Solarschiscietta: la pausa pranzo riscaldata dal sole

Solarschiscietta: la pausa pranzo riscaldata dal sole

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Ti porti il pranzo da casa in ufficio, adori mangiare all’aria aperta, sei attento alle ultime mode e ti preoccupa l’impatto ambientale? Se hai risposto sì a tutte le domande (o almeno a buona parte) allora c’è una nuova invenzione costruita apposta per te. Si chiama “Solar schiscetta” ed è una lunch box messa a punto dallo studio milanese NormaleArchitettura.

Cosa fa “Solar schiscetta”? Non solo conserva i viveri, ma li scalda prima che vengano mangiati.

Gli inventori, Chiara Filios e Arnaldo Arnaldi, spiegano che “funziona secondo la tecnologia del forno solare: vari pannelli riflettenti concentrano i raggi del sole sul sacchetto trasparente che contiene il cibo, resistente ad alte temperature. Una volta riscaldato il sacchetto viene aperto e il cibo consumato.”

Il segreto sta tutto nei fogli di alluminio e nel fondo nero che foderano la piccola e graziosa scatola di cartone ondulato, il cui nome ricorda i cestini per il pranzo che si usavano negli anni cinquanta (qui in Veneto, si chiamavano “gavette”).

Stando alle prime informazioni bastano pochi minuti per scaldare una porzione di pasta, qualche secondo in più per una fetta di pizza o un secondo di carne. Prima di tornare dietro la scrivania, si getta il sacchetto e si conserva lo scalda vivande per il prossimo pasto.

L’unica dubbio è, che si fa in caso di pioggia? Perché Ugo Fantozzi non è l’unico ragioniere italiano con la sua personale nuvoletta.

[Corriere.it, immagine: NormaleArchitettura]