Caffè Zucchi di Monza: se non tolleri i gay non fare il barista

Caffè Zucchi di Monza: non fare il barista se non tolleri i gay. Il gestore insulta su Facebook il cliente che l’aveva criticato

Caffè Zucchi di Monza: se non tolleri i gay non fare il barista

Se non fosse stata adombrata dalla vicenda della bomba alla pizzeria Sorbillo di Napoli, il titolo di “peggior notizia mondo dei pubblici esercizi” toccherebbe a quella arrivata da Monza.

Se v’è sfuggita ve la riassumo (la trovate comunque qui).

Una decina di giorni fa una coppia di uomini prende un aperitivo in un caffè di Monza. Si trova male.

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Uno dei due recensisce su Google dicendo che: non gli fanno scegliere il tavolo tra quelli liberi; il servizio è sgarbato; il conto un po’ salato. La recensione è severa ma piuttosto garbata (potete facilmente verificarlo on line).

E fin qui nessuno si accorgerebbe di niente. Il fatto è che il gestore del caffè cerca il recensore su Facebook e ha la buona idea di mandargli un messaggio di questo tono:

“Non ho nessun obbligo formale di augurare “buongiorno” e che lei non tolleri i mancati “grazie” e “prego” non frega niente a nessuno. Io non tollero invece i froci e qualsiasi devianza analoga. Non appena ne avverto la malaugurata percezione nei dintorni mi auguro che si levino al più presto di torno.”

Sì. Proprio così.

La frase è così, diciamo, perfetta nella sua brutalità che sembra scritta dagli autori di Crozza per quando il comico imita Vittorio Feltri. Puro Feltri Style.

Un’amica della coppia diffonde quindi il messaggio privato e apriti cielo.

Ora: le frasi del proprietario del bar si commenterebbero da sole, ma ci ha pensato la rete a intonare un coro di voci che vanno dal “maleducato” a “bestia”. Sacrosante: non si ci può credere che ci sia ancora gente che pensa e scrive cose così.

Ma la minima riflessione che voglio fare in più è: se per tutti è richiesta civiltà e rispetto, è ancor più vero se sei il titolare di un pubblico esercizio. I pubblici esercizi si chiamano così perché sono, in effetti, pubblici, quindi aperti a tutti. Chi li conduce, ancor più degli altri dovrebbe conoscere le persone nelle loro diversità.

Il barista del mito è quello che ti ascolta, chiunque tu sia.

Il barista del mito è quello che non giudica, che è più riservato di un confessore, cui puoi rivelare tutti i tuoi guai di fronte a un bicchiere di whiskey.

Diamine, se non ti piacciono le persone non fare il barista, fai il falegname.

[Crediti | Corriere Milano]