Predisponendo lo scacchiere dello street-food italiano

Predisponendo lo scacchiere dello street-food italiano

Gratuitamente punitivo, maggio per diventare maggio ha impiegato 23 giorni, si parla di riviera adriatica, tipo confine Romagna-Marche. Ed è subito stato cibo da passeggio, piada per la precisione, con lo squaquerone. Un morso, poi, complice il primo raduno del cibo di strada di ieri, io e le mie corne siamo andati con la mente allo street food planetario.

Dallo shish kebab marocchino al roti canai, una specie di piada ripiena bagnata da una colante salsa al curry, tipico della Malesia, di cibo di strada memorabile ne esiste una quantità. Altri ricordi indelebili, le tortilla messicane con carne salata e insalata di cactus, i chorizo, salamelle cotte alla griglia affettate e inzeppate nel pane caldo, o le dosa indiane, crepe ripiene di patate con abbondanza di spezie mischiate. Ma è mio dovere morale, al pari di ogni battagliero gastrofanatico, provare tutto lo street food nazionale.

Alla bisogna, predisponiamo una specie di scacchiere delle minutaglie ghiotte da leccarsi le dita oltre che i baffi, regione per regione. Ci aiutate? Allora diteci, cosa manca? E volendo tirarcela un po’, quali street food esotici avete provato? Qualcuno vi è piaciuto, altri invece li avete disprezzati moltizzimo, fateci sapere.

LOMBARDIA: schisetta con la mortadella.
LIGURIA: focaccia di Recco.
VENETO: cicheti a Venezia, bacalà, trippe e sardee in saor – ovvero in una specie di carpione di cipolle e aceto – su polenta o pane abrustolito; folpeti, ancora a Venezia, cartocci di polipi lessati e lumachine di mare conditi con aglio e prezzemolo.
TOSCANA: lampredotto a Firenze; 5 e 5 livornese, 5 cent di pane e 5 di torta di ceci da associati a un bicchiere di spuma bionda; necci nella Garfagnana, specie di piade fatte con la farina di castagne; sgabei dalle parti di Massa Carrara, strisce di pasta di pane salata o zuccherta in superficie.
EMILIA: gnocco fritto a Modena, piccoli rombi di sfoglia fritti nello strutto; erbazzone a Reggio Emilia, una torta salata farcita con bietole, uove e parmigiano; pinzone a Ferrara.
ROMAGNA: piadina.
MARCHE: olive ascolane, panino con le spuntature ad Ancona, cioè le budellina di vitello cotte alla brace.
UMBRIA: panino con la porchetta.
LAZIO: pizza e immortali supplì di riso; filetti di baccalà fritto (indirizzo obbligato: “Er filettaro de Santa Barbara”, in zona Campo de’ Fiori).
PUGLIA: panzerotti a Foggia, pupiddhri nel Salento, cartocci di pescetti fritti marinati.
CAMPANIA: graffe a Napoli, una specie di bomboloncini fritti; sempre a Napoli calzoncini alla mozzarella e pomodoro e frittate di pasta, oltre a tutti gli stili di pizza.
CALABRIA: morzeddu, panino con le interiora di vitello in salsa piccante.
SICILIA: arancini, stigghiola e pane con la meuza, ossia budella d’agnellino farcite con la mollica di pane fritta e milza a Palermo; sfinciuni a Ragusa, pane-pizza con salsa di pomodoro e caciocavallo ragusano.

[Fonti: Streetfood.it, immagini: Flickr/Logu, Flickr/Catepol]