La madre di tutte le liste: il meglio del 2012

La madre di tutte le liste: il meglio del 2012

Da Cracco a Eataly, dall’hamburger di Blend al croissant del Pavé, dalla recensione di AA Gill a Masterchef Italia fino alla persona dell’anno, tutto il meglio del 2012, categoria per categoria, scelto dallo staff di Dissapore.

Heinz Beck, La PergolaRISTORANTE

Cracco, Milano. A rischio di apparire in piena sindrome di Stoccolma da MasterChef, il pranzo che ho preferito quest’anno è stato al ristorante di Cracco (Sara Porro).
La Pergola, Roma. Banale? Lo so, ma la prima volta in un tre stelle Michelin non si scorda mai. Ora il problema è smettere (Lorenza Fumelli).
Le Pré Catelan, Parigi. Frederic Anton ha raggiunto un livello di perfezione che definirei zen, e in questo momento è il più grande interprete dell’arte della variazione, oltre che probabilmente, assieme a Pierre Gagnaire, il miglior ristorante di Parigi. Bonus per la location clamorosa nel cuore del Bois de Boulogne (Fabio Cagnetti).
Osteria Francescana, Modena. Tre epiche cene sparse nel 2012 mi hanno ribadito perché stanno tutti perdendo la testa per Massimo Bottura. (Massimo Bernardi).
Villa Crespi, Orta San Giulio. Antonino Cannavacciuolo è un emigrato in Piemonte a cui manca Napoli. Di fronte al piccolo lago grigio/triste si mangia ogni sorta di bontà partenopea. Un omone dalla cucina delicata, ben fatta, bella (Cristina Scateni).
Locanda La Clusaz, Gignod. Servizio da stellato, sapore da osteria di grande livello, splendida cornice montanara, buona carta dei vini. Mi sono seduto con grazia, mi sono alzato col cric (Adriano Aiello).
Erba brusca, Milano. Le erbette dell’orto con la burrata, il galletto, la gramiccia espatriata in Padania… sostanza e stile (Sara Mariani).


risotto di go, da RomanoLOW COST

Manfred’s, Copenhagen. Nel bistrot di Christian Puglisi il menu degustazione a 32 Euro è la miglior occasione di assaggiare la Nuova Cucina Nordica a prezzi umani (Sara Porro).
— Cesare al Casaletto, Roma. E’ diventato ormai la misura aurea del rapporto qualità/prezzo, sia in cucina che in cantina (Fabio Cagnetti).
Da Romano, isola di Burano. Il risotto di go modellato con l’aiuto di un piccolo pesce dall’aspetto mostruoso è una meraviglia per diversi motivi. Favolosamente bianco, ha un sapore delicatissimo. Io solo so quanto mi merito la miniera per non aver chiesto che riso usano (Massimo Bernardi).
— Cibi cotti, Napoli. Donna Anna ha più di 90 anni, ma è una furia. Da lei si mangia pasta e… tutto (patate, cavolo, piselli, ceci), genovese, parmigiana da piangere, panzarotti fritti. Si urla l’ordine e si prende da soli. Ho speso indipendentemente da cosa ho mangiato sempre 8/10 euro (Cristina Scateni).


Romeo, RomaNUOVA APERTURA

Un Posto a Milano, dentro la Cascina Cuccagna. Non sembra nemmeno di stare a Milano, eppure è così milanese: IL posto a Milano (Sara Porro).
Romeo, Roma. A parte il nome anti-Google per eccellenza, il posto è molto bello, i protagonisti (un supergroup) molto bravi (Lorenza Fumelli).
Eataly, Roma. Inevitabilmente (Fabio Cagnetti).
Vallefredda, Labico. All’hashtag di Twitter #Confessioniprimadimorire causa profezia Maya ho scritto: vorrei tornare a Vallefredda. Ospitalità chic senza ostentazione in due parallelepipedi di laterizio incrociati (Massimo Bernardi).
Papageno cafè, Roma, viale Aventino. E’ un bistrot minuscolo, se non sai che esiste passi oltre pensando si tratti del retrobottega di qualche altro locale. Ma ci sono buoni vini e l’aperitivo è curatissimo sebbene giusto un pilucco (Sara Mariani).
M**Bun, Milano Torino. Dietro via Lagrange, bello, a misura di famiglia, e soprattutto con un meritorio rapporto prezzo/felicità (Andrea Soban).
Juan Alberto Bodeguita, Bologna. Ristorante e taperia, il luogo perfetto dove sfatare tutti gli stereotipi sui ristoranti spagnoli in Italia e scoprire salumi e vini che strappano lacrime e applausi (Giorgia Cannarella).


