Dalla pagella alla brace: 7 giorni di voti

Dalla pagella alla brace: 7 giorni di voti

Questa settimana diamo i voti a: taglio delle province, Gordon Ramsay, macellaio egiziano, Ciccio Sultano, Guido Martinetti e Federico Grom, Starbucks e i candidati alla Casa Bianca.

Taglio provinceTAGLIO DELLE PROVINCE, voto 9.
Nel piano che dimezza le Province ci sono tagli in base ad abitanti, estensione e Comuni compresi: alla fine ne restano 54, meno delle 59 esistenti nel 1861. Ma potrebbero salire, in questo caso la parola d’ordine è accorpare. Alcuni dubbi, però. Pisa e Livorno metteranno da parte l’antica rivalità sul cacciucco? I cantucci “di Prato” diventeranno “di Firenze”? Modena e Reggio-Emilia resteranno separate dall’aceto balsamico? E come reagiranno a Lodi davanti alla prospettiva di un mascarpone “di Milano”? CORAGGIOSI [Corriere della Sera]

Gordon RamsayGORDON RAMSAY, voto 8.
E’ arrivato da Londra nel resort Forte Village, che ospita uno dei suoi due ristoranti gourmet in Italia, per tenere una “cooking lesson”, ovvero: 30 minuti di cucina e auto-celebrazione alla presenza di giornalisti. La trasferta, supponiamo profumatamente pagata, gli è valsa una serie di mega-articoli su Repubblica, La Stampa e altri quotidiani nazionali. MACCHINA DA GUERRA della comunicazione [La Nuova Sardegna]

carne agnelloMACELLAIO EGIZIANO, senza voto.
Dalla poltiglia ripugnante del pulp affiorano in continuazione storie incredibili. Un macellaio egiziano accecato dalla gelosia ha ucciso la moglie, l’ha disossata e ne ha tagliato le membra a pezzi. Non contento, ha messo in vendita la carne umana per 230 lire egiziane, circa 27 euro al chilo, sostenendo che fosse di agnello locale. Ma un cliente sospettoso ha informato la polizia che, dopo il risultato delle analisi, ha sequestrato la carne residua e arrestato il macellaio. STOMACHEVOLE. [Express News]

Castello Donnafugata, matrimonio zingarettiCICCIO SULTANO, voto 8.
Il commissario Montalbano, ovvero Luca Zingaretti, ha scelto il Castello di Donnafugata, maniero del tardo ’800, per sposarsi con l’attrice napoletana, Luisa Ranieri. Il posto è conosciuto dagli spettatori della serie tv per essere la residenza di una vecchia famiglia mafiosa, i Sinagra. Zingaretti ha ottenuto il castello a titolo gratuito dal sindaco di Ragusa, Nello Dipasquale, in qualità di eccezionale testimonial del paese siciliano. Difficilmente gratuito il banchetto nuziale che seguirà il matrimonio, affidato al pluristellato chef ragusano Ciccio Sultano DI PIRSONA PIRSONALMENTI [KATAWEB].

Guido Martinetti, Federico Grom, Silvio BerlusconiGUIDO MARTINETTI E FEDERICO GROM, voto 9.
Giusto per dire la confusione dei media. Ieri il Corriere delle Sera intervistava Guido Martinetti, uno dei due fondatori di Grom, la catena di gelaterie da 400 dipendennti e 30 milioni di euro in 9 anni, sulla possibilità di essere un candidato di Silvio Berlusconi alle prossime elezioni. Sempre ieri, La Stampa faceva la stessa cosa con l’altro, Federico Grom. Nel frattempo, tra un’apparizione mediatica e l’altra, il libro Storia di un’amicizia, qualche gelato e molti fiori, scritto dai due, continua a vendere copie. CONTESI [Corriere.it]

Tè Tazo, StarbucksSTARBUCKS, voto 6.
Alla disperata ricerca di nuove entrate Starbucks, la catena americana di caffetterie, vuole diventare il punto di riferimento per gli amanti del té. Si spiega così l’imminente apertura di un negozio dedicato a Seattle, la sua città di origine, dove il té verrà commercializzato con il marchio Tazo. Nel locale, oltre 80 varietà di té offerte in versione calda o fredda, e un angolo dedicato alla miscelazione dove ogni cliente potrà creare la sua infusione preferita unendo diversi gusti di té. INTRAPRENDENTI. [Ansa]

Obama, Romney, Dave's GourmetCANDIDATI ALLA CASA BIANCA, voto 6.
Il confine tra politica americana e show-business è molto sottile, ma almeno i candidati alla Casa Bianca, Barack Obama e lo sfidante repubblicano Mitt Romney, ci mettono la faccia. Per la precisione, la mettono sulle confezioni di Dave’s Gourmet, azienda di sughi pronti, salse e condimenti molto nota negli Stati Uniti. La causa è comunque nobile, i profitti delle vendite di “hot sauce” saranno devoluti alla ricerca sul cancro. Le confezioni contengono tutte la stessa salsa, “perché tutti i politici in fondo sono uguali”, ha spiegato quel gran furbacchione di Dave Albacore, gran capo dell’azienda americana. IRONICI [L’espresso Food&Wine]