Così come riferito da Il Salvagente, a Torino sono nove gli indagati con l’accusa di caporalato in alcuni supermercati locali. Si parla di turni di lavoro di 19 ore, stipendi troppo bassi, nessun riposo settimanale e straordinari non pagati.
La cooperativa torinese Elpe è accusata di mancato rispetto del contratto di lavoro nazionale. Questa cooperativa vanta migliaia di dipendenti, nonché soggetti responsabili di diverse altre cooperative ad essa collegate. Proprio a queste la Elpe appalta la funzione di reclutamento di lavoratori come scaffalisti e magazzinieri in supermercati, ipermercati e anche centri commerciali.
Ma da dove è partito tutto? Pare che tutto sia cominciato nel 2015 con un’indagine solo apparentemente scollegata a questa. All’epoca una donna era morta durante un incidente automobilistico nella zona di Asti. L’auto su cui la donna viaggiava era guidata da un collega. Durante gli interrogatori del caso, l’uomo aveva spiegato ai Carabinieri di aver dovuto guidare dopo un turno di lavoro di 19 ore.
La procura di Asti aveva così deciso di trattare questo incidente come un infortunio sul lavoro. Da lì le indagini erano andate avanti ed ecco che, a distanza di qualche anno, adesso Giuseppe Gibin, presidente della Elpe, due collaboratori della Elpe e i presidenti di altre cooperative collegate (fra cui anche Log12 e Milog) sono stati accusati per “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”, reato punito dall’articolo 603 bis del CP.
Vincenzo Pacileo, procuratore aggiunto, ha rivelato che sono state trovate prove di salari, straordinari e ferie non in linea con quanto è previsto nei contratti di lavoro nazionale. In aggiunta sono state scoperte carenze nelle misure di sicurezza, soprattutto per quanto riguarda i corsi di formazione che insegnano a usare i carrelli elevatori nei magazzini.
Bisogna sottolineare come le indagini siano relative al periodo compreso fra il 2016 e il 2018: dopo di tale data pare che le aziende si siano messe in regola.