Il Buonappetito – L’algoritmo segreto per godersi Osterie d’Italia 2018

Il Buonappetito – L’algoritmo segreto per godersi Osterie d’Italia 2018

Ed eccola qua, Osterie d’Italia 2018, la guida ai migliori locali italiani secondo i criteri di Slow Food.

E’ stata presentata ieri ed è il solito, goloso malloppone: 1616 locali, altrettante pagine, un compagno di magnate per tutto l’anno.

Chi ha accesso ai dati di vendita sa che parliamo di un big: dal punto di vista dei numeri in testa ci son La Rossa Michelin e La Gialla (cioè questo volumone edito da Slow Food Editore), tutti gli altri son così distaccati che potrebbero anche fermarsi per un caffè al ristorante “Il Curvone”.


Osterie d’Italia 2018: le chiocciole Slow Food in ogni regione

Lettera aperta alla Guida Osterie d’Italia 2014

Ma la vera domanda è: Osterie d’Italia 2015 di Slow Food ha segnalato posti dove mangiare bene e spendere il giusto?


Come tutti gli anni, mentre il saggio guarda alle novità, altri puntano al dito: “Osteria? Un posto con un conto da 50 euro???”

Va bene, togliamoci il dente: sono locali “borghesi”, non popolari, li han chiamati “osterie” perché sono informali e valorizzano il territorio. E poi osteria è una bella parola, ma queste non lo sono in senso stretto, D’ACORDO???? (come diceva Marchi: Wanna, non Paolo).

Io amo Osterie, tanto da collaborarvi. Ma amo anche i posti più pop, le trattorie in senso stretto, senza i calici da degustazione, senza una cantina importante, senza i prodotti migliori, ma solo con cose buone e qualcuno che le sa ammannire con esperienza.

I due amori, però, non sono in conflitto. Anzi: utilizzando la guida di Slow da decenni, ho trovato l’algoritmo per scovare posti meravigliosi. E ve lo rivelo: bisogna pescare i locali più economici tra quelli con la chiocciola (il marchio che garantisce l’eccellenza secondo Slow).

I chiocciolati più economici mi piacciono non solo perché son cresciuto in Liguria e quindi parsimonioso, ma perché sono quelli più ruspanti, più allegri, e nello stesso tempo sono al vertice per qualità del prodotto, del cuoco, del luogo, della sala.

Certo, non bisogna sperare di trovarli nelle grandi città –le chiocciole nei centri urbani si contano sulle dita di una mano e non sono certo quelle con i prezzi più bassi– ma aver la pazienza di scoprire la meravigliosa provincia italiana.

Volete degli esempi?

Ma quanti vi pare, da nord a sud, isole comprese:

— La Cantina dei Cacciatori a Monteu Roero (CN);
— l’Osteria Alpino a Paesana (CN);
— l’Osteria della Pace a Sambuco (CN);
— la Locanda delle Grazie a Curtatone (MN);
— la Madonnetta a Marostica (VI);
— Da Doro a Solagna (VI);
— la Stella d’Oro a Verzegnis (UD);
— Gli Amici a Varese Ligure (SP);
— Entrà a Finale Emilia (MO);
— Osteria di Rubbiara a Nonantola (MO);
— da Burde a Firenze;
— Le Panzanelle a Radda in Chianti (SI);
— Zarazà a Frascati (RM);
— Nunzia a Benevento;
— La Ripa a Rocca San Felice (AV);
— La Mangiatoia a Rotondella (MT);
— la Taverna dei Briganti a Cotronei (KR);
— U Locale a Buccheri (SR);
— La Rusticana a Modica (RG);
— Sas Benas a Santu Lussurgiu (OR).

Provate questi posti qui e vorrete così bene a Osterie che la metterete sotto il cuscino per fare sogni d’oro.