Crema pasticciera di Ernst Knam: io contro il Bimby

Confronto tra uomini e macchine, cioè tra la crema pasticciera nella ricetta di Ernst Knam fatta a mano e con il Bimby. Differenze, problemi e soluzioni

Crema pasticciera di Ernst Knam: io contro il Bimby

Ovunque è Thermomix, peggiore traduzione di sempre dopo “Se mi lasci ti cancello”, film cult con Kate Winslet e Jim Carrey.

Sarà per il nome miserabile, ma il Bimby l’ho sempre snobbato. Eppure mi ritrovo qui a scrivere della ricetta della crema pasticcera col Bimby.

Oppure è colpa del purè di mia zia, “Senti che buono questo mastice”, del fatto di dover cucinare alla cieca, con quelle lame sempre in mezzo, e poi a che prezzo, mortacci.

Non mi fraintendete eh, sono contro il luddismo di certi cuochi e posseggo nell’ordine: una planetaria rosso fiammante, un essicatore imponente, una gelatiera a compressore, un cutter da film horror, un minipimer d’acciaio, ho pure l’estrattore di succhi. Il sogno resta l’abbattitore.

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Ma di Bimby manco a parlarne, non me lo sono mai filato. Fino a ieri almeno.

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Il successo misterioso e inarrestabile di questo elettrodomestico mi ha dato da pensare, di fanboy ne è pieno il mondo. Anche gli chef stellati ne hanno uno in cucina, e mica so’ scemi quelli, con tutto il rispetto per mia zia.

Decido di provarlo.

Ma seriamente però, con ingredienti e cronometro alla mano, che a leggere una scheda tecnica basta la scuola dell’obbligo, le chiacchiere si fanno al bar e io bevo troppo caffè.

Uomini contro macchine

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ll Bimby va forte con le salse, dalla maionese tanto decantata alla besciamella per le lasagne. In uno slancio di inaspettata bontà d’animo, sedata la belva ipercritica  che alberga dentro me, decido di testare il giocattolo preso in prestito con una preparazione semplice: la crema pasticciera.

Ma prima di brandire l’arnese e procedere col test dimostrativo, breve parentesi accademica su questo classico della pasticceria. Aria sulla quarta corda – premere play.

Come deve essere

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Aspetto: superficie liscia, lucida, colore giallo uovo
Consistenza: struttura uniforme, cremosa e priva di grumi, non deve cedere liquidi
Gusto: sapore leggero di vaniglia, aroma chiaramente distinguibile, non oppone resistenza al palato e non è farinosa

Problemi comuni

Crema pasticcera bruciata sul fondo del tegame:
accade quando manca il pastorizzatore (chi non ha un pastorizzatore) e si cuoce la crema a fuco diretto.
Cause: fiamma troppo violenta, azione manuale (con la frusta) insufficiente o tegame poco adatto (deve essere di acciaio inox con triplo fondo)

Formazione di grumi:
avviene quando, durante l’aggiunta degli amidi, non si batte a dovere il composto, oppure quando la crema pasticcera cotta viene lasciata scoperta e ferma durante il raffreddamento. In quel caso si forma in superficie una patina spessa, impossibile da riamalgamare.

Perdita di consistenza e formazione di liquido:
succede quando la crema pasticcera non è stata cotta abbastanza e gli amidi non ha avuto il tempo di agglutinarsi (di legare insomma). Contrariamente, una cottura troppo lunga ne riduce la capacità legante.

Sensazione di farinosità sul palato:
è il segnale che la cottura della crema è insufficiente, e si verifica quando si usa esclusivamente farina.

Okay, il ripassino l’abbiamo fatto, quando arriva il momento in cui l’autrice fa a mazzate col Bimby?

La ricetta di Ernst Knam

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“Crema vulcanica”, il pasticciere teutonico la definisce così. Procedura identica a quella di scuola Montersiniana, descritta in questo recente post, che consiste nel versare la mescola di tuorli, zucchero e amidi sul latte in ebollizione. Funziona alla grande, ci si impiega un attimo ed il risultato finale è notevole.

Dunque, ho adattato la ricetta di Ernst Knam all’arnese compatriota, senza modificare ingredienti e dosi, ma attenendomi con rigore alle istruzioni di casa Vorwerk. Scarto a priori l’ipotesi contraria, mi ribello alla dittatura del ricettario rilegato in verde e seguo passo passo la sequenza di bottoni e temperature.

Io e il Bimby ce la giochiamo ad armi pari.

Ingredienti per la crema pasticcera col Bimby

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  • 500 ml di latte intero
  • ½ bacca di vaniglia Bourbon
  • 120 g di tuorli (circa 6)
  • 85 g di zucchero
  • 30 g di amido di mais
  • 10 g di farina di riso extrafine*.