Eataly RomaNEGOZIO

— Eataly. A Milano il negozio dell’anno è già quello dell’anno prossimo. L’apertura è attesa nel 2013 (Sara Porro).
— Eataly, Roma. Paganini ripete (Fabio Cagnetti).
Tenuta Vannulo, Capaccio Scalo. Vannulo è l’incarnazione hi-tech di un’industria secolare, caseificio e yogurteria mettono in mozzarella e gelato tutte le cose per cui la vita sa di vita (Massimo Bernardi).
— Mercato Wagner, Milano. Pollo alla polleria, formaggio alla formaggeria e così via… Spesa lenta, accurata, chiacchierata. Prodotti cari ma eccellenti (Cristina Scateni).
Remigio, Roma. Sta a 200 metri da casa mia a Roma e da quando sono milanese i miei ritorni sono food-centrici. Con le bollicine però (Adriano Aiello).
Santo bevitore, Roma. Una traversa di via Tuscolana. Birre artigianali e ottimi consigli del gestore, arzillo cicerone dei luppoli (Sara Mariani).
Bottega delle Delizie, Bra. Un piccolo paradiso di cioccolata, birra, champagne, thè e biscotti, in cui fermarsi ore a parlare con i due proprietari, definibili solo come, appunto, deliziosi (Giorgia Cannarella).


Pavè MilanoPASTICCERIA

Pavè, Milano. Perfetta per la colazione grazie all’ottima scelta di brioche e dolci, all’aperitivo offre una selezione di cocktail deliziosamente demodè, come il Pimm’s. Niente di meglio di un sabato con colazione alle 12, e aperitivo alle 12:30, senza nemmeno cambiare posto (Sara Porro).
Vincent Dallet, Epernay. Non lo scopro certo io, visto che è membro di Relais Desserts dal 1995, ma per me è stato un’epifania. Anche se so che dire che i MacaRose, macaron ai biscotti rosa di Reims, sono buoni mi fa salire di un punto sulla scala Kinsey (Fabio Cagnetti).
Pasticceria Tabiano, Salsomaggiore. Gli abbonati alla pasticceria di Claudio Gatti, e al club dei trigliceridi, capiranno (Massimo Bernardi).
Caffè Sicilia, Noto. Per sempre (Cristina Scateni).
— Pavé, Milano. Non me ne fega nulla dei dolci ma il croissant di Pavé mi ha conquistato. Comunque la mia autorevolezza sul tema non è dissimile a quella di Tremonti sulla commedia dell’arte (Adriano Aiello).
La caramella, Bologna. Un po’ fuori città la pasticceria di Gino Fabbri, ma per servizio, prodotti, presentazione, non ho avuto colazione migliore (Andrea Soban).
Clivati, via Coni Zugna, Milano. Il kipferl alla marmellata è qualcosa di spettacolare (Sara Mariani).


Gelato Giusto, MilanoGELATO

Gelato Giusto, Milano. Gelateria di quest’anno, e del prossimo pure (Sara Porro).
Carapina, Firenze. Lo dico perché il gusto fragola c’è solo due mesi l’anno (Lorenza Fumelli).
— Otaleg, Roma. E’ stata una new entry folgorante, di rilevanza non solo romana. Una gelateria-acquario che combina perfettamente forma e sostanza (Fabio Cagnetti).
Gelateria Soban, Valenza e Alessandria. Per una vecchia scommessa ho preteso che l’amato editor di Dissapore mi spedisse a casa il gelato che fabbrica in cu*o al mondo. Da allora faccio sogni meritocratici tipo Andrea Soban sul gradino più alto alle Olimpiadi del gelato (Massimo Bernardi).
— Neve di Latte, Roma. Il maestro Di Pomponio avrà un gran bel caratteraccio (e ce l’ha) ma nessuno, credetemi, utilizza gli stessi ingredienti per fare il gelato (Andrea Soban).
Il Gelatauro, Bologna. Materie prime eccellenti per gusti di ispirazione meridionaleggiante, un trionfo di ricotta, pistacchi, gelsomino e bergamotto, ma anche frutta freschissima e intriganti abbinamenti con le spezie (Giorgia Cannarella).


