Frode in commercio per 7 big italiani dell’olio

La procura di Torino indaga per frode in commercio 7 big dell'olio italiano: Carapelli, Bertolli, Sasso, Coricelli, Santa Sabina, Prima Donna e Antica Badia. Vendevano come "extra vergine" olio che non lo era

Frode in commercio per 7 big italiani dell’olio

Quando abbiamo chiesto a Tom Mueller, autore di “Extraverginità”, il libro-indagine che ha ispirato le famigerate vignette del New York Times sull’olio extravergine d’oliva italiano, cosa ci fosse di vero in quelle tavole, ci ha risposto che tantissimo olio non italiano viene importato in Italia e poi etichettato come “prodotto in Italia” o “imbottigliato in Italia” quando invece arriva dalla Spagna, dalla Tunisia.

Alla fine dei giochi a risentirne è soprattutto il prestigio dell’olio italiano.

Figurarsi poi se a macchiarsi del reato di frode in commercio vendendo come extra vergine olio che in realtà non lo era sono gli stessi big dell’olio di casa nostra.

Si profila un nuovo tsunami sul fronte del prodotto italiano più contraffatto di sempre. Sono stati indagati dal procuratore di Torino Raffaele Guariniello i responsabili di 7 aziende produttrici: Carapelli, Bertolli, Sasso, Coricelli, Santa Sabina, Prima Donna (nella versione confezionata per la Lidl) e Antica Badia (per Eurospin).

Per una volta i problemi di salute non c’entrano, a essere toccati sono stati i portafogli dei consumatori, convinti di mettere a tavola un condimento che costa in media 30-40% in più del semplice olio d’oliva.

L’indagine è partita da un’inchiesta del maggio scorso ad opera del sito testmagazine.it, dove si ipotizzava già la frode. I lettori del mensile “Il Test” avevano fiutato irregolarità, quindi il sito aveva fatto analizzare dal laboratorio dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli (il loro panel d’assaggio è tra i pochi con riconoscimento UNI/ESO IEC 17025).

La procura di Torino, grazie all’azione dei Nas e dell’Agenzia Dogane e Monopoli, ha prelevato campioni di bottiglie dai supermercati, li ha sottoposti ad analisi e rilevato grosse irregolarità.

Ai controlli organolettici sono seguiti gli esami chimici (perossidi, acidità e alchil esteri) delle 20 etichette, 9 delle quali non erano in regola, mentre 7  imbottigliavano semplice olio di oliva e non olio extravergine d’oliva.

Da qui, l’esposto alla Procura della Repubblica.

[Crediti | Link: La Stampa, Test Magazine]