Suicidio Masterchef 3: in diretta è la cosa peggiore mai vista

Suicidio Masterchef 3: in diretta è la cosa peggiore mai vista

Ieri è finito Masterchef e questa non è l’unica delle sentenze scontate che ci prepariamo a ribadire. L’altra è che si è concluso con un momento di televisione raggelante, tra tempi morti da cinema iraniano, dilettantismo tecnico e i tre poveri giudici sadicamente esposti a una situazione totalmente anarchica.

Quella del disastro televisivo non è stata una sensazione di qualche intransigente Aldo Grasso di passaggio: il calvario è stato evidente, quasi pornografico.

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Eppure c’è anche chi racconta in questo modo gli eventi di ieri, genuflesso alla logica del comunicato stampa. Non è esattamente andata così, o meglio è andata così, ma per sempre tutti ricorderanno quegli infiniti minuti finali. Visti da 1,4milioni di persone: picco di share del 7,26% e record di sempre per Sky Uno.

Cos’è successo? Semplicemente si è optato per una diretta suicida che ha messo a nudo l’impreparazione della produzione nel gestire la situazione.

Almo e Federico cucinano la loro “ultima cena”, si dispongono davanti ai giudici per il verdetto, scatta la tachicardia collettiva e i primi piani intensi (cit).

Poi stop, li si butta in macchina, direzione Magazzini Generali di Milano, per un bagno di folla stile Grande fratello.

Masterchef 3 in diretta ai Magazzini Generali

Assistiamo nell’ordine:
— Alla gastroenterite acuta che coglie tutti i fonici.
— Microfoni bassi, gente che si impanica, Bastianich e Barbieri che parlano con i tecnici: “Dove vado… non si sente niente…’’.
— Telecamere che non sanno chi inquadrare. Fotografia da horror di serie b.

Una serie di momenti morti di raro imbarazzo televisivo. Ora, io ho sempre odiato la figura del conduttore, specie una certa figura di conduttore. Bene, ieri sono stati capaci di farmi sperare che apparisse Simona Ventura o Maria de Filippi a dare ritmo e ordine a quel caos scoordinato. Agli interventi dei vecchi concorrenti in versione opinionisti dall’eloquio indigesto, con Cracco e Bastianich che provano a stimolarne alcune riflessioni.

Federico vince Masterchef 3

E come degna conclusione, l’epic fail definitivo: lo spoiler dell’Ansa sulla vittoria di Federico che precede il suo incoronamento e il nostro che accoglie la notizia con la stessa faccia di quando ti regalano il nuovo libro di Francesco Alberoni.

Il tutto mentre Bastianich gli riversa litri di spumante sulla camicia provocandogli una sicura pleurite.

[momento didascalico]
Cosa abbiamo imparato? Che, piaccia o no, Masterchef è uno spettacolo televisivamente importante, in cui non c’è spazio per il caso. E soprattutto per la sciatteria.

Prendiamo tutto quello che succede prima della dannata diretta: 80 minuti di televisione serrata, montaggio veloce ed affilato, dettagli infiniti, primi piani rapidi, un linguaggio moderno che funziona e intrattiene. E ovviamente manipola.

Ma è un talent show culinario, non Report.

Avranno imparato che il linguaggio della diretta è incompatibile con Masterchef?

Direi di sì. Però un paio di falangi le avrei date per assistere alla riunione successiva all’epica diretta finale.

[Crediti | Link: Il Messaggero, Il Salvagente. Immagini: Joe Bastianich]