Mozione food truck: 10 mezzi mobili che vorrei trovare in città

Mozione food truck: 10 mezzi mobili che vorrei trovare in città

Davanti all’alba di tutti i colori completa di cupole scatta incontenibile la voglia di caffè. Non uno qualunque, penso a un caffè di Gianni Frasi, re dei torrefattori, ma preso subito, lì sul marciapiede. Inizio a fantasticare, in un momento divento chiosco-furgonista efferato e acritico. Di più. Penso agli Stati Uniti e mi faccio venire in mente 10 idee di food truck che vorrei trovare in città. Ve le giro, completate, arricchite, perfezionate senza cautele.

1. CAFFE’ JAMAICA – Verona, Via Merighi Vittorio, 5.
Scambio tutti i caffè pidocchi che prendo durante il giorno con un espresso forte, buono, caldo della torrefazione Caffè Jamaica di Gianni Frasi assunto da un mezzo mobile. Il problema è che da quando ho portato alle labbra una tazzina dei suoi caffè fumanti non riesco più a sottrarmi al rito. Una brioche non decongelata completa la mia colazione ideale (buonissime quelle della pasticceria Biasetto a Padova).

2. DA ALFREDOSanta Marina Salina (ME) – Loc. Lingua, Via Marina Garibaldi.
Cosa c’è di strano nel desiderare un chiosco-furgone per il consumo ossessivo di granite? Non è dai carretti ciondolanti per le vie di Vienna che abbiamo iniziato a vendere il gelato? Il mio sogno è rendere ambulanti le granite di Alfredo, indirizzo cult sulla bella isola di Salina. Saporite, cremose, compatte come cremolate si accendono nei tipici gusti siciliani: gelsi, mandorle, fichi d’India. Mi sento male solo a pensarci, proseguo con la lista, è meglio.

3. AL MERCATO
 – Milano, Via Sant’Eufemia, 16.
Anche gli italiani geograficamente svantaggiati rispetto a Milano vogliono sostenere appassionatamente il vostro street-food. Pertanto vi prego, ragazzi del Mercato, accattatevi un food-truck. Portate in ognidove il panino col lampredotto, i nachos di patatine fritte, la tostada di coniglio. Io dico che diventate milionari, va da sè che l’assunto è puramente gastrofanatico.

4. LE BALADIN 
- Piozzo (Cuneo), Piazza 5 Luglio 1944, 15.
Ci vuole feroce autodisciplina per non alzare i tacchi e andarsene al cospetto dell’ennesimo menu che alla voce birra elenca sistematicamente Beck’s, Ceres e Bud. Ce lo date un furgoncino da totale dedizione con birre artigianali italiane, belghe o ingelsi, con impianti puliti e controllati regolarmente? Teo Musso, se ci sei batti un colpo.

5. (inevitabilmente) PIZZARIUMRoma, Via della Meloria, 43.
ULTRAPIZZA! Il grido di battaglia di Gabriele Bonci può stimolare i nostri istinti più sfrenati. E incoraggiare a essere cuorioso chi non si è ancora sottoposto al rito della pizza con la ‘nduja del pizzaiolo romano. Seriamente, riuscite a immaginare l’effetto di un Pizzarium mobile con tanto di forno elettrico in giro per le strade italiane? E come optional, il pane come fatto Bonci comanda.

6. SALUMARETrieste, Via di Cavana, 13.
Me le ricordo in Val di Zoldo (Belluno) le forme di esibizionismo ambulante dei furgoni che gracchiavano “calamariii, soglioleee, merluzziii, pessse bello, pessse vivo”. Non dico questo, però vorrei che il pesce on the road prendesse le distanze dal fighettismo delle recenti risto-pescherie. Vorrei un food truck con salmoni e baccalà appesi invece dei prosciutti come a Salumare, pescheria atipica di Trieste. Per comprare il pescato crudo o sbocconcellare carpaccio di tonno e tartine di salmone con un onesto calice di bollicine.

7. EATALY.
Ho mangiato dall’Italo box di Eataly, la scatola che il supermercato gourmet di Oscar Farinetti produce per Italotreno. Non mi è bastato. Tutto buono, intendiamoci, ma poco. Datemi Eataly in versione chiosco mobile e lasciate che stabilisca da solo quando basta. Poi, a parte mangiare, datemelo stracolmo di cioccolati d’autore, paste esoteriche, mieli rarissimi e condimenti, una spesa miracolosa fatta sotto casa nell’emporio su ruote.

8. PIERRE HERME’Parigi, Rue Cambon, 4.
I macaron con me rischiano la circonvenzione di incapace, sono succube dei dolcetti non perché esterofilo o iscritto alla gauche-caviar. Mi piacciono, ecco tutto. Ma macaron a parte, immaginate il mezzo mobile del geniale pasticcere parigino in tour per le strade italiane con i bonbon al cioccolato, i sorbetti, le gaufre, le torte paradisiache. Forse è meglio di no, ora che penso al tasso glicemico.

9. PANIFICIO VULAIGAFobello (Vercelli), Via Rizzetti, 22.
Eugenio Pol magari non lo conoscono tutti. Panettiere tosto, autonomo e senza cadute di gusto se ne sta in paese a sperimentare farine, lievito madre e pane. Il perfetto antidoto alle baguette decongelate del supermercato o ai rimasugli del pomeriggio, quando dal fornaio ci toccano avanzi poco commestibili. Il food truck del pane buono, con le micche di montagna, il pane alle erbe o con frutta essicata e nocciole. Ritrovare il sapore del pane e farlo su strada, chiedo troppo?

10. ULIASSI STREET FOOD.
Metodi e talento dell’alta ristorazione ma costi da street food, questa sarebbe l’idea. Prendi Mauro Uliassi da Senigallia, che in un sondaggio sugli chef-star italiani più irritanti arriverebbe ultimo, mettilo su un food truck fantascientifico per interpretare da par suo i trapizzini del pizzaiolo romano Stefano Calligari (triangolini di pizza farciti con ogni delizia), la trippa, il pollo alla cacciatora, ma pure bomboloni, tiramisu e mojito. Un Sogno? No, l’Uliassi Street Good esiste già.

E speriamo che a ruota, è proprio il caso di dirlo, arrivino gli altri.

[Crediti | Link: Identità Golose, immagine: L’Espresso Food&Wine]