Gli spaghetti alle vongole dello Zazzeri sono i migliori d’Italia, se proprio vogliamo sceglierci un confine geografico

Alla fine di una strada che costeggia la spiaggia per chilometri trovate finalmente una capanna di legno. Ringraziate la vostra tenacia, è proprio quando pensate di aver sbagliato che siete sulla buona strada per La Pineta di Marina di Bibbona. Dimenticate la disgustata apprensione dei locali quando chiedete informazioni e sbarazzatevi delle tre mappe che gli amici vi hanno disegnato, tutte e tre diverse. Non ne avete più bisogno, ormai è chiaro che siete dotati di arguzia logistica. E se arrivare “dallo Zazzeri” è stato l’evento nell’evento, l’evento è il ristorante dove tutti vi ripetono di mangiare quando dite che andate in Maremma.

La Pineta
via Cavalleggeri Nord 27, Bibbona, Livorno
Tel. 0586 600016
chiuso lunedì e martedì a pranzo.
Prezzi: menù degustazione 70 €.

So bene che molti di voi non hanno il coraggio di ammetterlo per non fare la figura dei sempliciotti davanti al capo della guida per cui lavorano, quindi mi faccio carico della responsabilità: gli spaghetti alle vongole che si mangiano alla Pineta non sono nient’altro che i migliori d’Italia, se proprio vogliamo sceglierci un confine geografico.

Ecco l’ho scritto.

A chi risponde ecchessaràmai un piatto di spaghetti alle vongole, rispondo che “sembra facile ma prova a farli”.

E se dopo averli finiti vi chiedete per quale motivo sono così buoni, trovate una risposta nel primo mestiere di Luciano Zazzeri – il carismatico padrone di casa – e di suo padre, che per soccorrere l’appetito dei bagnanti nel 1964 hanno tirato su una capanna in riva al mare. Erano pescatori ovviamente. E ancora oggi 3 barche di proprietà assicurano al ristorante il pesce fresco della costa (si narra che gli habitué possano far parte dell’equipaggio).

Solo che tutto questo mangiare è insostenibile, perché vanno mangiati anche il Crudo, gli Straccetti di pasta fresca alle triglie, pomodoro e cipolla bianca e il Bollito misto di pesce con maionese e mostarda. La quasi soprannaturale brezza del mare “dello Zazzeri” rischia di non aiutarvi abbastanza. Un po’ di amarezza per il Caciucco Cacciucco leggero mancato, ma ce ne faremo una ragione.

Luciano Zazzeri dicevamo. La Pineta è lui: informale, cordiale, sornione, molto indipendente e molto convincente. Non fargli scegliere il menù è un po’ come avere Superman e dirgli di mettersi seduto. E anche oggi che è diventato famoso e scrive libri (“La baracca dello Zazzeri”, Storie di mare e di penna, aromi, colori, profumi, silenzi, incontri e immagini tra innovazione e tradizione con Luciano Zazzeri in Alta Maremma” di Patrizia Turini Bandecchi e Vivaldi Editori) non è il tipo che ha bisogno di rifarsi una verginità, conquista e basta.

Finisce così che vi chiedete come ha fatto a tramutare una piccola capanna di legno da 12 tavoli, più qualche altro d’estate sulla veranda, in un indirizzo per veri intenditori, il primo che invariabilmente chiunque vi consiglia, appena saputo che andate in Maremma.

[Fonti: L’Espresso Food & Wine, fotografie: Andrea Gori]