9 libri da non comprare a Natale

1 – Benvenuti nella mia cucina, Barbara Benedetta Parodi. (Risparmi 10.43 euro più le spese di spedizione).

Per la serie: “cose che sappiamo”, le ricette della tivù sono un osservatorio privilegiato sull’aprire bocca e darle fiato che in confronto Lo chef è un Dio di Ilaria Bellantoni è da Pulitzer. Eppure Cotto e mangiato, il primo libro della Parodi è un caso editoriale: 800.000 copie vendute, ufficio stampa più, ufficio stampa meno. Direte: popolo bue, Paese lobotomizzato, i libri si vendono solo se vanno nel programma di Tizio e Sempronio. Ricordatelo quando sarete sopraffatti dalla magia natalizia, troverete meno irresistibile l’idea di regalare questa specie di diario casalingo nel quale, insieme alle famose ricette “che intercettano lo spirito pratico di quelli in perenne lotta contro il tempo” (= piene di sfoglia pronta e surgelati) troverete anche “tanti pensieri, esperienze e piccoli avvenimenti della sua vita quotidiana e familiare”. Capisco che è Natale, ma penso di poter resistere al demone febbrile. Coraggio, fate come me.

2 – Le ricette di Casa Clerici, Antonella Clerici. (Risparmi 11.13 euro più le spese di spedizione).

La lochescion, un tempo nota come posto, luogo o nel nostro caso programma tivù è La prova del cuoco, ma un trust di cervelli del marketing ha deciso che quest’anno, a Natale, vende bene il domestico, per cui tutti a Casa Parodi o Casa Clerici. Ma per quanto l’idea della Clerici milf (cit.) con le mani in pasta possa compiacere qualcuno, il fatto che la nostra non sappia cucinare è noto. Spero non vogliate andare a Casa Clerici per conoscere il fidanzato, dopo che lo abbiamo stipendiato per mesi ci mancherebbe altro. E siccome la ferita gocciola ancora, sappiate che il libro raccoglie “le ricette più care, legate a momenti speciali della vita, alle fotografie, agli affetti più importanti”. Andiamo dai, ci sono cose migliori per ciaccolare questo Natale, delle reazioni di Eddy Martens agli spadellamenti di quella salama da sugo della Clerici. Che poi, che reazioni vuoi che abbia, solo parolacce.

3 – Storie di brunch, – Racconti e ricette per gustare e condividere la domenica in compagnia, Simone Rugiati. (Risparmi 18.20 euro più le spese di spedizione).

Se scrivo brunch i lettori trattengono educatamente uno sbadiglio. Brunch è la combinazione di due parole (breakfast e lunch) ideata da un copy in acido per definire un pasto di solito servito la domenica tra le 10 e le 12. Una roba americana che ha avuto i suoi 5 minuti di gloria un decennio fa a Milano, fondamentalmente un pasto inutile, lo sanno tutti. E chi parla di brunch? L’inut… lo sciòscef Simone Rugiati, quello che traumatizzato dall’eliminazione alla prima puntata dell’Isola dei Famosi, sta collezionando una serie di gesti della serie “per favore qualcuno mi noti” culminati nell’impresentabile “SHOW CUCCHING”. E siccome più che al brunch, è risaputa la predisposizione degli italiani al pranzone domenicale, resistete alla tentazione di buttare una ventina di euro per “7 pasti intesi come stili di vita, dal creativo allo slow, dal green chic allo sportivo, tutti accomunati dalla passione per il brunch”. Interesse: zerovirgola.

4 – Oggi (vi) cucino io. Viaggio nella cucina regionale italiana: ricette, ricordi e varia umanità, Renato Brunetta e Fabrizio Nonis. (Risparmi 11.90 più le spese di spedizione).

Sperling & Kupfer senza ritegno. Ma come si può coinvolgere in un libro di cucina un uomo, per giunta ministro, in preda a gravi disturbi della percezione del “sono bravo, bello e simpatico” (no, alto no). Forse, nonsò, puntano sull’altro, quello che in copertina è costretto a star spiegato per allontanare l’involontario richiamo all’articolo iL. Anche se a leggere le note biografica di Fabrizio Nonis c’è da farsi venire i brividi. “Da semplice macellaio di paese è entrato di diritto nel gotha del giornalismo enogastronomico, grazie al suo carisma e alla grande passione per la carne”. Comunque, l’idea che il ministro tascabile con la sua figura (oddio, figura) mi sovrasti (oddio, sovrasti) ogni volta che mangio i folpeti alla veneziana o la cassata siciliana, i canederli tirolesi o la fiorentina, magari mentre inveisce contro gli sprechi degli statali o le mollezze dei bamboccioni, rischia di mandarmi tutto per traverso. E non fatene una questione politica, non è che siccome avete votato Pdl, a Natale siete anche obbligati a regalare questo libro, in fondo, vi hanno già fregato una volta.

