Ricette proibite: un libro da leggere o un trattato di criminologia?

Ricette proibite: un libro da leggere o un trattato di criminologia?

Cicogna arrosto, cigno con le arance, gatto in umido, spezzatino di tasso. Ma ve lo immagine un ristorante dove aprendo il menù l’offerta sia questa? Tranquilli, per quelli che inorriditi stanno già arricciando il naso, il ristorante non esiste, ma nel suo libro “Ricette proibite” –sottotitolo: “Rane, asini, rondinotti, gatti e tartarughe nella tradizione alimentare”– il gastronomo e conoscitore del folklore toscano, Tebaldo Lorini, insegna proprio come preparare e servire anche gatti, tartarughe o corvi.

Un libro che ha scandalizzato e che ha attirato su di sè e sull’autore l’ira dell’associazione 100% Animalisti secondo cui: “Lorini vuole fare sensazione proponendo ricette abominevoli che qualche maniaco cercherà di realizzare a danno degli animali.”

Un discorso che regge fino ad un certo punto, perché se così fosse, allora la tv non dovrebbe neppure trasmettere thriller o polizieschi dai quali qualche maniaco potrebbe prendere spunto.

Nel frattempo, Lorini spiega che: “la decisione di mangiare un animale piuttosto di un altro dipende dalla legge e dalla sensibilità delle persone, e che ai giorni nostri sarebbe impensabile mangiare il gatto che ci fa le fusa acciambellato sulle gambe. Ma non bisogna dimenticare che per molti anni i nostri avi erano per lo più contadini e che la fame, dovuta anche alle guerre, li rendeva inclini alla realizzazione di ricette che noi non ci sogneremmo mai di mangiare”. Vero, in Italia i luoghi dove il gatto è considerata una pietanza prelibata non sono pochi ma ucciderne uno resta un reato penale.

Nel libro lo scrittore toscano passa in rassegna le abitudini alimentari dei popoli antichi per arrivare alle usanze più recenti, ad esempio quelle dei nostri nonni, mostrando come pietanze che oggi nessuno si sognerebbe di offrire ai suoi ospiti fossero una volta di uso comune.

Più un libro storico, pertanto, che politicamente scorretto. Questo mi sento di dire a chi punta il dito contro lo scrittore trasformandolo in un mostro.

Del resto, cosa dovrebbe pensare un indiano vedendoci mangiare bistecche di mucca? In India è un animale sacro: agli occhi degli Indù anche noi siamo m-o-s-t-r-i.

[Crediti | Link: Il Giornale, immagine: La Nazione]