Esami e psicofarmaci: in principio era lo zabaione

Esami e psicofarmaci: in principio era lo zabaione

Dimenticarsi lo zabaione. Impossibile. Solo a sentirlo nominare mi si illuminano gli occhi. Le colazioni spumeggianti, le uova amorevolmente sbattute dalla tipica mamma italiana in ansia per l’esame di maturità.

Ansia contagiosa, okay. Ma meglio tenersela un po’ di ansia. Drena dai nervi risorse nascoste e dà coraggio quando serve. Non tutta l’ansia viene per nuocere, insomma.

Eppure tra una versione di latino e gli esercizi di algebra, come fossero innocue aspirine, il 6 % della popolazione scolarizzata prende Xanax e Valium, antidepressivi e tranquillanti. Farmaci per l’attenzione, come il discusso Ritalin, lo stimolante a base di anfetamina. Non proprio zabaione, thermos di caffè o pillole al fosforo.

Addirittura negli ultimi 12 mesi 150mila studenti tra i 15 e i 19 anni hanno fato uso di psicofarmaci senza la prescrizione medica. Di questi, 80 mila sono definibili consumatori abituali. Un dato preoccupante che emerge dall’ultimo studio Espad 2011, realizzato dall’Istituto di Fisiologia clinica del Cnr di Pisa.

E la notte prima degli esami?

L’aiutino per far fronte alle prime selezioni della vita sono tranquillanti e pillole per dormire, il tramonto delle tazze fumanti di valeriana e passiflora è ormai definitivo. Spesso il risultato è l’evoluzione dello stress di un periodo in pericolosa ansia cronica. Con il consenso dei genitori.

[Crediti | Link: OD, immagine: Panorama]