I 10 vini più convenienti di Slow Wine 2017, tutti molto buoni

Alla degustazione dell'anno, quella che è servita a presentare la guida Slow Wine 2017 di Slow Food, abbiamo selezionato 10 vini buoni, anzi molto buoni, con il rapporto qualità-prezzo più vantaggioso

I 10 vini più convenienti di Slow Wine 2017, tutti molto buoni

Se diciamo “buon rapporto qualità-prezzo”, voi a cosa pensate? A un prodotto pagato per quello che vale, supponiamo. Ma parlando di vino, inteso come mezzo per rallegrare lo spirito e appagare le papille, sarebbe il caso di parlare del rapporto prezzo – piacere.

Siamo stati alla presentazione di Slow Wine 2017, la guida del vino secondo Slow Food, proprio pensando al “diritto al piacere” auspicato da Carlo Petrini e i suoi negli anni Ottanta, alle origini del movimento. Tre le novità di quest’anno: l’apertura della guida a nuove frontiere, una sezione dedicata ai 100 locali del Bere Slow e una dura presa di posizione contro i diserbanti chimici. Nessuna Chiocciola o Vino Slow per loro.

I simboli assegnati sono invece gli stessi. Alle cantine vanno la chiocciola (per il modo in cui interpreta i valori del buono, pulito e giusto), la bottiglia (a chi esprime un’ottima qualità in tutte le bottiglie presentate alle degustazioni) e la moneta (al rapporto qualità-prezzo).

Per i vini, invece, funziona così: un Grande Vino è eccellente sotto il profilo organolettico mentre un Vino Slow somma a questa caratteristica elementi legati a territorio, storia e ambiente di produzione. C’è poi il Vino Quotidiano, buono per quel che costa, purché costi non più di 10 euro.

degustazione slow wine 2017

Durante la presentazione della guida si è svolta la “degustazione più importante dell’anno” (siamo d’accordo): 418 vini selezionatissimi nel piacevole contesto di un loggiato neoclassico alle Terme del Tettuccio, Montecatini Terme.

Abbiamo assaggiato tutto con l’obiettivo di stilare la classifica dei vini buoni, anzi molto buoni, e accessibili (quasi) per tutte le tasche. I vini che hanno poco da invidiare ai nomi più famosi, quelli che uniscono piacere e prezzo giusto.

Sperando così di aver reso più semplici i vostri prossimi acquisti.

Iniziamo.

10. RIBOLLA OPOKA 2011 – MARIAN SIMČIČ

Prezzo: 45 euro

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Leviamoci subito il dente dolente: i 45 euro di Rebula (leggesi Ribolla) che Slow Wine 2017 premia come Grande Vino, chiamando “danza elegante” il passaggio tra la dolcezza della frutta gialla e l’amaro tipico del chinotto.

Con qualche scatto ogni tanto, in stile balletto contemporaneo, la sapidità che arriva decisa a chiudere tutti i movimenti senza troppe dissolvenze sul finale.

Ci troviamo in Slovenia (sì, sulla guida c’è anche questa terra di confine, dal punto di vista vitivinicolo molto simile all’Italia: una delle novità dell’edizione 2017), in un terreno d’elezione della ribolla gialla: la Ponca, in sloveno Opoka.

Vitigno talvolta banale che, autoctono di Friuli-Venezia Giulia, Cefalonia, Isole Ionie e, appunto, Slovenia, riesce in queste vesti a trovare una complessità propria di vini generalmente più cari.

9. DOLCETTO D’ALBA 2015 – SERAFINO RIVELLA

Prezzo: 14 euro

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Un prodotto strepitoso dall’uva più bistrattata del Piemonte. Il Dolcetto, vino da tutti i giorni, quello che un tempo si beveva in Langa in grandi quantità, trova le sue etichette più celebri nella vicina Dogliani (che ne ha addirittura fatto una denominazione d’origine, il Dogliani DOCG per l’appunto).

In barba a tutto ciò, Teobaldo e sua moglie Maria ne coltivano meno di mezzo ettaro nel Montestefano, autentico grand cru del Barbaresco. Chiunque conosca la zona li prenderebbe per pazzi: avere terreni che costano parecchio e possono fruttare ancora di più per piantare il vitigno del contadino è come avere la voce di Beyoncé e darsi all’ippica.

