Ristoranti | La paura di internet

Capita di andare a pranzo vicino casa in una delle tante pizzerie al taglio, di scegliere una birra particolare, di chiedere che non venga versata, centellinandola poi come si deve. Capita di essere avvicinati dal proprietario che ha seguito la scena, forse sta solo cercando di capire chi è quel rompipalle. Capita una volta tanto di prenderlo in simpatia, di aprirsi, di raccontare più del solito… lavoro… passioni, al punto che l’altro, il proprietario, comincia a chiedere consigli perché ci sono cose che non vanno, che avevi notato, che ti eri già spiegato perché sei impallinato, o perché in qualche corso ti è capitato di insegnarle.

Capita di dare altri consigli, e altri ancora per un mare di motivi sopraggiunti nel frattempo. Andando in giro, un impallinato certe cose le vede, certi nomi li annota, assaggia, legge e nel tempo si forma la sua bella coscienza critica. Capita poi che il lavoro ti lasci più tempo per mettere in pratica le teorie e, dalle pieghe del tempo, riemerge una serie di meccanismi manuali che non avevi più esercitato, ma certe cose sono cambiate, devi imparare velocemente.

Capita di essere dei rompiscatole sempre alla ricerca della perfezione, lascito di una figura genitoriale che è mancata o che non ti ha fatto sentire accettato, per cui segui un modello di regole rigide che all’inizio sono una sofferenza poi apprezzi perché spingono a fare bene, a costruire una professionalità.

Capita di sentirsi chiedere una mano dal pizzaiolo che aveva notato come spillavi la birra, e di starci per amicizia e attirato dalla sfida. Sfida, sì, perché sei parte della vulgata-web, di quelli che a forza di discutere su forum e blog ha approfondito gli argomenti fino a farne una professione. Che non è un passaggio da poco. Così, capita di riprendere a studiare una materia lontana dal tuo curriculum professionale, cerchi, valuti, paghi, studi, ricerchi, fai pratica, e ogni giorno vedi un cambiamento.

Capita di capire i meccanismi e di rielabolarli proponendo cose nuove, ricette esclusive, metodi diversi perché l’approccio è scientifico non solo sperimentale. Così si colma il gap, si padroneggiano le tecniche, si apprende il linguaggio. Per essere pratici, si azzerano completamente l’olio e i grassi aggiunti nell’impasto della pizza.

Capita che a Rimini si svolga il campionato del mondo della Pizza, e che l’amico pizzaiolo voglia andarci a tutti i costi, per cui la domenica si prepara l’impasto per il martedì successivo, non riesce alla perfezione ma sbaraglia 200 concorrenti e vince.

Capita.

Ma non capita per caso.

E’ anche attraverso strani percorsi come questo che si diventa consulenti di un locale, aiutati da internet a confrontarsi con persone che sono più attente, competenti, critiche, più o meno inconsapevolmente delle “guide”, le cui opinioni diffuse dalla rete contano oggi come quelle dei critici professionisti. La presenza su internet di un locale è importante, lo è diventato anche presidiarne l’immagine, basta poco per perdere la faccia sul web, tutto corre più veloce, specie gli errori.

E’ importante comunicare la qualità, dare il massimo, non ingannare i clienti. Nel servizio in particolare, dove la comunicazione non verbale non è tenuta nella giusta considerazione, infatti gli errori di prossemica si sprecano, inconsapevoli quanto volete.

Capita, anzi, è meglio che capiti, di prestare più attezione alle persone che entrano nei locali. Magari senza demonizzare quelli che scrivono in rete, senza allarmarsi, alla critica sbagliata si risponde perché Internet lo consente. Non è la carta stampata, come può rispondere un ristoratore alla critica di un giornalista della carta stampata? Invece Internet è dialogo e i dialoghi non devono spaventare, anzi aiutano a comprendere meglio le cose.

Capita, ma anche questo non capita per caso.