Pasticceria Mignone, Napoli: recensione del migliore babà a 1 euro

Recensione della Pasticceria Mignone di Napoli, celebre per i suoi babà. Il menu, i prezzi, le foto, l'ambiente, le nostre opinioni.

Pasticceria Mignone, Napoli: recensione del migliore babà a 1 euro

Siamo stati alla pasticceria Mignone, a Napoli, famosa per i suoi babà e per essere ancora una pasticceria classica napoletana tout court. La nostra recensione con prezzi, opinioni e foto.

Questa storia di trovare le migliori sfogliatelle ed i migliori babà di Napoli sta richiedendo un bel po’ di puntate: non è mica facile destreggiarsi. A Napoli città siamo a livelli di feticismo per questi dolci (ed altri) davvero paranoici. Ogni bar, ogni anfratto è disposto a mostrare la propria mercanzia alimentare dolce, millantando caratteristiche che – ahinoi – sovente non si riscontrano nell’assaggio.

Fattore non di certo secondario è il prezzo: negli ultimi anni si è verificata un’impennata dei prezzi non indifferente. Certo, questo non ci impedisce mica di prenderci il dolce: però dolci venduti facilmente ad un euro, un euro e venti, arrivano ora facilmente anche ad un euro e settanta. Questo range di prezzi si riferisce, ovviamente, ai dolci nelle loro versioni tradizionali. I dolci “rivisitati”, con farciture differenti, arrivano ed oltrepassano i due euro, con vette anche di 3,50 euro.

Un prezzo che diventa consistente, se pensiamo che a Napoli con circa 5 euro si può mangiare una media pizza margherita, cioè un pasto completo.

Indagando un po’ nel sottobosco delle pasticcerie low cost e low profile, siamo arrivati alla Pasticceria Mignone di Piazza Cavour a Napoli, famosa per i suoi dolci tradizionali e soprattutto avente la fama di un buon babà (abbiamo notato che questa cosa della fama del buon babà, a Napoli, se la portano parecchi).

Siamo andati a controllare la situazione per voi.

Pasticceria Mignone: una mini pasticceria

La Pasticceria Mignone si trova su di un lato di Piazza Cavour, Napoli, con precisione dove questa piazza confina poi con il gigantesco, fervente di novità, quartiere della Sanità. Un po’ nascosta, per i non avvezzi ai mille arzigogolii di Napoli sarà necessario un giro in più, ma seguite le mie indicazioni: appena individuata la fermata della metro Cavour, scendete sul lato più basso della piazza e la troverete alla vostra destra.

E’ una piccolissima pasticceria, con spazio sufficiente per l’asporto ed un unico banco dolci. Per la vendita, ci sono anche alcuni coloniali vari. Insomma, la più classica delle pasticcerie napoletane. Molto pulita, c’è anche una finestra sul laboratorio dove si può sbirciare il lavoro.

Il banco dolci, come dicevamo, è unico con qualche vetrinetta refrigerata supplementare. Sono presenti in esposizione i dolci tipici della pasticceria napoletana: sfogliatelle frolle e ricce, babà napoletani, zuppette, presenti sia in formato mignon che nel formato convenzionale.

Notiamo che, ormai sdoganati tutti i periodi per i dolci, sono presenti sia le zeppole di San Giuseppe (pasta choux ripiena con crema e sormontata di amarene), che l’ormai iconica pastiera napoletana: dolce che, per la quantità e la qualità di ingredienti (nonché il peso specifico di ogni “ruoto” di pastiera), meriterebbe lo status di bene-rifugio.

Il servizio è cordiale e celere. Durante la nostra visita, abbiamo trovato una sola persona dietro al banco.

Pasticceria Mignone: gli assaggi

La Pasticceria Mignone, come abbiamo già accennato, è una mini pasticceria dove è possibile prendere dolci al vassoio e consumarli poi in altro luogo. Non ci sono tavoli, appoggi, sedute disponibili per consumare questi buoni dolci napoletani in loco. Quindi, abbiamo dovuto ricorrere al metodo asporto, con un vassoio incartatato in carta monografata con i loghi della pasticceria.

Questa premessa è necessaria: abbiamo tenuto conto del trasporto (cosa non proprio facile da fare a piedi, in una Napoli piena di turisti del weekend), della deperibilità del prodotto, dell’inevitabile cambio di temperatura dei dolci. In poche parole, nel nostro insindacabile (platea ride, come da canovaccio) giudizio abbiamo tenuto conto dei fattori penalizzanti ed abbiamo cercato di fare una media ragionevole. Potreste vedere una sfogliatella un po’ ammaccata ed aperta.

Per un totale di 3 euro (tre-euro), abbiamo preso tre dolci classici della tradizione napoletana, come nostro solito: sfogliatella frolla, sfogliatella riccia e babà classico al rhum. Purtroppo lo scontrino è andato volatilizzato in un eccesso smanioso di raccolta differenziata ed un’accesa battaglia su “ma dove si smaltisce la carta termica?”. Fino ad ora è il prezzo più basso che abbiamo trovato per quanto riguarda i dolci della tradizione. Potrete facilmente verificare da soli ed uscirne stupiti, con lo stesso prezzo e bottino, dalla pasticceria Mignone.

Ma, al netto del prezzo già goloso, andiamo a vedere come questi dolci si sono difesi durante il nostro assaggio.