5 – Le migliori ricette di “Gusto”, Gioacchino Bonsignore. (Risparmi 11.83 più le spese di spedizione).

Non ho nulla contro le ricette né contro le rubriche gastronomiche dei tiggì, purchè i due fenomeni non si presentino contemporaneamente. In più il Tg5 Gusto è recidivo, e chi se lo scorda! Presente i suoi sommelier? Esseri quasi sempre barbuti, dotati di nasi eccezionali e poco altro, che eruttano parole a casaccio, importa solo infilarne una altisonante ogni tanto. Per tacere della sapienza culinaria dell’autore, il responsabile di Gusto, Gioacchino Bonsignore, pari solo alla sua espressività. Visto che il libro, come va di moda ora, promette “tempi di preparazione rispettosi di una giornata incasinata”, è arrivato il momento di avere tempo per cucinare. Rivalutiamo la pettinatura a mazzo di cipolle, la pelle leggermente squamata, la cioccolata sui denti, ma tutto è meglio che spadellare robe da inferno profondo.

6 – Il cucchiaio d’argento, Feste di Natale, Clelia D’Onofrio. (Risparmi 17.50 più le spese di spedizione)

Nonostante il proliferare di chirurghi estetici e makeover credo con forza che per questa malattia chiamata vecchiaia non ci sia rimedio. Qui le cose sono due, o attenendoci allo spirito natalizio decidiamo di adottare l’opera omnia del Cucchiaio d’Argento, e smettiamo di pensare alle Termopili, a un sanatorio, o al Pio Albergo Trivulzio se preferite, ogniqualvolta esce una declinazione stagionale della lunghissima serie (Natale, Pasqua, iPhone, iPad…) o cestiniamo definitivamente l’ipotesi di regalarle. Spingendo così la carriera dell’autrice, Clelia D’Onofrio, fata turchina del giornalismo gastronomico prima che i capelli imbiancassero, verso la meritata pensione.

7 – Mi scrivi la ricetta? I grandi della musica italiana in cucina, Marta T. Carpinelli. (Risparmi 13.30 euro più le spese di spedizione).

Poi dice che uno infierisce. Ma ditemi, si possono mandare messaggi distensivi verso chi fa uso scellerato del patrimonio forestale italiano, stampando libri il cui unico scopo è farci saperecome fa il cous cous delle Pelagie Claudio Baglioni, o i fusilli con le zucchine Gianna Nannini? Oh aspettate! Ci sono anche le radici e fasioi dei Pooh, il risotto con salsiccia e bagoss di Francesco Renga, il timballo di anelletti al forno di Giusy Ferreri e il pane, zucchero e vino di Jovanotti. Praticamente, invitante come leggere un catalogo dMail sulla tazza del cesso. A meno che non siate gente attratta dall’idea di “sedersi a tavola con lo stereo rigorosamente acceso insieme ai suoi beniamini: da Cesare Cremonini a Nek”.

8 – L’agenda di suor Germana 2011, suor Germana. (Risparmi 5.53 più le spese di spedizione)

Francamente ignoro chi si nasconda dietro le mentite spoglie dell’ineffabile suora, o per meglio dire, chi sia il legittimo erede delle sue fortune. Sta di fatto che suor Germana imperversa nelle case italiane da quando per andare ai laghi i milanesi non facevano l’autostrada. E ogni volta che esce un nuovo libro, nonostante mi sforzi, in copertina non riesco a leggere altro che una gigantesca scritta: “Abbiamo nuovamente bisogno di soldi”. Pensateci, prima di essere voi a staccare l’assegno.

9 – Il club delle cuoche 2, Luisanna Messeri. (Risparmi 13.30 più le spese di spedizione).

Il club delle cuoche è un titolo che a sentirlo mi fa parecchio tardone ai fornelli su YouPorn, sia detto con rispetto. Ma non è così, trattasi del solito libro ricavato dal solito programma tivù, questa volta del canale satellitare Alice. La signora Luisanna che conduce la “food comedy” (?) insieme a tal Francesca Capanna, è doppiamente colpevole. Leggete come risponde all’accusa di essersi convertita al redditizio trend libro/programma. “La gente ama seguire laTv piuttosto che mettersi a leggere? Non è colpa mia. Non l’ho certo inventata io, con le mie cene, questa mania! Già sento le tirate di orecchie dei nutrizionisti: “mangiare davanti al piccolo schermo fa male, la televisione fa ingrassare perché la tv riesce a cancellare la coscienza del cibo”. Come dire: so che siete lobotomizzati dalla tivù, che la cucina vera non è lì, ma cosa volete da me, io lo faccio a scopo di mutuo”. Ecco, nonostante la tredicesima, per chi ancora ce l’ha, a Natale la rata di mutuo scade anche noi. Perché pagarne un’altra?

[Fonti: Amazon.it, Sconfinando, immagini: Amazon.it]