Avocado il frutto più rubato: è come se i soldi crescessero sugli alberi

L'avocado è il frutto più rubato del mondo. Ladri sempre più tecnologici usano i satelliti di Google Earth

Avocado il frutto più rubato: è come se i soldi crescessero sugli alberi

I prezzi sono aumentati del 37% in un anno. L’avocado-mania impazza dal Messico alla Gran Bretagna, dalla Colombia all Cina. È come se i soldi crescessero sulle piante.

Nessuna sorpresa, dunque, se in alcuni paesi del mondo –Italia compresa– i furti nelle piantagioni sono ormai all’ordine del giorno.

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Nel 2013, in Nuova Zelanda, dove sono attivi 1.800 coltivatori, il business della coltivazione degli avocado valeva 70 milioni di dollari neozelandesi –all’incirca 43 milioni di euro– mentre nel 2017 è arrivato a 198 milioni.

E se nel maggio 2015 un avocado costava in media 1,64 dollari neozelandesi: vale a dire un euro; nel 2017 è arrivato a costare anche 7,5 dollari neozelandesi, cioè all’incirca 5 euro.

All’inizio, nei frutteti della Bay of Plenty, isola settentrionale tra e Wellington e Auckland o nella baia dell’Abbondanza, i furti erano casi isolati, che quasi facevano sorridere.

Da agosto, quando è iniziata la stagione del raccolto che per il frutto caro agli Aztechi prosegue fino a Marzo, sono in azione bande criminali dotate di sistemi sempre più raffinati: camioncini, ceste per la raccolta rapida e soprattutto le immagini satellitari di Google Earth per individuare gli orti meno controllati. E sono migliaia di frutti rubati ogni volta.

Gli agricoltori neozelandesi si stanno attrezzando con sistemi di allarme e ronde notturne, niente a che vedere con i colleghi californiani, che proteggono da anni i loro frutti con protezioni alte anche 10 metri.

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Il consumo di avocado cresce del 27% all’anno anche in Gran Bretagna, dove in questi giorni impazza il dibattito tra vegani: è giusto mangiare avocado, tenendo conto che per l’impollinazione dei fiori si ricorre allo spostamento indotto di reggimenti di api?

In Sicilia, dove da 15 anni questi frutti esotici si coltivano alle pendici dell’Etna, hanno altri problemi.

In due notti, a settembre, nelle campagne di Giarre, sono stati rubati quintali di manghi e avocadi.

Come in Nuova Zelanda è caccia all’oro verde.

[Crediti | Corriere della Sera]