Il pasto più sano del mondo (ma chi me lo fa fare di stare ad ascoltare chiunque ha un tiramento)

Il pasto più sano del mondo (ma chi me lo fa fare di stare ad ascoltare chiunque ha un tiramento)

Ieri avete per caso mangiato un antipasto a base di pesce e cereali, un piatto unico con carni, verdure, legumi e un dessert a base di yogurt e frutta secca? Ci avete bevuto 2 litri d’acqua? Bravi, voi si che siete in grande forma. Quasi immortali.

Puntuale come il dibattito calcistico post-partita e l’insultante servizio giornalistico sulle giornate molto calde (con il solito medico che consiglia di bere molto, uscire nelle ore fresche e mangiare leggeri – grazie medico) ieri sul Corriere mi sono imbattutto in una formula innovativa per stare in forma. Anzi, siamo precisi: trattasi di vero e proprio pasto perfetto, almeno secondo il Leather Head Food Institute.

Ora, confesso una personale intolleranza al dibattito e metto le mani avanti. Il mio punto di vista sulle infinite e sempre contrastanti teorie su cosa sia giusto o meno ingerire, e in che quantità, è assimilabile a quello di Guccini nell’avvelenata, ovvero “secondo voi ma chi me lo fa fare di stare ad ascoltare chiunque ha un tiramento”, o per dirla all’inglese, “Give me a fucking break”.

Non c’è giorno che qualcuno non ci spieghi come dobbiamo alimentarci, scardinando ovviamente centinaia di anni di esperienze culturali e acquisizioni nutrizionali precedenti. La costante è sempre l’affermazione di una di queste nuove diete “muscolari” che personalmente mi intrigano come la lettura de fondi di caffé.

I motivi per cui questo regime alimentare sarebbe ottimale sono comunque questi: il salmone è ricco di Omega 3 e tiene sotto controllo il colesterolo, il pane integrale ha l’acido folico utile per cervello e donne incinte, il pollo la le proteine giuste per la massa muscolare e l’acido pantotenico che si trova nelle lenticchie aiuta a ridurre stanchezza e stress. Il determinismo con cui si giunge al risultato è così esaltante che viene da chiedersi se serviva un istituto anglosassone per tali conclusioni.

Ma uscendo da un campo in cui servirebbero ben maggiori competenze della mia (anche se ci sarebbe da dire parecchio sulle reali proprietà nutrizionali dei salmoni e dei polli che mangiamo usalmente), apriamo almeno qualche questione e condividiamola:

Questo presunto salutismo non è quasi sempre freddamente matematico e privo di approfondimenti sul tema della qualità dei cibi? A me pare cavalchi un certo isterismo collettivo acritico e avvilente. In più, nella sostanza, mi pare difficile che sposti minimanente le reali abitudini delle masse. Che non sono solo quelle che azzannano junk food distrattamente, ma anche quelli cresciuti con un regime alimentare vario, godereccio e sopratttutto meno nazista.

Ma quanto ci costa mangiare sempre carne e pesce a ogni pasto? E i vegetariani? Dicono sempre che vivono bene. A sentire il Leather Head Food Institute senza pollo e salmone potrebbero morire a brevissimo.

La reperibilità poi. Mi sfugge dove l’essere umano medio lavoratore in pausa pranzo possa scofonarsi tutta quella roba.

E la dieta mediterranea. Ma non era anche un regime altamente equilibrato, oltre che particolarmente avvenente. Non vale più una fava?

[Crediti | Link: Dissapore via Corriere.it]