Berlusconi non mangia agnello a Pasqua: cosa c’è dietro?

Silvio Berlusconi ha aderito alla campagna della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente salvando 5 agnelli che non finiranno nei piatti del pranzo di Pasqua. Perché l'ha fatto?

Berlusconi non mangia agnello a Pasqua: cosa c’è dietro?

Silvio Berlusconi ci ha fatto sapere cosa mangerà quest’anno a Pasqua, o meglio cosa NON mangerà: agnello.

Documentando il nobile intento di salvare le bestiole dalla mattanza dei pranzi pasquali (sarebbero 800mila gli agnelli che finiscono nei piatti degli italiani a Pasqua, fonte Coldiretti) con un graziosissimo video.

Nel video, un bucolico Berlusconi è alle prese con cinque teneri agnellini, a cui elargisce carezze e biberon, attorniato dalla sua compagna Francesca Pascale e da Michela Vittoria Brambilla, fervente sostenitrice di campagne pro animali.

Ma una volta visto, chiedersi il perché del video è automatico: Berlusconi folgorato sulla via di Damasco e “convertito” all’etica vegana?

Oppure, cosa c’è dietro?

Se l’obiettivo era quello di far sentire in colpa gli italiani dediti al pranzo di Pasqua con agnello e patate è difficile dire che non sia stato raggiunto: chi potrà mai essere colui che, viste le immagini, riuscirebbe a gustarsi un cosciotto senza farsi venire un groppo in gola?

La perplessità è il motivo che ha spinto l’ex premier, accorto e diplomatico in ogni decisione, a lanciarsi in una presa di posizione così netta, attirandosi oltretutto le giuste ire dei macellai e di tutto il settore della carne, nonché dei suoi storici alleati politici, vale a dire la Lega Nord.

Assocarni attacca il Cavaliere (ex) accusandolo di danneggiare tutta la filiera solo per raccattare i voti di vegani e vegetariani, mentre le sue televisioni continuano a macinare miliardi anche grazie a spot su prosciutti e tacchini. E questo mentre frenano i consumi e si registra il 20-30 per cento in meno di prenotazioni di agnelli, abbacchi e capretti (dati Fida Confcommercio).

La Lega Nord, invece, nelle parole di alcuni suoi esponenti, definisce “inaudito che si usi la parola strage per un alimento che da sempre fa parte della cultura culinaria italiana”.

Ma Berlusconi non è nonna papera, e quando fa qualcosa, fosse anche solo sedersi al tavolo di un McDonalds e ordinare hamburger e patate come un qualsiasi cliente, lo fa per un ritorno –politico o economico– ben preciso.

In questo caso, non è così strano pensare a una folgorazione animalista ad hoc, dopo aver capito che ormai il mondo, e una buona parte di voti, si sta spostando verso il non consumo di carne.

E allora, quale miglior occasione della Pasqua, con il suo immancabile carico di abbacchi e agnelli, per raggiungere più persone possibile? Gli agnelli sono morbidi, candidi e telegenici, molto più, ad esempio, dei poveri maiali, animali anche loro, e anche loro ospiti graditi dei nostri pranzi quotidiani. E questo, Berlusconi –vecchia volpe– lo sa.

Che poi la tradizione pasquale cristiana abbia da sempre contemplato piatti a base di agnello, che sin dai tempi di Gesù la Pasqua ebraica abbia sempre previsto agnello per santificare la festa, che il veganesimo sia da molti considerato una moda per Paesi ricchi ma insostenibile a livello mondiale, e che persino Gesù, come riportato dal vangelo di Giovanni, si sia almeno una volta cibato di pesce, che non è un agnello ma è comunque un animale così come maiali e tacchini, a Berlusconi poco importa.

Del resto, di VIP in cerca di consenso giovane e moralista che a Pasqua gioca facile con i musetti degli agnellini, ne abbiamo visti tanti, uno in più o in meno cosa vuoi che sia.

[Crediti | Link: La Stampa, Dissapore]