Salone del Gusto 2012: la caccia al tesoro in liveblog

Salone del Gusto 2012: la caccia al tesoro in liveblog

Ci siamo, la prima delle tre tappe della Caccia al Tesoro ( 26, 27 e 29 Ottobre) sta per iniziare. Queste le squadre in campo: io, Lorenza, sono il vostro avatar, la vostra marionetta, l’impavida Lara Croft de noantri, per capirci. Voi, coltissimi lettori di Dissapore, siete i giocatori. Il nostro playground? L’intero Salone del Gusto e Terra Madre 2012, in diretta live blog dal Lingotto di Torino.

E’ una caccia al tesoro, giusto? Quindi ad ogni tappa mi dovrete guidare attraverso un percorso insidioso, fatto di indovinelli da risolvere e indizi nascosti. Ogni giorno, il più scaltro di voi, quello che indovinerà il quesito finale, riceverà in omaggio un tesoro. Per non rimanere indietro aggiornate spesso la pagina. Io sono pronta, voi?

Partiti.
Il primo indizio so dove trovarlo, è qui da qualche parte, nello stand principale di Slow Food.

11:49 – Salgo le scale verso il caffè letterario, alcuni giornalisti parlano di informazione di qualità sulla carta stampata. Penso per un istante a quello che sto facendo, qui, in diretta i-phonica dal Salone del gusto e rifletto perplessa. Poi, finalmente, la vedo. Bella come il sole, indizio stretto in mano e sorriso luminoso.


11:56 – Leggo: “Per risolver questa tappa e un tesoro conquistare, la terra dei castelli dovrai attraversare”. Ecco, lo sapevo. Sono già confusa. Mentre mi guardo intorno cercando ulteriori informazioni, buttatevi. Di quale luogo si sta parlando?

12:16 – Brava Eliana! La mia terra, il Lazio, i Castelli Romani. Avete presente? Corro quindi nel terzo padiglione, guardo ogni stand, scruto i volti interrogativi dei produttori e trovo infine uno strano signore circondato da formaggi piuttosto appetitosi. È Vincenzo Mancino di DOL e ha qualcosa per noi.

12:24 – Leggo l’indizio: “Nella terra dei castelli di colline ne son tre, quella tonda è ben gentile e del vino qui c’è il re”…Facile, no?

12:42 – Era un inganno! Non erano i castelli romani, ma proprio loro: le langhe! Ritorno correndo verso il secondo padiglione e per un istante spero di trovare l’indizio successivo allo stand del consorzio tutela vino alta Langa. Un goccetto ci stava. Propongono un paio di bicchieri  a €5, si tratta di bollicine metodo classico Docg. Noto  che molti espositori quest’anno hanno optato per gli assaggi a pagamento, forse per evitare l’effetto acchiappo e scappo. Ma torniamo a noi.

12:47 – In questo istante il Salone del Gusto si sta affollando all’inverosimile. Si passa a fatica attraverso gli stand, fa caldo. L’atmosfera è comunque bella e molti sorrisi alleggeriscono la mia affannosa ricerca.
13:28 – C’è persino un tipo intento a suonare, e con talento, le bottiglie di vetro per una campagna di sensibilizzazione su riciclo e sostenibilità. Applausi per lui dal pubblico passante.
13:32 – A furia di girare, proprio mentre stavo per perdere le speranze, eccolo: il giovane espositore del laboratorio “la cucina delle Langhe”, ha qualcosa per me. Purtroppo non si tratta di un piatto dei loro raviolini al Plin, ma del nostro indizio.

13:36 – Eccolo: “Cresce sull’erba, la stessa la nutre, non teme né il freddo né le alte pianure. In Italia ognuno la vuole per se, magari bollita o già cruda com’è”. Siamo nelle Langhe e questo è quel che dobbiamo trovare. Chi mi aiuta?

14:07 – Bravi, è proprio il consorzio della Granda, la Fassona piemontese oggi obbligatoria per chiunque faccia ristorazione. Corro allo stand e un giovane cameriere mi passa il prossimo  indovinello
14:10 – Questo è difficile…”Avete il tempo di una focaccia che stanno per sfornare per dirci dove dobbiamo andare, e se in quella provincia volete arrivare una canzone bisogna intonare.” Dunque si tratta di un luogo, una città, mi suggerisce il giovane. Quale?

15:04 – Esatto, non ci sarei mai arrivata, è la provincia di Imperia che ci interessa. Ad ogni modo anche io ci ero andata vicina. Quanto meno ho trovato la focaccia ligure!

15:05 – Mollo la focaccia e corro a cercare la Condotta di Imperia. Nello stand della regione Liguria, trovo una simpatica condottiera e il nostro indizio

15:08 – Leggiamo: “Ogni frutto ne contiene, quando è pronto lo si spreme, l’alimento è naturale, lo fa tutto lo stivale”. Mmm, io un’idea ce l’avrei. Voi?


15:21 – Ottimo, si tratta proprio dell’olio d’oliva. Mentre Ragioniamo su questo e sulla provincia di Imperia, mi affaccio in Friuli e assaggio la splendida trota affumicata di San Daniele da FriulTrota.

15:24 – E stand dopo stand finalmente lo trovo: l’olio – splendido –  prodotto in provincia di Imperia è l’olio di Franco Boeri, Olio Roi. È lui a chiudere la tappa di oggi e a mettere a disposizione di un lettore il suo tesoro.
15:28– Si tratta di tre bottiglie prodotte da tre cru dop della riviera ligure, la riviera dei fiori. Siamo nella Valle Argentina, luogo di nascita dell’oliva taggiasca. Un cru, il Rivagianca, si trova a 60 metri sopra il livello del mare mentre il Morga a Montalto ligure, arriva a 250 metri. L’ultimo, il cru Gaaci,  viene prodotto da un uliveto a 500 metri di quota. Stessa valle, stessi ulivi, diverse altitudini. Franco ne produce solo 2000 bottiglie l’anno, tre delle quali andranno in omaggio al lettore che risolverà l’ultimo indovinello

Quante piante di ulivo ha ROI a disposizione per la sua produzione di olio d’oliva? Un aiutino : è un numero compreso tra 4000 e 8000.

Il lettore che si avvicinerà di più al numero esatto riceverà il tesoro direttamente a casa. Per tutti gli altri l’appuntamento è domani per la seconda tappa de “la Caccia al tesoro”.

To be continued…