Cara Benedetta Parodi: tu non sei il Checco Zalone della cucina

Se potessimo scrivere a un personaggio rilevante per la cultura culinaria nonstante alcuni difettucci (aiutatemi a dire eufemismo), la lettera sarebbe più o meno così. Il primo personaggio della serie è Benedetta Parodi, chi altri sennò.

Oh Benedetta, dolce celebrazione di sensualità e classe. Dopo tutti questi anni la tua bellezza resta maestosa come una tempesta di neve. Sto male quando i giornalisti ti manifestano intolleranza scrivendo che hai Parodizzato il genere culinario, e che capirti “richiede una spiazzante discesa nell’ovvio e nel banale”. Chissà cosa avrai fatto per meritare tutto questo, io lo so che più spontanea la tua carriera da cuochina non potrebbe essere, non cucini il ciambellone perché Cotto e Mangiato ha venduto 1.200.000 copie, non ti accrediti come la nuova Nonna Papera perché gli appuntamenti a Studio Aperto sono raddoppiati, no, io lo so, Benedetta, che per te cucinare è una missione. Anche se non dichiarare che Fabio Caressa ti ha conquistato con le pennette alla wodka flambé aiutrebbe anche gli altri a crederci.

Cara Benedetta, scrivo per dirti che tutto andrà a posto. Dio ti ha concesso di cambiare il mondo attraverso la bellezza, ma tu, evidenziando il senso di Benedetta per le priorità, hai precisato: “Dio, posso fare di più. Posso cucinare”. Non è vero, come sentenzia l’editore invidioso Guido Tommasi, che sei “il grado zero della ricetta, la banalità del sale e pepe”. Non è vero che Cotto Mangiato Vips con Checco Zalone è stata la perfetta messa in scena del mediocre di successo, tu con i surgelati che insegni alle mamme italiane come avvelenare inconsapevolmente i loro figli, lui che regala l’immagine di un altro pugliese subumano, come se Cassano e Leone di Lernia non fossero abbastanza. Se avete successo — Che bella giornata di Zalone ha appena scalzato La vita è bella di Roberto Benigni dal primo posto degli incassi più alti — ci deve essere un motivo. Non è vero che la tua cucina o i film di Zalone sono allo stesso livello dell’elettorato italiano. Non sono diventati bestseller perché gli italiani non hanno più voglia di impegnarsi in nulla. No, tu non sei il Checco Zalone della cucina.

Molti critici alzano il sopracciglio davanti al successo di Benedetta Parodi, veri cuochi (ops!) come Niko Romito pensano che esageri col dire che è tutto facile in cucina: prendete le prime 3 cose che capitano e il piatto è pronto. Qualcuno ha la faccia tosta di asserire che Benvenuti nella mia cucina saccheggia altri ricettari. Ci provino loro a mettere insieme un bel libro di cucina conquistando le classifiche. E’ triste lo so, nessuno si accorge che stai salvando delle vite, le donne mature, la casalinghe disperate, le giovani mogli col bel personalino. Il punto è che nessuno ha chiesto il tuo aiuto, eppure tu glielo dai lo stesso. Lo sai chi fa questo, Benedetta? Dio, Dio e Wonder Woman.

In conclusione, voglio essere sicuro che tu capisca il motivo per cui i cinici ti attaccano. Perché, francamente, tu sei perfetta. E questo è inaccettabile per loro, gente totalmente imperfetta. Discriminarti ogni giorno è ingiusto, ma non permettere al loro disprezzo di agganciare le tue ali dorate. Non capiranno che, anche se nella vita non hai mai dovuto lottare (tua sorella Cristina è famosa, mentre Giorgio Gori, suo marito, ha una casa di produzione, la Magnolia) questo non ti impedisce di immaginare come si sente chi lo fa. Tieni duro, mio puledro, malgrado quello che dice, il mondo ha bisogno di te. Ha bisogno di sapere che Diego Abatantuono e Umberto Smaila sono “i migliori ospiti mai seduti alla mia tavola”. Ha bisogno di sapere che l’unico motivo per cui perdi le staffe sono” i capricci dei bambini quando non vogliono andare a letto”. Ha bisogno di sapere che se superi il Papa con le vendite del libro lo fai “con rispetto“. E’ il tuo cuore geneticamente più grande che tiene a galla questa società, obbligandoci ad agire in nome di un mondo più buono. E per buono, slurp, sai cosa voglio dire!

Sei la migliore e lo sanno tutti, ma tu non smettere di ricordarglielo.

Con devozione, Massimo Bernardi

[Crediti | Repubblica.it, Sorrisi e Canzoni, Abruzzo Web. Immagini: Telegiornaliste Fan Club]