Pizza, La Notizia, NapoliPIZZERIA

Il Paradiso della Pizza, Vimercate. Ormai lo preferisco al Tric Trac di Legnano, sempre strapieno e dove il servizio è lentissimo e accigliato. Inoltre, ha un’ottima selezione di birre artigianali, a buon prezzo. Un guidatore designato per rientrare da Vimercate a Milano è il regalo che vorrei trovare sotto l’albero (Sara Porro).
Sorbillo, Napoli. La Notizia, Napoli. F.lli Salvo, San Giorgio al Cremano. Pepe in Grani, Caiazzo. Mi è parso subito chiaro che tra questi Fab Four non avrei mai saputo scegliere (Massimo Bernardi).
— Sorbillo, Napoli. Mi fa incazzare la fila fuori, ma va a finire che la faccio sempre (Cristina Scateni).
— Saporè, San Martino Buon Albergo. Lo scibile delle pizze (romana, degustazione, tonda, ecc…) nell’impasto più leggero che abbia mai assaggiato, oltretutto a prezzi umani. E anche il panettone era buono, bravo Renato Bosco! (Andrea Soban).
— Paradiso della Pizza, Vimercate. L’apoteosi dell’ossimoro. Pizza sontuosa in locazione da DDR . Ma se n’è già parlato nel campionato (Adriano Aiello).
— Palazzo Pretorio, San Donato in Poggio (Fi). Gestione e savoir faire napoletani + paesaggio chiantigiano fanno un connubio impareggiabile (Sara Mariani).


Hamburger, Blend, ParigiHAMBURGER

Denzel, Milano. Sono poco qualificata dato che non mangio carne, ma il Denzel Fish, filetto di branzino impanato con tempura servito nella ciabatta con insalata, pomodori, maionese fatta in casa e limone, incontra le mie preferenze (Sara Porro).
Romeo, Roma. L’hamburger chiamato Umami di Cristina Bowerman, con ingrediente segreto. A oggi senza rivali (Lorenza Fumelli).
Tricolore, Roma. Quello con broccoli e arzilla, geniale rivisitazione di un classico un po’ dimenticato della cucina romana (Fabio Cagnetti).
— Denzel, Milano. Qualunque comprenda i broccoletti o le cime di rapa e non costi più di 10 euro. Se poi ne devo proprio dire uno da gastro-fighetto dico Denzel (Adriano Aiello).
Dario Doc, Panzano in Chianti. Cecchini ormai da anni resta il mio top (Sara Mariani).
Blend, Parigi. Semplicemente, il migliore assaggiato nel 2012. E sì che non mangiati… ma tanti (Andrea Soban).


Champagne, Pascal MazetVINO

Champagne Fleury ’99. In un Carrefour nei dintorni di Parigi ho scovato questa bottiglia a 20 Euro. Causa budget ristretto, ne ho comprate solo due: la scelta più sbagliata di tutta la mia vita. E questo includendo anche voi, ex fidanzati (Sara Porro).
Champagne Pascal Mazet Brut. Per quantità nel 2012 ha vinto lui (Lorenza Fumelli).
Donnhoff Oberhauser Brucke Riesling Eiswein “Boxing Day” 2010. Vendemmiato -come dice il nome- il giorno di Santo Stefano. L’intera produzione è stata messa all’asta a Bad Kreuznach lo scorso settembre: parliamo di 36 bottiglie. Due sono finite nella mia cantina, a una cifra piuttosto cospicua ma va bene così (Fabio Cagnetti).
Franz Haas, Manna 2008. Tra le bevute che ricordo meglio degli ultimi mesi. E tendono a essere tantine (Adriano Aiello).
Château de Malle. Il 2007 mi ha fatto scoprire il mondo magico dei sauternes, dal quale, temo, non si torni più indietro (Giorgia Cannarella).