Ne hanno fatto, invece, un prodotto per veri intenditori, che non a caso Slow Wine considera più “denso e polposo del solito“.

14 euro, qualcosina di più rispetto a un classico dolcetto.

8. PERLUGO – MAIOLATI SPONTINI (AN)

prezzo: 12 euro

perlugo, vino

La sapidità e la persistenza di un metodo classico e il carattere del Verdicchio che, diciamocelo, non tutti sappiamo distinguere. Uno sfizio che possiamo toglierci con 12 euro, prezzo più che accettabile per un Brut eccellente, ma con il valore aggiunto di farsi ricordare.

Difficile trovare un prodotto simile nelle Marche.

E grazie tante: dietro le quinte di Pievalta, agricoltura biodinamica in provincia di Ancona, ci sono un enologo –Alessandro Fenin– che ha sempre avuto le mani nel Franciacorta, nonché Barone Pizzini, azienda agricola bresciana che ha investito in questo grandioso vitigno dei Castelli di Jesi.

Il loro Verdicchio di punta costa 15 euro, riconosciuto dalla guida come Vino Slow (San Paolo 2013).

7. PINOT NERO 2013 – PODERE DELLA CIVETTAJA

Prezzo: 28 euro

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Un vignaiolo così ci vuole. Si è presentato a cotanta degustazione simile con un vino solo, perché solo quello produce, e un foglio di carta fotocopiato per spiegarne i metodi di produzione. Del resto, quando hai un vino così la comunicazione smart e i depliant minimal vanno a farsi benedire.

Per la cronaca il testo nel foglio di carta inizia con le seguenti parole: “Il 25 maggio, nel tardo pomeriggio, la temperatura scende pericolosamente a 3 gradi. Il 30 passa leggera la grandine”. Si chiude poi con la musica consigliata per la bevuta: “L’impermeabile” di Paolo Conte.

Ora che avete inquadrato il personaggio immaginate il vino: “totalmente artigianale, senza protocolli precostituiti” secondo la guida. Terroso, orientaleggiante, speziatissimo e lievemente balsamico, insomma abbastanza arzigogolato da far fronte alla nota di peperone che quando piace, piace.

Vino Slow, 28 euro assolutamente meritati.

6. PROSECCO COL FONDO 2015 – CA’ DEI ZAGO

Prezzo: 10 euro

PROSECCO, CA' DEI ZAGO

Il tipo di vino più screditato e detestato dagli appassionati trova nei fratelli Christian e Marika Zanatta, alla quinta generazione, la punta di diamante.

Christian, ovvero la cantina Ca’ dei Zago, è il San Francesco di Valdobbiadene, territorio lavorato in prospettiva, non portato alla tremenda concentrazione di vigneti tipica del Prosecco. “Quasi la perfezione della tipologia“, dice Slow Wine, assegnandogli la chioccola.

Menzione d’onore alla rifermentazione naturale in bottiglia (da qui il nome “col fondo”), che rappresenta un’inversione di rotta rispetto agli anni Cinquanta, quelli del boom economico e della rifermentazione negli autoclavi. Si faceva così, quando il Prosecco era il vino asciutto e gustoso di casa.

Come è giusto che sia, non sperate di cavarvela con la 5 euro: stiamo intorno ai 10, ed è già un ottimo prezzo.

5. PIANER 2015 – LE COLTURE

Prezzo: 10 euro.

prosecco le colture

Di solito Slow Food premia con la presenza nella guida solo alcuni vini di ogni cantina. Non è questo il caso: di Le Colture hanno inserito l’intera gamma, incluso il più “semplice”.

E’ un Valdobbiadene Extra Dry (sì, siamo di nuovo sul Prosecco), una medaglia al Vino Quotidiano assegnata dalla guida in nome della “delicatezza, sapidità e persistenza”.

Il punto è che interpreta alla perfezione anche con una certa raffinatezza l’idea del vino dissetante tipico della zona. Pera e mela precise, stop. E 10 euro, giusti giusti.

