Lo chef si schiera: questo piatto si chiama No Triv

Lo chef Antonio Bufi del ristorante Le Giare di Bari prende posizione sul referendum delle trivelle con un piatto chiamato No Triv. Mossa inconsueta per uno chef

Lo chef si schiera: questo piatto si chiama No Triv

Pensate sia legittimo astenersi dal voto di domenica 17 aprile nel referendum sulle trivelle? Oppure pensate che per essere buoni cittadini a votare bisogna andarci?

Noi non entriamo nel merito degli argomenti referendari che riguardano le trivellazioni in mare (okay, okay, l’estensione delle concessioni estrattive fino all’esaurimento del giacimento), ma facciamo notare l’insolito schierarsi di uno chef che prende a sberle i cultori della retorica anti-interventista, molto comune tra i suoi colleghi.

(Traduzione: facciamoci gli affari nostri: a chi giova schierarsi?).

Qui si parla, nello specifico, dello chef Antonio Bufi, barbuto ex allievo di Moreno Cedroni, attualmente al ristorante Le Giare di Bari e della sua brigata, che invita a votare sì all’abrogazione delle trivelle, e lo fa con un piatto.

Antonio Bufi

Il nome non potrebbe essere più diretto: “No Triv”.

Si presenta come un brodetto di alga wakame, bonito (o tombarello, parliamo di pesce insomma) e cavolo viola che insieme simboleggiano il blu del mare profondo. All’esterno c’è uno scampo, e poi gamberi crudi, cozza e calamaro scottato.

Tutto è “sporcato”, letteralmente, dall’olio di olive nere che simula il petrolio; al centro, a fare le veci della trivella, ecco un fusillone.

Guardatelo.

No triv, piatto

Guardatelo bene.

no triv, piatto

Andrete a votare, domenica?