Caro Mercato del Duomo di Milano: se vuoi fare concorrenza a Eataly non chiedermi di pagare il bagno

Caro Mercato del Duomo di Milano: se vuoi fare concorrenza a Eataly non chiedermi di pagare il bagno

Per far concorrenza a Eataly la ricetta prevede un sapiente mix di prodotti di nicchia, piccoli produttori coinvolti nel progetto e una ristorazione degna della nuova tipologia umana di mangia-hamburger nonché di fantomatici esperti di street food.

Il gestore delle aree di servizio in autostrada, seguendo queste semplici linee guida, ha dato vita in piazza Duomo  al suo progetto di sosta gourmet, Il Mercato del Duomo, sovvertendo la regola base di Autogrill, quella del servizio toilette gratuito.

Il mercato del Duomo, Milano

Il mercato del Duomo, Milano

Il mercato del Duomo, Milano

Certo, qui non siamo in autostrada e nessuno parcheggia fuori solo per fare pipì, ma se c’è una cosa certa nella vita è che, per tutte le necessità, c’è sempre il bagno di McDonald’s o Autogrill, cascasse il mondo.

E invece no.

Questa è la vetrina più chic e meno democratica di Mr Autogrill, che ha puntato tutto sulla conquista del gastrofighetto milanese, costruendo a suo uso e consumo gli spazi del mercato e della ristorazione, ma poi ha inserito nel progetto una sorta di ultra tecnologico gabinetto alla giapponese (il wc ruota, si muove, fa quasi paura) che si paga 50 centesimi, che eventualmente verranno rimborsati se si consuma all’interno.

Il mercato del Duomo, Milano

Il mercato del Duomo, Milano

Il mercato del Duomo, Milano

Ma andiamo in ordine.

Per arrivare al mercato bisogna salire dal piano terra affacciato su Piazza Duomo.

Qui si può comprare e soprattutto assaggiare: a differenza di Eataly, dove non ci sono molti taste-point, qui tutti ti fanno assaggiare quasi tutto.

Un buon inizio: non che io vada in cerca di pranzo a scrocco, ma si sa che può essere motivante.

Il Mercato del Duomo, Milano

Il Mercato del Duomo, Milano

Il Mercato del Duomo, Milano

Oltre alle isole in cui si può fare la spesa (pane, verdura e frutta, formaggi, gastronomia), ci sono punti di ristorazione veloce in cui si può iniziare dalla colazione.

Ma, preferibilmente, ci si fa il brunch.

Il Mercato del Duomo, Milano

Il Mercato del Duomo, Milano

Il Mercato del Duomo, Milano

Il Mercato del Duomo, Milano

C’è la caffetteria, il forno e c’è la pizza al trancio.

Ha una bella faccia, ma costa la bellezza di 5 euro: va bene che il pomodoro è italiano, la mozzarella è “selezionata”, e l’impasto è fatto con lievito madre, ma con 5 euro in alcuni posti ci si mangia una marinara serviti al tavolo, dai.

Il Mercato del Duomo, Milano, pizza

Il Mercato del Duomo, Milano

Ci sono anche i presidi Slow Food, che non si dica che quelli li hanno solo da Farinetti.

Il Mercato del Duomo, Milano

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E poi i prodotti: provate a immaginare un mercato in stile Eataly, perché è inutile negare che l’ispirazione sia quella, senza nemmeno una una birra con logo Baladin.

E poi, l’immancabile onnipresente Caffè Kimbo, che ti riporta subito all’espresso bruciato oltre ogni sopportazione in 8 Autogrill su 10.

Ecco, insomma, i grandi classici ci sono, mancano solo i Grisbì in offerta e la noce di prosciutto al pepe.

Il Mercato del Duomo, Milano

Il Mercato del Duomo, Milano

Il Mercato del Duomo, Milano

Il Mercato del Duomo, Milano

Si sale di un altro piano e si arriva al gigantesco ristorante diviso in sezioni: c’è il wine bar con le insalate, i piatti freddi, il vino e le birre artigianali (le stesse che si possono acquistare al piano di sotto).

Poi abbiamo “il pastaio”, l’angolo street food e fritti dove si possono scegliere i tagli di carne e pesce e farseli cucinare al momento.

Il Mercato del Duomo, Milano

Il Mercato del Duomo, Milano

L’impressione è che, di certo, il bistrot (nuovo modo creativo per chiamare un self service) non brilli per originalità.

Ad esempio, nella sezione della pasta, tra i piatti del giorno si contavano (il mercoledì della mia visita) il riso al salto, le lasagne alla caprese, pasta al ragù, pasta alla amatriciana, al pomodoro e (guizzo finale) alle zucchine e menta.

Più che al popolo gourmet sembrano strizzare l’occhio alla sicura Maria in gita con l’ombrello sottobraccio.

Il Mercato del Duomo, Milano

Il Mercato del Duomo, Milano

Il Mercato del Duomo, Milano

Forse, però, lo street food… E invece.

L’hamburger è degno, ma dimenticabile. Il misto di fritti, con millantati mondeghili al plurale, ne conta solo uno (buono, ma il resto è così così).

Costi accessibili, pane fresco e di mio gradimento.

Il Mercato del Duomo, Milano

Il Mercato del Duomo, Milano

Al piano numero 3, poi, ci sono Bollicine (era vuoto all’ora di pranzo e mi sono imbarazzata ad andarci da sola a ficcare il naso, ma da lontano pareva un po’ più chic del piano di sotto).

Poi c’è Spazio di Niko Romito, che vi ho raccontato qualche giorno fa.

Il Mercato del Duomo, Milano

Perché sì:

– se riuscite ad accaparrarvi un tavolo vicino alle finestre (alcune danno sulla Galleria) ne vale la pena;
– la scelta è comunque ampia (rispetto al panino da pausa pranzo in centro);
– se in extremis vi manca qualcosa per la cena, potete anche fare la spesa;
– mentre mangiate potete caricare i cellulari al tavolo e (in alcune sezioni) anche usare internet attraverso i tablet da tavola (e il wifi è gratuito e aperto)

Il Mercato del Duomo, Milano

Il Mercato del Duomo, Milano

Perché no:

– nessuno vi dice che, al momento in cui fate lo scontrino, dovreste anche richiedere il vostro voucher per il bagno. A me nessuno ha detto nulla, e dopo pranzo ho dovuto pagare 50 centesimi per andare a far pipì (50 centesimi che mi verranno rimborsati grazie ad un buono sconto al prossimo acquisto). Io il buono naturalmente l’ho già perso.
– se non specificate due volte “piccola”, di default vi appiopperanno la bottiglia d’acqua da 75 cl, con il tappo “a risucchio”;
– la pasta al pomodoro, a parte casi sporadici, è sempre meglio a casa propria.

Il Mercato del Duomo, Milano