Come si lavora da Starbucks che aprirà a Milano poi a Bergamo e Brescia

Come lavorare da Starbucks che, oltre al primo negozio di Milano, ha annunciato aperture a Bergamo e Brescia

Come si lavora da Starbucks che aprirà a Milano poi a Bergamo e Brescia

Che Starbucks aprirà a Milano ai primi di ottobre ve lo stiamo dicendo da tempo.

Vi abbiamo anche detto che, nonostante la Starbucks Experience significhi principalmente caffè, frappuccino, blueberry muffins e cup d’asporto, il punto vendita che la catena della sirena verde aprirà a in Piazza Cordusio 2, nei 2.400 metri quadrati dell’ex Palazzo delle Poste, è particolare, si chiama Roastery Reserve.

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Che sintetizzando vuol dire:

— Ambienti caldi con uso combinato di pietra naturale, pelle, velluti e moltissimo legno;
— Pane, focacce, pizza e lievitati vari di Princi, l’imprenditore calabrese che ha portato a Milano la formula delle panetterie dove si consumano prodotti appena sfornati;
— Torrefazione interna, caffè speciali, miscele pregiate, drink alcolici e cocktail oltre ai consueti latte, caffè e tisane.

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Ma il primo pieno che Starbucks ha fatto in Italia riguarda le richieste di lavoro inviate attraverso il sito ufficiale della Starbucks Reserve Roastery. All’azienda sono arrivate 5mila domande”, ha detto l’altro giorno Martin Brok, numero uno di Starbucks in Europa, a Milano per incontrare, insieme con il general manager della Roastery milanese Giampaolo Grossi, 500 candidati selezionati attraverso una prima scrematura.

Per chi verrà assunto sono previsti gli stessi benefit dei dipendenti/partner Starbucks nel mondo: contratto nazionale di lavoro, pagamento degli studi, delle rette universitarie più altri benefit specifici per l’Italia ancora da definire.

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I dirigenti della catena americana del caffè intendono ingaggiare subito 150 addetti tra assunti a tempo pieno e part time, da sottoporre a colloqui e addestramento sul campo davanti ai responsabili del personale.

Poi altri 150 per le prossime aperture.

Già, perché è confermato che Starbucks aprirà entro l’anno (almeno) altri due negozi, a Bergamo e Brescia, secondo il format tradizionale, ma sempre con un’offerta adattata al mercato italiano, cioè di fascia alta.

[Crediti | Comunicaffè, immagine di copertina: LaPresse/Claudio Furlan]