Va bene tutto, ma “Ciccione di me**a” non si può sentire: Il buonappetito

Gli haters, i leoni da tastiera, gli odiatori professionisti della rete, se la prendono spesso con i ciccioni

Va bene tutto, ma “Ciccione di me**a” non si può sentire: Il buonappetito

Di gente che sul web mi manda quotidianamente a stendere ne ho a frotte. Anche qui, su Dissapore, ci sono commentatori cintura nera di spernacchio. Ci sta, per carità, siamo in paese libero.

Ma solo ieri mi sono conquistato il primo, vero hater.

[Peggio del foodie, irritante, radical chic e masturbatore, ci sono gli inappetenti che scrivono di cibo]

La vicenda: su Instagram, dove vi segnalo l’account di Dissapore e quello da poco attivo di Massimo Bernardi,  posto un selfie vicino alla sede della Banca Centrale Europea di Francoforte con il commento “Sono venuto a sistemare tutt’iccose”. Non una vera battuta, più una sciocchezzuola leggera, tra l’altro piuttosto bipartisan.

Invece: l’account di tal giovanni_braga87 che corrisponde a tal Giovanni Longo commenta (vado a memoria, perché i commenti non ci sono più): “Ma pensa a mangiare, coglione”. E poi “Ciccione di merda”.

Ora, va bene tutto. Ma “Ciccione di merda” nel 2018 non si può proprio sentire.

[I ciccioni sono i negri del mondo]

Noi diversamente magri abbiamo fatto un lungo percorso di emancipazione per farci accettare dalla società e abbiamo ottenuto tanto: le grandi taglie promosse da Umberto Smaila, i comodissimi vestiti di Marina Rinaldi, anche una certa benevolenza popolare, che vede in noi gente gaudente che s’è liberata dalla schiavitù della taglia 44 (parlo per gli uomini).

Caro Giovanni, insultami quanto vuoi, sono qua apposta.

Ma lascia stare la gente in carne: tanti di loro costituiscono la parte migliore d’Italia. E dell’Europa tutta.