Genova: ristorante arabo Nabil, innovazione dalla Palestina

Genova: ristorante arabo Nabil, innovazione dalla Palestina

Dalla Palestina alla Giordania, poi, nel 1970, l’approdo a Genova per studiare ingegneria. Così inizia la storia italiana di Nabil, proprietario dell’omonimo ristorante a un passo da Piazza De Ferrari a Genova. Per mantenersi trova lavoro in una pizzeria molto nota negli anni ’70, a Sampierdarena, un quartiere del Ponente genovese. Lo ricordano tutti, perché è simpatico, ma soprattutto perché è uno dei pochi arabi in città. Il ruolo del dipendente gli sta stretto e il coraggio di cambiare lo trova dopo l’incontro con Lia (ndr Lia Larizza, ceramista) che, insieme a lui, decide di aprire il primo ristorante italo-arabo della città.

Italo-arabo: una convivenza di sapori necessaria per la sopravvivenza del locale in una città da sempre multietnica, ma fortemente orientata alla cucina tradizionale.

Nel 1989 il cambiamento radicale: Nabil apre il suo ristorante in cui propone solo cucina casalinga palestinese-giordana, i piatti della sua tradizione familiare. L’insegna è un gioco di lettering studiata da Lia che aveva preso un giornale arabo, lo aveva messo a testa in giù e aveva ricercato tra le lettere quelle che meglio si adattavano all’occhio occidentale per scrivere “Nabil”.

Aperto a pranzo e a cena, il locale è su due piani: il tavolo più romantico si trova in una piccola sala del pian terreno, tra piastrelle colorate e tessuti etnici.

Nabil e Lia, Genova

Gli antipasti indicati nella carta sono in realtà salse che accompagnano i piatti unici della cucina tradizionale palestinese-giordana:

prova il masat saghir, un mix di assaggi di creme particolari (come la mtabbal, una crema di melanzane abbrustolite condite con tahina). Ti suggerisco anche il giaj ma ruz, bocconcini di petto di pollo con cannella e cipolla, accompagnati da riso pilaf e frammenti di nidi di rondine (pasta secca molto sottile) abbrustoliti, il giaj alla libanese, cosce di pollo disossate e grigliate accompagnate dal riso pilaf in salsa libanese, il labane, formaggio fresco fatto in casa aromatizzato con aglio o spezie e condito con olio d’oliva.

Io adoro le cubbe, delle polpette di carne e grano saraceno farcite con cipolle e spezie e il sciskabab, spiedini di carne di manzo cotti alla brace aromatizzati con prezzemolo e spezie.

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Vengono serviti vini arabi e italiani, birre in bottiglia, ma per seguire la tradizione meglio provare l’ottimo shai (il tè) aromatizzato alla menta, cardamomo, salvia, zenzero e spezie. Se vuoi osare prendi uno shai alla zanzabil.

Capitolo dessert: Nabil solitamente consiglia il mallabie, un budino all’aroma di millefiori spolverato di cocco e pistacchio o noce e cannella, il più leggero tra i dolci della casa. Ma se sei giunto fino a qui, azzarda la baglawa, una pasta sfoglia ripiena di mandorle tostate.

Per alzarti dalla sedia fatti portare una tazzina di gahue, il caffè arabo aromatizzato al cardamomo utilizzato come digestivo.

Un ricordo della cena da mille e una notte lo trovi nel laboratorio di ceramica di Lia a cui si accede entrando in un portone appena svoltato l’angolo: in cima alle ripide scale trovi le sue ceramiche d’ispirazione rurale, alcune caratterizzano da tempo l’arredamento del locale.

La chance

Mansaf, Nabil, Genova

Il Mànsaf, piatto nazionale giordano: carne, pinoli e mandorle abbrustoliti adagiati su un letto di riso e accompagnati da carne di agnello e yogurt cotto.

Nabil
Vico Falamonica, 21r. – Genova
010 2476114
Prezzo medio 25 (bevande escluse)
Chiuso domenica e lunedì

Chi vuole fare qualcosa trova sempre il modo, chi non vuole fare nulla trova sempre una scusa.

[Crediti immagini: Ilaria Miglio]