Il Buonappetito – Gualtiero Marchesi: per i cuochi non una, ma tre case di riposo

Gualtiero Marchesi ha deciso di lasciare il rettorato della scuola di cucina Alma per realizzare il progetto di aprire una casa di riposo per cuochi. Abbiamo immaginato tre ospizi diversi per altrettanti tipi di cuochi

Il Buonappetito – Gualtiero Marchesi: per i cuochi non una, ma tre case di riposo

L’altro giorno Gualtiero Marchesi si è dimesso da rettore della scuola di cucina Alma per concentrarsi su un progetto cui tiene assai: una casa di riposo per chef.

Questa cosa dell’ospizio per cuochi mi ha sempre affascinato – il Venerabile Maestro ne parla da anni – tanto da averci meditato: una casa di riposo per chef non basta, ce ne vogliono tre.

A 87 anni Gualtiero Marchesi aprirà una casa di riposo per cuochi.

Perché non si possono condannare anziani professionisti a convivere se non hanno lo stesso temperamento.

Villa Hefner

La vita stessa di Hugh Hefner dimostra che la gnocca fa bene: il re dell’entertainment per adulti è scomparso la settimana scorsa all’età di 91 anni. E’ quindi intitolata a lui la struttura in cui gli ospiti vestono vestaglie di seta rossa con dragoni, sono serviti da procaci infermiere con gonne cortissime, prendono pastiglie prevalentemente blu bevendo Cristal. La sala tv è in realtà uno strip club. Gli utenti vanno a letto presto, ma mai da soli.

Clienti tipo: Davide Scabin, Marco Pierre White, Anthony Bourdain.

Marchesi Country Club

Porta il nome del re della cucina italiana la più elegante delle tre strutture, quella progettata come un circolo inglese. Gli anziani sono accuditi da maggiordomi in livrea, trascorrono piacevolissimi pomeriggi a chiacchierare sorbendo whiskey torbati di fronte al camino, quando sono disturbati di stomaco alla pastina in brodo preferiscono la Supe Giscard d’Estaing di Paul Bocuse.

Clienti tipo: Aimo Moroni, Alfonso Iaccarino, Giorgio Pinchiorri, Alain Ducasse.

Monastero Katsuobushi

Per l’ex cuoco riflessivo che predilige l’introspezione al logorio della vita moderna, ecco Il Monastero Katsuobushi, essenziale dimora in stile giapponese il cui nome evoca la texture della pelle degli anziani.

Gli ospiti salutano l’alba facendo tai-chi nel parco, si alimentano esclusivamente di radici crude ed estratti vegetali, vengono assistiti da monaci buddisti e si curano con la medicina olistica.

Nessuno muore: qualcuno ascende, altri si trasformano in piante.

Clienti tipo: Niko Romito, Enrico Crippa, Michel Bras.