioni;
  • assaggiano rossi tannici, spesso nell’ora in cui inzuppate i biscotti nel latte;
  • postano foto di bottiglie su Instagram;
  • blaterano di persistenza, territorio, mineralità, beva, artigianalità e varietale.

Lo scrivo non perché cerco un biografo, ma per dimostrare che sbatto il muso tutti i giorni con l’ostilità, la diffidenza, la violenza verbale (avvertenza: quest’ultima era un’iperbole) che i rosati incontrano. A dispetto di quello che si legge e si dice in giro.

In effetti sorrido sardonicamente quando mi dicono che i rosati:

  • sono cool, d’estate non se ne può fare a meno;
  • la bolla rosata è irresistibile;
  • in Francia si vendono più dei bianchi (sì, questo è un dato oggettivo);
  • sul Garda i tedeschi li preferiscono all’acqua minerale;
  • a Londra non puoi capire quanti me ne chiedono;

Poi guardi le lavagne delle mescite, gli scaffali delle enoteche, le selezioni al bicchiere o apri le carte vini italiani e li vedi lì, tristi e soli, in quella pagina centrale macchiata d’olio, martorizzati, quasi scherniti.
Ormai bullizzati anche dagli orange, i bianchi macerati a lungo sulle bucce, che nell’immaginario sono una categoria dello spirito, mentre i rosati chiedono dignità e incontrano diffidenza.

Tanto, lo sappiamo che alla fine finiscono per essere considerati come il prodotto aziendale, il vino minore, quello fatto con la tecnica e senza trasporto.
La vostra esperienza e quello che leggete vi dicono il contrario? Non è così, è chiaramente un complotto, una bolla di comunicazione: voi di rosato continuate a non berne a sufficienza.

Una volta un cliente mi ha detto con fantastico candore: “Adriano, ma perché mi hai portato un rosato, non era tra le cose che ti avevo chiesto”?
– Scusa ho sbagliato, pensavo di aver portato il Sancerre Blanc, non il rosè, assaggialo però è una bomba!
– Fantastico davvero, ha un punto beva e una sapidità incredibili
– Che ti avevo detto? Ti interessa lavorarlo?
– Nooo, ribadisco che è buonissimo, ma nessuno mi ordina rosati

Un’altra volta l’ho buttata sul grottesco, perché non sono mai serio, neanche (soprattutto) quando lavoro:
– Certo che ne avete di rosati in catalogo?
-No, tranquillo, è un errore del grafico

Ma anche:

– Come mai tutti questi rosati?
– Colpa dei produttori che trattiamo, non riusciamo a farli smettere…

Eppure spesso e inconsciamente lo cercate, ne bramate la versatilità, prima di scegliere un bicchiere di Ripasso, da abbinare alla vostra battuta di ricciola cruda.
Mi ci ha fatto pensare ieri sera Fabrizio Pagliardi (che qualche vino a Roma direi che lo vende tra La Barrique, Remigio e Barnaba) quando ha condiviso il mio post di sfogo su Facebook, dal quale è nato questo post.

Mi sembra giusto chiudere con le sue parole: “Condivido perché molto molto di frequente tu cliente mi descrivi il vino che vorresti ed è lampante che sia un rosato la cosa che vuoi ma la descrizione combacia in tutto tranne che nel colore che alla fine deve essere bianco o rosso e il rosato no grazie, perché tu non bevi rosato. Poi guarda che l’ho notato che un sacco di voi inconsapevoli amanti dei rosati pensate di aver trovato la manna nei bianchi macerati. Non è la stessa cosa!!!
Fate una prova: se ogni volta che bevete un macerato vi sentite nella bocca quella sensazione di leggera insoddisfazione, il vino era eccezionale, vi è piaciuto tantissimo … ma in fondo in fondo vi manca qualcosa… volevate un rosato. Quella cosa che vi manca è quel bel fruttato rosso più o meno consistente che vi rinfrescherebbe la bocca se aveste scelto quello che volevate veramente … un rosato.
Se invece il vino vi ha soddisfatto in pieno… volevate quello che avete ordinato”.