10 grandi zuffe del 2010, chi ha vinto e chi ha perso

E’ stato l’anno in cui Striscia la Notizia ha attaccato Massimo Bottura, Antonella Clerici e Elisa Isoardi si sono accapigliate per La prova del cuoco, mentre un giornale ha accusato Luca Zaia di “altro tradimento nazionale” per McItaly, il panino di McDonald’s. Dissapore presenta la guida alle zuffe più chiassose del 2010.

(1) STRISCIA LA NOTIZIA VS MASSIMO BOTTURA.

La ciccia | Massimo Bottura, ossessione dei gastrofanatici planetari, trattato alla stregua di un avvelenatore. A tanto si era spinta nel 2009 l’armata di Striscia la Notizia. Allo chef dell’Osteria Francescana andava il conforto di qualche piccolo blog, ma è chiaro che potendo, avrebbe strozzato con le sue mani operose l’inviato Max Laudadio. E invece lo ha baciato, perché lontano dai fornelli un cuoco resta sempre un cuoco, e non è un complimento. Succede tutto (quasi) in diretta tivù, con Bottura che dice “Io la penso come voi” e rinnega l’uso di additivi chimici.

Il verdetto | Accreditato come lo chef planetario numero 6 dalla World’s 50 Best San Pellegrino, destinatario di un trionfale 19,75 — il voto più alto mai assegnato a un ristorante dalla Guida ristoranti dell’Espresso — invocato a ogni latitudine del pianeta, Massimo Bottura è la cucina italiana. E Striscia La Notizia? Strisciacosa?

(2) ALDO GRASSO VS ANTONELLA CLERICI.

La ciccia. Privata della Prova del cuoco per far spazio alla più giovane e sexy Elisa Isoardi, Antonella Clerici deflagra al Festival di Sanremo con ascolti record. Ma l’inflessibile critico televisivo del Corriere Aldo Grasso scrive: “È piaciuta al pubblico perché non sa muoversi, si concia come un Ferrero Rocher gigante e, impalpabile come un paracarro, fatica a padroneggiare la scena. Piace perché è prevedibile in tutto quello che dice e che fa. Vai, Antonella, sei una di noi!” Nel suo piccolo, ci si mette anche Dissapore, per cui la presentatrice non è altro che una Milf.

Il verdetto. Antonella Clerici ha vinto. Nonostante l’effetto nausea causato dai suoi programmi, nel 2010 la nostra tardona di riferimento ha strappato un contratto principesco alla RAI e non contenta, si è ripresa La prova del cuoco. Alla faccia delle sgallettate!

(3) BEPPE BIGAZZI VS GLI ANIMALISTI.

La ciccia. Con la più toscanaccia nonchalance l’esperto di cose gastronomiche (?) Beppe Bigazzi, che già di suo brilla per simpatia quanto una cartella esattoriale, spiega a un’atterrita Elisa Isoradi e al pubblico della Prova del cuoco come si cucina un gatto in umido. Il mondo si divide in due fazioni diseguali, da una parte i pochi fan di Bigazzi secondo cui “i gatti si son sempre mangiati”, dall’altra animalisti e simpatizzanti del “dalli al vivisezionista”. Beppe Bigazzi, dopo anni di onorata militanza, è fuori dalla Rai.

Il verdetto. E’ schiacciante, animalisti e gatti hanno sopraffatto l’anziano gourmet, che a seguito dell’increscioso incidente è sparito dalla Prova del cuoco e dai nostri radar. Così impara a non sapere che in Italia si può dire tutto meno che la verità. Ingenuo.

(4) LUCA ZAIA VS IL GUARDIAN.

La ciccia. Se a un’enigmista servisse la definizione di stupidità, un ministro italiano che fa da testimonial a McDonald’s andrebbe benissimo. E’ capitato a Luca Zaia, il leghista che con il panino McItaly ha provato a sputtanare l’ultimo baluardo nazionale, la cucina. A gridare all’indegnità è proprio Dissapore, rilanciato pensa un po’ dal Guardian, il prestigioso quotidiano britannico, come si dice in questi casi.

Il verdetto. Il McItaly è sparito velocemente dai McDonald’s, e anche Luca Zaia, nel senso che adesso è Governatore del Veneto. Regione di recente tormentata, i cui abitanti chiedono idee meno creative per risolvere i problemi. Con McItaly chi ha perso siamo essenzialmente noi.

(5) PIETRO LEEMANN VS VALERIO VISINTIN.

