10 posti da consigliare a Bologna (che non sono l’Osteria Bottega)

10 posti da consigliare a Bologna (che non sono l’Osteria Bottega)

Chi ancora pensa che a Bologna si mangi male, dovrebbe rivedere le granitiche convinzioni a cui è aggrappato. Chi ancora pensa che a Bologna si mangi bene solo all’Osteria Bottega, dovrebbe aggiornare il proprio carnet d’adresse: oltre a quell’ottima cucina, in città ce ne sono almeno altre dieci all’altezza di un buon consiglio.

La notizia dunque è che a Bologna non c’è solo l’Osteria Bottega, stra-recensita, stra-citata, stra-consigliata. Ci mangiano la gastrocrazia in trasferta bolognese, quelli consigliati dalla gastrocrazia e i pigri: coloro che leggono le recensioni, le guide, ma non osano altro.

Piazza difficile, quella bolognese. Dove ognuno dice la sua e soprattutto ognuno pensa di mangiare meglio a casa propria che in un qualsiasi ristorante. Dunque ho coinvolto qualche amico gourmet, organizzato qualche pranzo e qualche cena e incrociato le relative preferenze, comprese le mie.

Ecco dieci indirizzi alternativi in cui si mangia bene davvero, in ordine sparso e un po’ per tutti i gusti, tutte le occasioni e tutti i portafogli.

Podere San Giuliano

1. Podere San Giuliano, Via Galletta, 3 San Lazzaro di Savena.

Il Podere San Giuliano è un’azienda agricola con cucina a 15 minuti dal centro di Bologna. Cercherò di spiegarvi perché questo posto è speciale. Dalla cucina non escono i piatti che vi aspettereste da un agriturismo; per capirci, non escono gramigna e salsiccia o frittate di porri.

Escono piatti di alta (molto alta) cucina al servizio dei prodotti dell’orto e della filiera che hanno creato con i fornitori. Lo chef Riccardo Facchini è un francesista e si capisce aprendo il menu, ma apporta il tocco oltralpino alla cucina bolognese. I piatti sono gustosi ma allo stesso tempo leggeri e i sapori riescono a essere sia sofisticati che familiari. Per esempio, c’è in menu un risotto scomposto (nel senso che – visivamente – la carne sta sotto al riso e la devi andare a cercare con la forchetta) con battuta di cervo e polvere di cappero che è proprio notevole.

Goduria assicurata con: prosciutto di petto d’anatra affumicato al legno di ciliegio (12 euro), le tagliatelle di Bologna al ragù battuto al coltello (10 euro), risotto all’onda con battuta di cervo (12 euro). Ma poi anche tutto il resto.

Quanto basta, bologna

2. Quanto Basta, Via del Pratello 103

Cucina romana a Bologna, in un locale elegante e a prezzi popolari. Piatti eccellenti (alici fritte che te ne mangeresti un tir, cacio e pepe ottima, coda alla vaccinara gustosissima, ma il piatto che va per la maggiore è la gricia che costa 9 euro), cucinati espressi (non hanno il freezer, ripeto, non hanno il freezer).

E non mancano i contorni di verdure a 6 euro (si, grazie al cielo il contorno esiste e lotta insieme a noi anche a Bologna, non solo sotto forma di patate arrosto e verdure alla griglia, ma puntarelle, carciofi, cicoria e tutto quanto di buono c’è in stagione).

Unico inconveniente – se così si può chiamare – è che per cena occorre prenotare per tempo: 25 coperti e nessuna intenzione di far alzare i commensali per far posto a un secondo turno. Bravi. Rapporto qualità prezzi imbattibile, a pari merito con Vini D’Italia.

Vini d'Italia

3. Vini d’Italia, Via Emilia Levante 142.

A meno che non sia invaso da tartufo bianco, ricoperto di preziosi crostacei, avvolto in foglia d’oro o condito con ragù di qualche animale estinto, un primo piatto in un’osteria non dovrebbe costare più di dieci euro.

E qui, da Irina Steccanella, non solo si mangiano le migliori tagliatelle al ragù di Bologna alla cifra di 9 euro, ma anche gli altri piatti del menu sono decisamente da segnalare. L’ambiente è quello di una vecchia osteria bolognese fuori porta, non affaticatevi a cercare di capire il senso degli oggetti appesi o esposti, oppure sì, se avete molto tempo a disposizione e una buona dose di fantasia.

C’è proprio quello che ti aspetti da un’Osteria, senza sorprese né colpi di scena: mangiare bene e spendere il giusto. Il fatto è che qui mangi bene davvero tanto.

marconi

4. Ristorante Marconi, Sasso Marconi.

Visto da lontano Sasso Marconi è praticamente attaccato a Bologna. Dal momento che siete arrivati fin qua, tanto vale andare a trovare Aurora e Massimo Mazzucchelli al Marconi.

