Dove andate quando la voglia di un panino al lampredotto vi sorprende impietosa? E sapreste farlo in casa?

Dove andate quando la voglia di un panino al lampredotto vi sorprende impietosa? E sapreste farlo in casa?

Se i fiorentini non dicono mai cose cattive sul lampredotto, ripetendole almeno un milione di volte criticoni e pungenti come sono, è perché non ne esiste nemmeno una da dire. Al massimo, ai mangiatori abituali, quand’avranno 80 anni potrebbe capitare una vendetta dell’apparato digerente.

Vi è piaciuto l’attacco?

E’ che se di solito proviamo a mantenere un’aggraziata distanza fra noi e il racconto del cibo, il lampredotto fa a pezzi quella distanza. Dissapore ama il lampredotto in modo totalmente spudorato.

Per questo chiediamo ai fiorentini (anche ai diversamente fiorentini, nel senso di persone che non vivono a Firenze ma sull’indirizzario del lampredotto sanno tutto lo stesso) di esercitare il rifiuto compulsivo dei segreti. Segnalate subito a Gente del Fud –il sito che mappa, commenta e tramanda i prodotti tipici nazionali, dove andate quando la voglia di panino al lampredotto vi sorprende impietosa, in certe domeniche piovose o anche, ammettetelo, nelle estati appiccicose del capoluogo toscano.

Facciamo anche un regalo, sapete? 12 kg di pasta Garofalo. Per portarsi a casa la pasta non limitatevi a commentare, bisogna segnalare.

Non pensate a un amore di facciata. Non siamo i tipi tutti cibo vegano e vestitini vintage che si bullano in pubblico di ciò che non è. Con il lampredotto sappiamo di mangiare uno dei quattro stomaci del bovino, l’abomaso, formato da una parte magra, la gala, e una grassa, detta spannocchia, cotto in acqua a lungo per un’ora dopo essere stato lavato e sgrassato.

Da Nerbone, piazza del Mercato Centrale 12, l’indirizzo classico dove ci si mette in fila con i giapponesi, lo scaldano nei pentoloni dei banchini e lo servono semplice, con una spruzzata di sale o pepe, oppure con la salsa verde o l’olio piccante. A chi desidera uno scatto di gusto ulteriore, ma lo chiedono prima, bagnano per metà il pane toscano, chiamato semelle, nel suo stesso brodo. Comunque il nostro posto preferito per il lampredotto è Mario, in piazzale di porta Romana.

Mentre voi segnalate gli indirizzi giusti i blogger di Gente del Fud ci mettono il carico con una ricetta spettacolare, la parola passa a Maria Grazia Viscito, foodblogger del sito Cooking Planner.

lampredotto

Ingredienti

  • 700 g di lampredotto
  • Un buon brodo di carne (io ne ho usato 4-5 litri; c’è anche chi usa direttamente solo acqua…)
  • Una carota
  • Una cipolla
  • Una patata pelata
  • Qualche pomodorino
  • Sale
  • Pepe
  • Buccia di limone grattugiata
  • Salsa verde (fatta con olio, prezzemolo e capperi)
  • Una spianatoia (è d’obbligo)

Panino col lampredotto

Procedimento

In una pentola capiente mettere il brodo, la patata sbucciata, la cipolla, la carota e qualche pomodorino.

Portare a bollore e aggiungere il lampredotto. Cuocere a fiamma bassa per circa tre ore.

Quando le tre ore saranno passate, prendete il lampredotto, poggiatelo sulla spianatoia e tagliatelo a striscioline.

Conditelo con olio extravergine di olive, sale, pepe e zeste di limone grattugiate.

Accompagnate con una salsa verde (fatta in precedenza, a occhio, frullando col minipiemer prezzemolo, capperi e olio evo in quantità) e un bel panino. Senza un panino, non è lampredotto.

E adesso torniamo a bomba: quali imperdibili indirizzi volete segnalare a Gente del Fud per il lampredotto? Vi aspettano 12 kg di pasta Garofalo.