Il punto era capire una volta per tutte se la spiritosa cucina verde e d’avanguardia di Pietro Leemann, illustre chef del ristorante milanese Joia, sia più che altro fuffa. E pagata cara. Certo, a favore dello cuoco vegetariano non deponeva il nome dei piatti. Raviolo a mano “si presenta come un guanto clinico color naviglio”, sentenzia caustico Valerio Visintin<, Sotto una coltre è “piatto invaso da una sorta di bava schiumosa”. Alle pedate dell’influente cronista dai ristoranti del Corriere, che non sono gesti di crudeltà gratuita ma restano pedate, risponde — curiosamente su Dissapore — propio Leemann. La risposta pacata, in linea con lo zen buddista cui lo chef dice di riferirsi, termina con un tentativo di riconciliazione: “Venga a passare un giorno nella mia cucina, scoprirebbe tante cose e si ricrederebbe su molte altre”.

Il verdetto. Al momento ignoriamo quali siano i rapporti tra le parti, ma la loro sembra una classica sfida finita in pareggio. Entrambi i contendenti nel 2010 sono rimasti quello che erano.

(6) FRANCESCA MARTINI VS I RISTORANTI ITALIANI.

A inizio anno era lo spauracchio di tutti i ristoratori italiani a causa della famigerata ordinanza anti-additivi, spin-off dei morsi feroci dati da Striscia la Notizia alla cucina italiana. Se oggi fatichiamo a ricordarci del sottosegretario alla Salute Francesca Martini è perché la sua ordinanza era un bluff, prometteva di mettere a ferro e fuoco i cuochi molecolari ma era poco più di una burla. Diciamola come sta, la bionda viceministra voleva instillare nei gangli cerebrali degli italiani che in fondo un politico lavora. E per questo la televisione aiuta.

Il verdetto. Non sono sicuro che i ristoranti abbiano vinto nel 2010, ma di sicuro Francesca Martini ha perso.

(7) ANTONELLA CLERICI VS ELISA ISOARDI.

La ciccia. Una sfida affascinante come mangiare pesce crudo con un’epidemiologa moralista. Eppure i link di Dissapore attestano che è durata quanto Lost, con tanto di episodi simil-fetish tipo la Isoardi che minaccia di incatenarsi ai cancelli della Rai se le tolgono La prova del cuoco. Del tutto indifferenti al possibile avvicendamento ci siamo fermamente schierati nel campo di sticazzi.

Il verdetto. Antonella Clerici ha visto ancora. Si è (ri)presa La prova del cuoco e anche lo sfizio riconciliarsi con la rivale per far crescere l’audience dei suoi programmi. Ad Elisa Isoardi Linea Verde e via andare.

(8) DISSAPORE VS DARIO BRESSANINI.

La ciccia. All’improvviso, Dissapore organizza un manifesto per la distruzione di Dario Bressanini. Ma senza una ragione apparente (no, non può essere per un’opinione diversa sugli Ogm). Così pensano tutti che lo faccia per regalare una polemica al lancio di Pane e bugie, il nuovo libro del chimico col pallino della cucina. Perché se c’è una carriera indiscutibile, è quella di Dario Bressanini. Se c’è uno scienziato cui i blog — soprattutto Dissapore — devono ennemila spiegazioni su questo e quell’altro argomento, è proprio Dario Bressanini. Che risentito per il tono acido se ne va sbattendo la porta.

Il verdetto. Dario Bressanini vince a occhi chiusi e con una mano dietro la schiena, sospinto dai buuu di disapprovazione degli stessi lettori di Dissapore che ancora oggi, a distanza di mesi, non capiscono la ragione di tanto accanimento, e non la perdonano.

(9) DAVIDE OLDANI VS LE DONNE.

Davide Oldani, lo chef che vibra, fibrilla, pulsa all’unisono con le regine della casa, risponde a una domanda apparentemente innocua sulle donne che lavorano con lui: “non ci sono donne in cucina perché non ce la fanno“. Il brusio di sottofondo diventa una carica di cavalleria, adesso le signore in sala ripudiano l’ex beniamino. Che prova a giustificarsi con l’esperienza personale, nella sua squadra solo una su 13 è donna. Ma il danno ormai è fatto, uno tsunami di critiche travolge l’incauta dichiarazione che apre uno squarcio sul mondo della cucina italiana, molto più maschilista di quel che sembra.

Il verdetto. Per quanto ami la sua cucina, Davide Oldani è stato ingenuo, o forse solo malinterpretato. L’indignazione delle donne italiane lo ha sopraffatto e ha chiaramente vinto.

(10) IL POLPO PAUL VS I MANGIATORI DI POLPI.

La ciccia. Il talento paranormale del polpo Paul — che prevedendo con precisione molti risultati del mondiale sudafricano è stato il vincitore indiscusso del torneo — ha attirato minacce di morte bipartizan da parte delle squadre sconfitte, incluso gli Stati Uniti e il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad.

Il verdetto. Paul sarà anche morto nello scorso Ottobre, ma non per bocca mano dei mangiatori di polpi, e comunque il suo ricordo è più vivo che mai, vittorioso e invertebrato.

[Crediti | Link: Dissapore, Corriere.it]