Son certa di avervi già detto che la cucina di Aurora Mazzucchelli è da provare, anche solo per smentirmi per quella volta in cui ho scritto che il suo Maccheroni ripieni di anguilla affumicata, ostrica cruda e spinaci è uno dei piatti più interessanti che io abbia mai assaggiato.

I bene informati mi dicono poi di una new entry in menu che ha fatto scaldare gli animi: si chiama Mare d’inverno, canocchia, alghe, fasolari e aringa. Toccherà andare a provarlo.

Al Cambio

5. Al Cambio, Via Stalingrado 150.

Sta in zona Stalingrado, e lo consiglio per la pausa pranzo (le luci del locale non sono da rendez vous romantico), i piatti di Massimiliano Poggi oltre a essere esteticamente di rara bellezza (dico sul serio, mi hanno colpito immensamente per l’estetica oltre che per il gusto), sono eseguiti alla perfezione.

Se poi siete un fan di Zivieri (la macelleria di Monzuno) qui potete provare – come ho fatto io – un filetto di cinghiale, nudo e delicato che così non lo avevo mai mangiato, o una battuta di fassone, sale di Cervia Capperi e maionese di patate, proprio eccezionale.

Ve la cavate bene anche coi prezzi: menu degustazione di 4 portate a 50 euro. Curiosità: è l’unico ristorante di Bologna ad avere in menu gli spaghetti alla bolognese. Un burlone, ovviamente…

Scaccomatto

6. Scaccomatto, Via Broccaindosso 63.

Fare un post su Bologna e non citare Mario Ferrara non è possibile. Tanto più che gli amici gourmet si sono rivelati tutti allineati e unanimi: lo Scaccomatto deve essere nella lista. E infatti sta qua.

Il locale è raccolto ed elegante, in una delle vie più “bolognesi” di Bologna. È una trattoria nel senso più contemporaneo del termine, dove si fa ricerca gastronomica senza tante ostentazioni. Una cucina creativa si, ma solida.

Non sarà un caso se mette tutti d’accordo, sia sulla carne che sui piatti di pesce, che mangiare il pesce a Bologna è sempre stato un grande punto interrogativo, ma magari serve un post a parte per consigliarvi qualche indirizzo.

Alcenero Berberè

7. Alce Nero Berberè, via Petroni 9c.

Siamo nella zona universitaria, nel ventre di Bologna. Dove non parcheggi, per dire. Il locale di Matteo Aloe lo conoscerete per la pizza, e probabilmente entrando sarete tentati di ordinare una delle pizze gourmet raccontate nel menu, ma vi propongo di concentrarvi sulla cucina.

Per esempio, state concentrati sugli Spaghetti al pomodoro e parmigiano (11,50 euro) che a Bologna di buoni così non se ne mangiano da nessuna parte. Se poi proprio volete la pizza  qua c’è l’imbarazzo della scelta. Ma non dite che io non vi avevo avvisato.

Antica Trattoria Belletti

8. Trattoria Belletti, Montepastore.

Bologna non si esaurisce solo sotto ai portici. Vale la pena anche godersi il fuoriporta e fare una gita alla trattoria Belletti specialmente d’estate per cenare all’aperto. Perché mangiare tigelle e crescentine (mica vorrete un elenco senza almeno un ristorante in cui mangiare tigelle e crescentine, no?), gnocchi, funghi e tanti, tanti formaggi locali ha un sapore diverso se lo fai sui colli.

E qui hai proprio l’idea di mangiare la cucina dell’Appennino, che è parte importantissima della bolognesità che vorrei indurvi a provare.

Santa Caterina

9. Osteria Santa Caterina, Via Santa Caterina 43.

Se siete di quelli irriducibili che ancora credono nella mitologica “Bologna delle Osterie”, consumata da un portico all’altro, a bere, mangiare e chiacchierare vi darò una brutta notizia: non esiste più.

Una delle cose che più assomiglia al concetto di osteria (con i portici, l’entrata angusta, i prezzi popolari, il servizio cortese, ben frequentata, dove bere molto bene e mangiare di gusto senza troppe preteste) è l’Osteria di Santa Caterina. Ve la consiglio per i vini, i formaggi, gli affettati e le zuppe.

twinside

10. Twinside, Via dei Falegnami 6.

Ammetto di non essere ancora riuscita a provare la cucina del Twinside, ma gli amici gourmet (anche i vegetariani) sono unanimi nel segnalarlo, dunque entra in questa lista anche il bistrot di via Falegnami.

Piace tanto perché è informale (nell’arredo, nel servizio, nel menu, nell’orario di apertura) ma con una qualità impeccabile di tutto ciò che propone: dai vini ai piatti, salumi, formaggi e una menzione speciale per i dolci.

E i prezzi sono da bistrot, il che vuol dire che ne esci sazio e felice avendo speso il giusto.

[Crediti | Immagine di copertina: Flickr/Scott D. Haddow. Immagini: Centotrattorie, Viaggiatore Gourmet, La Madia, 2Spaghi, 500 days of italy, Italia Straordinaria]