Le recensioni dei ristoranti che nessuno ha letto (neanche) questa settimana

Le recensioni dei ristoranti che nessuno ha letto (neanche) questa settimana

Per chi scrive le recensioni dei ristoranti il critico gastronomico della carta stampata? Siamo seri, oggi che i portafogli piovono sangue mentre online si trovano –GRATIS– blog attendibilissimi e social network aggiornati, chi comprerebbe una rivista per leggere recensioni di ristoranti?

Proprio qui interviene Dissapore radunando le grandi firme della carta stampata di questa settimana.

Paludate, un po’ trombone ma in fondo, ancora necessarie.

Osteria del Mirasole

OSTERIA DEL MIRASOLE, via Matteotti 17, San Giovanni in Persiceto (BO).

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Non sapete dove va a mangiare i tortellini Massimo Bottura, “stimato da tutti i cuochi del mondo”, quando non ha voglia di spadellare? Ve lo dice Enzo Vizzari nella rubrica “La Tavola” del settimanale L’Espresso.

Va da Franco e Anna all’Osteria del Mirasole, “l’unico posto al mondo dove i tortellini sono buoni quasi quanto i suoi”.

Attenzione “inguaribili golosi”, qui non avrete scampo, colpa degli antipasti a base di fegato e fegatini di pollo, della coppa di testa, dello stoccafisso.

Con i primi “il palato si emoziona come quello di un bimbo al suo primo piatto di pasticcini” (le svisate poetiche del direttore della guida I Ristoranti dell’Espresso sono memorabili). I tortellini alla crema di latte, ovvero panna da affioramento, sono “qualcosa di inspiegabile per intensità, gusto, precisione”. Tagliatelle al ragù, lasagne verdi e gramigna con verze e salsiccia producono altre svenevolezze di Vizzari.

Tra i secondi risaltano frattaglie e cotture alla brace con fiorentina, salsiccia, agnello e costine bagnate dall’inevitabile Lambrusco.

Facciamo di conto: sei menu degustazione da 35 a 85 Euro, sotto i 50 scegliendo alla carta.

Fontanella di Porta Sole, Perugia

FONTANELLA DI PORTA SOLE, via delle Prome 2, Perugia.

“Mangia e Bevi”, il giro d’Italia di Gianni Mura documentato da “Mangia e Bevi”, la sua rubrica settimanale sul Venerdì, conduce il barbuto giornalista di Repubblica a Perugia.

“Porta i piatti in tavola, stappa il vino, redige il conto e scambia battute con gli avventori”, Gino Gianantoni è “l’one-man show” del ristorante in pieno centro, a pochi passi dal Palazzo dei Priori. Si esibisce la sera, passando da un fornello all’altro della cucina sino alla piccola sala da 25 coperti dove serve una cucina perugina schietta e qualche idea singolare.

Niente antipasti ché a sentir lui “rovinano il pasto”, la carta dei vini c’è ma non viene portata al tavola. Ci sono anche i formaggi però non cercateli sulla carta, non li troverete. Seguono le specialità della casa: “mbrecciata”, una zuppa di legumi e cereali, i “ricci” all’uovo (sorta di fusilli all’uovo), gli spaghetti alla chitarra con fave e barbozzo (guanciale).

Tra i secondi domina la carne alla brace: bistecche, scottadito d’agnello, “mazzafegati” (incrocio tra salsiccia e fegatello) e ancora trippa, pollo alla diavola, coratella d’agnello alla cacciatora. Dolci semplici e buoni i dolci.

Gianantoni –“un uomo solo al comando”– offre un rapporto prezzo/felicità dal quoziente elevato: 7/8 Euro i primi, secondi 10/17 Euro, 4 Euro i dolci.

Civico 12, Avellino

CIVICO 12, Corso Umberto I 16, Avellino.

Ancora Enzo Vizzari, ancora L’Espresso di questa settimana, stavolta con una segnalazione al Sud. A due passi dal duomo di Avellino, per essere precisi, dove “finalmente esiste un riferimento per belle bevute da accompagnare a qualche piatto”.

Motivo dell’interesse per il nuovo wine-bar irpino sono i i vini ovviamente, Barolo, Amarone, le migliori annate dei Turasi, fino ai bianchi friulani, da abbinare tanto per cominciare ai salumi della zona: dal prosciutto di manzo al capocollo di cinta senese passando per la mortadella d’oca.

Poi la carne, italiana ed estera: fassona o angus, marchigiana o black angus, le paste fresche, i porcini, il tartufo e alcune ricette della tradizione.

Conto sui 25 Euro.

Iyo a Milano

IYOVia Piero della Francesca 74, Milano.

Questa settimana Roberto Perrone, prima firma sportiva che centinaia di trasferte negli stadi hanno convertito alla causa della buona cucina, ha assegnato gli oscar gastronomici del 2014 di “Scorribande”, la sua rubrica del venerdì sul Corriere della Sera. 

Cuoco dell’anno è Haruo Ichikawa “straordinario interprete dell’arte della cucina giapponese ripensata con prodotti e gusto italiano”. Anche grazie all’aiuto del suo alter ego Lorenzo Lavezzari. “Insieme i due governano la cucina di Iyo, a Milano, primo etnico ad aver ottenuto una stella”.

Maestro di sushi, Ichikawa eccelle nelle millefoglie di ricciola, nel mango thai con emulsione al mandarino e pepe di Sichuan, nelle costolette d’agnello gallese marinato nella miso e crema di carote glassate allo zenzero. Uno spettacolo.

Conto da 30 a 70 euro con vini italiani e classica birra giapponese Asahi, sennò che fusion è?

[Crediti | L’Espresso, Il Venerdì di Repubblica, Corriere della Sera]