birra, Zwanze, CantillonBIRRA

Brasserie Cantillon. La Framboise Lou Pepe del birrificio di Bruxelles (Sara Porro).
— Brasserie Cantillon. La Zwanze 2012 più che una birra è uno stile di vita. Zwanze significa caciara, la via belga allo stare bene. I fusti di questa gueuze al rabarbaro sono stati aperti contemporaneamente nei migliori pub del mondo, quello del Ma Che Siete Venuti a Fa’ è durato tredici minuti (Fabio Cagnetti).
Brasserie Lefebvre. La Blanche de Bruxelles è un validissimo sostituto dell’acqua, senza bersi una birra dozzinale. D’estate scende giù come un pupo da un bob sulle Dolomiti (Adriano Aiello).
Baladin. Isaac: “Forse un mattino andando in un’aria di vetro…” recita l’etichetta. dottissima (Sara Mariani).
Lurisia 8. Buona, dolce e delicata come piace a me (Andrea Soban).
Birrificio Torrechiara. La Panil Barriqueè Sour dimostra che quando gli italiani si danno alla fermentazione spontanea, lo fanno per bene (Giorgia Cannarella).


Grazie, ParigiAPERITIVO

Pisacco, Milano. Acciughe del Cantabrico, mandorle tostate, una piccola selezione di vini naturali al calice, oppure un ottimo Martini cocktail in versione mini – per me la soluzione perfetta, visto che dopo un intero Martini Cocktail la massima attività che riesco a svolgere nel resto della serata è mangiare cibo spazzatura guardando tv spazzatura (Sara Porro).
— No.Au., Roma. L’americano aromatizzato alla spina realizzato dai bartender di Jerry Thomas Project, in mescita, ahimé, solo episodicamente (Lorenza Fumelli).
Enocratia, Milano. Per il cibo, per il vino, per la simpatia (Fabio Cagnetti).
Grazie, Parigi. Oscar Quagliarini sperimenta e io godo (Cristina Scateni).
I pesciolini, Milano. Tartare ultrafresche e carpacci speziati (Sara Mariani).


Salone del gusto 2012EVENTO

25° anniversario del Louis XV di Alain Ducasse, a Monte-Carlo. Err, vi ho già parlato di quella volta che ci sono stata? (Sara Porro).
Salone del Gusto 2012, Torino. Perché nel bene e nel male è sempre uno specchio fedele della realtà enogastronomica italiana (Lorenza Fumelli).
Presentazione delle guide dell’Espresso, Firenze. Il più onnicomprensivo rendez-vous di personalità enogastronomiche del 2012. Anche al netto del penetrante afrore di totano fritto che permeava la sala tutta (Fabio Cagnetti).
Identità Golose. Ho ascoltato lì il re del cevice (Gaston Acurio) e mi sono innamorata di lui e delle sue ricette (Cristina Scateni).
— Identità Golose. La mia prima volta. Al netto degli sponsor invadenti e degli onnipresenti è stata coinvolgente. Solo lì ho potuto vedere tal Bottura abbracciare una editor di dissapore esclamando “La mitica…, finalmente ti conosco!” (Andrea Soban).
Salone del gusto, Torino. Al di là di tutte le polemiche, cinque intensi giorni di scoperte (Giorgia Cannarella).


L'arte della pizza, Gabriele BonciLIBRO

Diversamente cotto, Tommaso Fara. Mi ha lasciato a bocca aperta per la bellezza delle foto e il fascino delle ricette. “Ricette”, poi: se cuocere un intero maiale sottoterra si può considerare una ricetta (Sara Porro).
The art of the restaurateur, Nicholas Lander. Sognate di aprire il vostro ristorante? Leggete il libro del critico del Financial Times e ristoratore lui stesso, Nicholas Lander, scoprirete se siete tagliati per questo mestiere. Voli pindaric meno di zero (Massimo Bernardi).
Il gioco della pizza, Gabriele Bonci. Non se ne potrà più di citarlo ma il suo entusiasmo pizzocentrico è contagioso e sanamente nazionalpopolare (Adriano Aiello).
The little Paris Kitchen. Ricette francesi rivisitate da un’Amelie viet-londinese. Zero kitsch e molto gustoso (Sara Mariani).
Restaurant Man, Joe Bastianich. Divertente, ironico, esagerato (Andrea Soban).
La grammatica dei sapori, Niki Segnit. Originale, interessante, lettura piacevolissima e diversa da qualsiasi altro libro (Giorgia Cannarella).


