Perché è fallita la mia intervista a Nigella Lawson (e perché sarebbe fallita anche la vostra)

Perché è fallita la mia intervista a Nigella Lawson (e perché sarebbe fallita anche la vostra)

Per me è sempre stata una donna formosa, al massimo la giunonica Nigella Lawson. Per le mie fidanzate, tutte, una spaventosa vescica di lardo. Sarà, ma quando la Nigella assaggia, gusta, impasta e poi immancabilmente si lecca le dita è come guardare un porno d’autore. Ossessionato no, però questa eccitazione da liceale brufoloso che sento salire per un’intervista alla sexy-cuoca inglese è ridicola. Sono solo domande.

Peraltro Nigella, una decina di best seller culinari, numerose serie-tv in Inghilterra, negli Usa e in Italia (su Gambero Rosso), è dimagrita. Dopo mesi di dieta ferrea e corse in reggiseno sul tapis rulant, immagine che ha scaldato i gelidi inglesi, oggi il suo corpo potrebbe rientrare nei jeans del liceo. Peccato, prima di sottoporre le curve burrose a una decrescita non so quanto felice, la domestic goddess poteva aspettare di essere intervistata da me.

Non dovrei prenderla così, sono un giornalista diamine. Piuttosto, dovrei chiedere conto a questa felice antinomia di Benedetta Parodi, delle illazioni sul fatto che, proprio come l’italiana, non sappia cucinare. E di come due mammas umbre, cui il Daily Mail aveva perfidamente chiesto di replicare le ricettte di Nigellissima, programma televisivo dedicato alla cucina italiana con spin-off libresco, si siano sbellicate dalle risate nel leggere la ricetta della “Meatzza“, polpettone cucinato a forma di pizza, e altre discrete pacchianate.

Nigella Lawson

E insomma, c’è un limite, sulla buona cucina Dissapore non può sorvolare. Sarò duro, severo, intransigente, rigoroso: la Gabanelli del giornalismo gastronomico. Mi hanno anche suggerito domande impertinenti, tipo:

— E vero che la notte ti alzi per andare a mangiare gli avanzi della cotoletta, freddi di frigo?
— Come fa una casalinga qualsiasi a diventare domestic goddess senza avere un marito che la mantiene (Charles Saatchi, tycoon dell’arte e dell’advertising) e una casa nel centro di Londra con un hortus conclusus di enne mq?
— Come ti fa sentire il fatto che il tuo peso sia continua fonte di dibattito, a metà tra idolo delle curvy e apologa del cibo spazzatura?
— Cucineresti mai un Mars fritto in casa di un italiano?
(Ci sarebbe anche: posso accarezzarti i capelli?)

Alla fine, in un mattino grigio-milanese, sono al cospetto di Nigella. Pelle di porcellana, capelli lunghi neri e lucidissimi, décolleté diabolico, vita stretta e fianchi morbidi. Dicretamente perso nella sensualità di quelle curve ma deciso a tenere il punto. Ancora un po’ di pazienza, Nigella cucinerà dopo le mie domande, prima tocca a Laura Ballia del Corriere, ascolto la sua intervista.

nigella lawsonCorriere: “Nigella, sola in un’isola deserta con una ricetta italiana e basta, cosa sceglie?”
Nigella: “E’ una risposta molto difficile perché mi piace tanto il fritto misto di pesce, come fanno a Venezia, ah quelle “moleche” (sarebbe moeche, granchi della laguna veneziana, ma fa niente), mi piace anche il formaggio italiano, potrei mangiare CHILI di gorgonzola, e a dicembre, il risotto con i tartufi bianchi di Alba”.

Quando dice chili, scandendo bene la parola in un italiano ruspante e carnale le mie sicurezze vacillano. E non ci sono macaron, muffin o cupcake nella sua wishlist. Questo è un colpo basso: moeche, gorgonzola e tartufo bianco d’Alba.

Corriere: “La sua bellezza, la sua fisicità, quanto l’hanno aiutata?”
Nigella: “In Inghilterra e negli Stati Uniti ogni donna dev’essere magra come un grissino, è importante non uniformarsi, per me sarebbe impossibile perché il cibo mi dà troppo piacere. Ed è un piacere che non voglio vivere da sola, per essere felice devo condividerlo con gli amici”.

No, così non vale. Dio, Nigella, non sei solo la serie di curve più armoniosa che l’anatomia abbia concepito, sei una maestra del pensiero, la vera maître à penser per noi di Dissapore.

Ecco, tocca a me. Dovrei fare l’intervista, dovrei tenere il punto, ma ormai sono svuotato, del tutto ipnotizzato da questa divinità della cucina nero-fasciata con tacco alto ma non troppo.

“No, niente intervista, voglio solo vedere Nigella cucinare. Quando la Nigella cucina è come guardare un porno d’autore”.

[Crediti | Link: Telegraph, Daily Mail, YouTube, CorriereTv. Immagini: Telegraph, Daily Mail, Vogue]