4. ROERO MOMBELTRAMO RISERVA 2012 – MALVIRÀ 

Prezzo: 30 euro.

malvirà, roero

Abbiamo parlato di rapporto tra prezzo e soddisfazione, non di economia domestica. Quindi, ci perdonerete una bottiglia da 30 euro accanto al podio.

Se li merita tutti questo Roero Riserva tutto fragola e tannini morbissimi, Vino Slow che fa bella figura fin da quando lo si scarta.

In caso il nome non vi dica nulla, parliamo di uno dei vini a base nebbiolo che sgomitano col celeberrimo Barolo e con il Barbaresco, comunque più noto, per un posto in paradiso. Da non confondersi con il Roero Arneis, stesso territorio, tutt’altro vitigno, bianco.

Per inciso, Malvirà (azienda con sede a Canale, la città più rappresentativa di questo vino, visitate la cantina se vi capita, è meravigliosa) ha virato sul biologico in una fase consolidata della propria storia, confermando un percorso comune anche tra i grandi nomi, per esempio la vicina Fontanafredda della famiglia Farinetti, quella di Eataly.

3. SYRAH 2013 – STEFANO AMERIGHI

Prezzo: 23 euro.

syrah

Se non vi è ancora chiara la figura del vignaiolo naturale (quello che applica il minor numero di trattamenti in vigna e rinnega i tre-quattro sentori olfattivi che vorrebbero categorizzare il suo vino a tutti i costi), figura in ascesa nell’eno-mondo, allora sappiate che lui la incarna benissimo.

Uomo di mondo, eloquio fluido e physique du role con abito casual, Stefano Amerighi detiene un primato: l’unica DOC italiana basata sul Syrah, vitigno internazionale (quindi non autoctono) che dà il suo meglio in Toscana, precisamente a Cortona, in provincia di Arezzo.

Certificato biologico e biodinamico, con chiocciola Slow Food, “terroso” se mi passate l’espressione.

19 euro in cantina spesi benissimo. Prezzo medio in enoteca: 23 euro.

2.MELOGRANO – PODERE CONCòRi

Prezzo: 19 euro.

melograno, podere concori

Rimaniamo in tema Syrah, ma questa volta in versione blend: un Toscana IGT 2014 battezzato Melograno. Gabriele da Prato “taglia” il vitigno nobile, speziato per definizione, con un tre vecchie piantagioni: ciliegiolo, colorino e carrarese.

In queste 7.000 bottiglie l’anno, che rappresentano il fiore all’occhiello della sua produzione, con tanto di chiocciola Slow Food, ottiene nuance fruttate e sfumature più accese, anche grazie al fatto che tra l’Emilia e la Toscana lo sbalzo termico non è da poco, e questo giova al ventaglio aromatico.

Trattasi infatti di Vino Slow, biologico, biodinamico, a fermentazione spontanea e chi più ne ha più ne metta in fatto di natura che fa il suo corso e decide le sorti del nostro palato.

A proposito di quello, si può tranquillamente osare un invecchiamento in cantina per intensificare i sapori. 19 euro.

1. BIANCO 2015: MARTA VALPIANI

Prezzo: 8,5 euro.

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Senza offesa per i vini romagnoli, non ci aspettavamo di trovare in questa regione il miglior rapporto qualità-prezzo nella più importante degustazione dell’anno.

E vi diciamo di più: è un Bianco IGP, alla faccia di quelli che se un vino non ha la DOC non si scomodano nemmeno a leggere la contro-etichetta, incuranti (o forse ignari) del fatto che certi vini sono fatti per essere buoni, non per rientrare nei canoni di un disciplinare.

Dietro questa cantina (non a caso affiancata sulla guida dalla moneta, segno che anche Slow Food le riconosce convenienza) c’è Elisa Mazzavillani, tenace vignaiola che coltiva l’autoctono Albana là dove i vitigni internazionali prendono sempre più piede.

Un vitigno tannico e sapido di per sé, che mette d’accordo chi preferisce il bianco e chi sceglie a prescindere il rosso, facendone una questione di carattere.

Perché questo vino audace, il colore “sporco” del mosto che non ha subito alterazioni, si scontra piacevolmente con un profumo che noi identifichiamo nella camomilla. 8.5 euro.