Evernote FoodAPP

Instagram. Perché, non è food? (Lorenza Fumelli).
— Instagram. Adoro spiare ciò che mangiano gli altri: nell’ambito food porn, io rientro nella categoria “voyeur” (Sara Porro).
Evernote Food 2.0. Appena uscita: esplora ricette tra blog e siti web, memorizza le nostre, trova i ristoranti, salva le recensioni sull’iPad e le rende immediatamente disponibili sull’iPhone, è gratis! L’assistente personale del vero foodie (Massimo Bernardi).
— Evernote Food. Che mi ha fatto capire quanto possano essere utili le app sul cibo, ma anche quanto poco io sia interessata a usarle (Giorgia Cannarella).


Masterchef 2PROGRAMMA TV

The Perennial Plate. Non è in tv ma è una splendida web serie, una coppia di ragazzi in giro per il mondo filma storie di cibo sostenibile (Sara Porro).
Masterchef. Evidentemente, anche se è appena ricominciato. Il divario qualitativo con tutti gli altri programmi di cucina in tv c’è ed è nettissimo (Fabio Cagnetti).
— Masterchef. Perché è un guilty pleasure che mi fa sentire televisivamente meno snob. Però Cracco che stringe intensamente gli occhi pare sempre un piccione in amore (Adriano Aiello).


L'ami Louis a ParigiRECENSIONE

Pete Wells, Guy’s American Kitchen & Bar. Le stroncature di ristoranti (che io non scrivo, per eccesso di empatia con i ristoratori, vedi sopra a proposito degli ex fidanzati) sono il mio guilty pleasure. E la stroncatura, al confine con un rant, del ristorante di Guy Fieri a Times Square fa ridere ad alta voce (Sara Porro).
— La rece de La Pergola scritta per la guida Espresso 2013 è psichedelìa pura (Lorenza Fumelli).
Sara Porro, Noma. Si può? (Fabio Cagnetti).
AA Gill, L’Ami Louis. Sarà, come dicono, sboccato, ostile al cibo e ai ristoranti. Ma il modo in cui a Marzo, il critico del Time di Londra ha eviscerato il presunto segreto meglio tenuto di Parigi, L’Ami Louis, mi procura un brivido ancora adesso: L’Ami Louis è, tutto considerato, entre nous, il peggiore ristorante del mondo (Massimo Bernardi).
Fabio Cagnetti, Otaleg. A distanza di mesi la ricordo ancora perfettamente, ma qui scatta il lato professionale. Non vivessi di gelato direi Noma di Sara Porro (Andrea Soban).


carlo cracco, copertina, gq,PERSONA

— Michael Pollan. Con il nuovo libro in uscita l’anno prossimo, “Cooked”, dedicato all’importanza dell’atto di cucinare, Michael Pollan (Il dilemma dell’onnivoro) si conferma il più grande narratore di cibo contemporaneo (Sara Porro).
— Francesco Guccione e Gianfranco Soldera. Perché bisogna andare avanti, a testa alta nella bufera (Fabio Cagnetti).
— Valerio Massimo Visintin. Perché dopo averne apprezzato lo stile di critico sul Corriere della Sera, l’ho visto finalmente in carne, ossa e faccia, ma dovrete uccidermi per saperne di più (Lorenza Fumelli).
— Carlo Cracco. Nuff said (Massimo Bernardi).
— Oscar Farinetti (Sara Mariani).
— Enrico Vignoli. Ideatore e organizzatore del Postrivoro (Giorgia Cannarella).
— Gabriele Bonci. Temevo la pompa dei foodblog, della tv, di mia sorella che mi ha letteralmente sfranto nel tentativo di replicare a casa le ricette del suo libro. Ma il sapore delle sue pizze, dei suoi lievitati supera la leggenda (Andrea Soban).

[Crediti | Immagini: Google Immagini]