Sfogliatella riccia e frolla

Come da tradizione, partiamo con l’assaggio della sfogliatella frolla. Perfettamente tondeggiante, con una cupola ben cosparsa di zucchero a velo (da noi richiesto), si presenta uniforme e dal peso specifico alto. Dopo breve sondaggio tra gli astanti, decidiamo che sarà almeno un 130-150 grammi di sfogliatella. Una piccola bomba a mano per il gusto, una grande bomba per la dieta (faceva più o meno così, no). Peso a parte, è un bel dolce, con delle crepe decorative sulla cupola che però non ne scalfiscono la struttura. E’ ben chiusa e non si notano fuoriuscite di ripieno.

La temperatura è statica, né calda nè fredda: considerato il trasporto (quasi un’ora tra camminata ed auto), deduco che al momento dell’incarto mi è stata servita ben calda. La pastafrolla è molto “biscottosa”, molto spessa, si nota apertamente lo stacco tra il guscio ed il ripieno e questa non è una cosa che mi piace particolarmente in una sfogliatella, dove la fusione tra i vari ingredienti e consistenze è, a mio parere, uno dei punti forti di questo dolce napoletano. Nel complesso, la sfogliatella frolla della pasticceria Mignone è buona: buona pastafrolla, eseguita a mestiere, lievemente profumata grazie allo zucchero a velo. Ripieno con un buon equilibrio di dolce, con buone proporzioni tra gli ingredienti di ricotta e semolina, apparentemente non ci sono canditi ma con una frolla così “biscottosa” e tenace non sentiamo la mancanza della loro consistenza.

La sfogliatella riccia si presenta delle crepe in più punti: sicuramente tra una chiusura non proprio perfetta del tappo ed il trasporto, diciamo che ne ha passate un po’ di tutti i colori. Ma il problema essenziale di questa sfogliatella riccia non sono le rotture, ma il fatto che è praticamente bagnata sul fondo di bagna zuccherina (fanno fede le dita impiastricciate nella foto): il mistero si svela abbastanza facilmente, perché il compare babà non ha nessun supporto (di plastica, di cartoncino, come lo volete) a separarlo dagli altri dolci, se non un foglio di carta da alimenti plastificato. Che non basta, a quanto pare, a riparare la nostra sfogliatella riccia che ha avuto decisamente la peggio. Un’altra motivazione del “fondo bagnato” della sfogliatella potrebbe essere anche l’umidità eccessiva della sfogliatella al momento del cartoccio. Una penalizzazione eccessiva che di sicuro non avrebbe avuto se l’avessimo mangiata sul posto.

In ogni caso, merita la sua chance. Infatti, al di là dell’incidente di percorso – che avrebbero/avremmo dovuto prevedere in qualche misura – la consistenza della sfoglia nei punti non bagnati è rimasta intatta e di buona fattura, non si vedono bruciature evidenti ed il ripieno è uguale a quello della sfogliatella riccia, con proporzione pressoché esatta di ricotta e semolino, non pervenuta la presenza dei canditi. Un vero peccato.

Babà classico napoletano

Dopo aver constatato che ci ha fatto un bel casino con la sfogliatella, è il turno di assaggiare questo babà. Per quanto riguarda l’aspetto, c’è una sola parola – ed è napoletana – che potrebbe descriverlo: è chiatto. Grassoccio e brunito, ci ha rovinato un dolce però è proprio bello e manda un profumo di buono, di tradizione, di alcol dolciastro che gli perdoneresti tutto o quasi.

Al taglio è sofficissimo e la pasta è setosa. Ben inzuppato, si lascia mangiare facilmente, la pasta si strappa facilmente con le mani. Ecco, è un signor babà napoletano e quasi quasi non credi che te l’abbiano venduto a solo 1 euro. Fatevi un giro nelle pasticcerie napoletane, noterete che tra abbellimenti e semplici rincari, meno di 1,20/1,30 non ve ne uscite. Il babà è un dolce semplice, così semplice che a Napoli uno degli sfottò è si’ proprio nu babba’, per dire “sei un sempliciotto”. Un dolce emblematico e, in questo caso, dal prezzo super-giusto.

Si possono ancora vendere dolci ad un solo euro?

Intendiamoci, senza che ci rifilino tappi di sfogliate surgelati, ripieni improponibili e dolci fatti in serie. La Pasticceria Mignone ci dimostra, in questo caso, che si può offrire un dolce di buona fattura, senza particolari velleità, ma soffrendo anche di disattenzioni importanti.

Se ci concentriamo sulla manifattura, i dolci di questa pasticceria sono ben eseguiti e – nel nostro caso, perlomeno – non abbiamo avuti episodi di sproporzioni tra semola e ricotta, oppure di bagna del rhum decisamente sopra il limite dell’alcoltest. Episodi che sono capitati molto frequentemente anche in pasticcerie di riferimento per le persone comuni, nonché di gastrofighetti (vedere il nostro corpus di articoli sulle pasticcerie di Napoli e provincia). Qualche disattenzione in meno avrebbe potuto farci godere un po’ di più, quindi vi consigliamo di provare la pasticceria Mignone magari non facendo l’asporto, ma accontentandovi di mangiare il vostro babà mentre vi avventurate nella vicinissima Sanità per il prossimo tour gastro-culturale.

Informazioni

Pasticceria Mignone

Indirizzo: Piazza Cavour 145, Napoli
Numero di telefono: 081 293074
Orari di apertura: mar-dom 7.15/20.00. Chiusura il lunedì
Sito Web: Pagina Facebook della pasticceria
Tipo di cucina: pasticceria classica napoletana per dolci d’asporto
Ambiente: informale
Servizio: rapidissimo

Voto: 3,2/5