*solitamente la sostituisco con l’amido di riso.

Preparazione col Bimby

Modello TM31, costato quasi 1000 cucuzze, 4 anni di servizio, corpo d’acciaio Made in Germany. Oggi sostituito dal TM5, 1189 euro di upgrade touchscreen, un boccale più capiente e qualche peggioramento.

Plus: funziona anche da bilancia digitale.

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Procedo con la ricetta della crema pasticcera col Bimby con ordine: polpa della vaniglia nel boccale, premo sulla bilancina stilizzata, verso lo zucchero semolato, sigillo col coperchio e regolo il timer: 10 secondi a Velocità Turbo.

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Dopo qualche istante lo zucchero viene sparato contro il tappo, il rumore è infernale, il boccale comincia a fumare come una capanna Sioux.

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È il segnale di fumo del Bimby: mi fa capire che lo zucchero è talmente fine da infiltrarsi tra misurino e foro, alla ricerca della libertà.

Farà male inalare ‘sta roba?

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Certo che per 1000 euro una valvolina o una guarnizione potevate mettercela, cari tirchioni della Forwerk.

Sniffato lo zucchero a velo, è il momento della svolta. Aggiungo i tuorli d’uovo, l’amido di mais, la farina di riso ed il latte. Smanetto con la manopolina del timer: 7 minuti, velocità 4, 90°.

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Basta, finito, non devo fare altro.

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Avvio l’aggeggio e osservo le lucine del termostato illuminarsi come in un’astronave, sento uno strano swoosh che con il trascorrere dei minuti si trasforma in un sinistro cick ciack.

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Ad un tratto il silenzio.

Oddio, cosa sarà successo lì dentro, fatemi passare.

Il segnale acustico, brutto come il clacson della Fiat Panda, mi avverte che la crema pasticcera è pronta.

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Sollevo il coperchio, gocciola del latte evaporato e successivamente condensato, la zaffata di uova è potente ma passeggera.

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Verso la crema pasticcera in una ciotola pulita e copro con pellicola a contatto.

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Risultato finale: crema pasticcera liscia e spessa, perfettamente addensata e lucida. La cottura graduale ha gelificato gli amidi alla perfezione.

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Tempo impiegato: 7′ 10” netti
Stato d’animo: inquietudine mutata in sincero stupore
Fattore disordine: ho 4 pezzi da lavare, boccale, lame, coperchio e misurino.

Nonostante il nome da scemo, questo Bimby ha davvero carattere.

Fatta in casa a mano

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Rossella, caucasica, fresca trentenne, abbastanza abile nel confezionamento di dolci, vale tanto oro quanto pesa (molto).

Che sono capace a far la crema pasticciera l’avete visto più volte, qui trovate il video dimostrativo di una tecnica altrettanto rapida ed efficace. Il super-coso rotante non mi fa paura.

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Prima di passare alla crema pasticcera, trucchetto vecchio come il cucco per separare in un lampo i tuorli dagli albumi: rompete tutte le uova in una terrina e pescate con le dita i tuorli, delicatamente.

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Verso il latte in un pentolino d’acciaio con fondo spesso, immergo il baccello di vaniglia privato della polpa e lascio scaldare sul fuoco.

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Nel frattempo mescolo i tuorli con i semi della bacca e lo zucchero, il composto non va montato, impiego pochi secondi per farlo disciogliere completamente.

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Aggiungo l’amido di mais e la farina setacciati, amalgamo con la frusta.

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Tempo impiegato per terminare questa fase: 1 minuto. Alla faccia di quello là.

Quando il latte è caldo, sollevo il baccello di vaniglia e verso la mescola di tuorli, senza girare.
Il composto si espande e forma una specie di tappo, la faccenda accelera il processo di ebollizione del latte sottostante.

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Cominciano a spiccare le prime bolle, la massa comincia a salire pian piano, a separarsi, è il momento di spegnere il fuoco e girare energicamente con una frusta per almeno 30/40 secondi.

Easy, la crema è pronta.

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Verso il tutto in un nuovo contenitore pulito, continuo a mescolare per portare la temperatura sotto i 50°. Meglio sarebbe far raffreddare il composto in un bagnomaria di acqua e ghiaccio, rende la crema lucida ed evita la formazione dell’insopportabile pellicina.

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Risultato finale: crema priva di grumi, vellutata e densa
Tempo impiegato: 6′ 33”

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Stato d’animo: sollevata e soddisfatta, il timore di attaccare tutto sul fondo è sempre dietro l’angolo
Fattore disordine: Ho sporcato 2 fruste, 1 pentolino, 2 ciotole, 2 contenitori per le pesate.

Confronto Bimby e fatta in casa a mano

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La crema pasticcera Bimby (A).

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Colore: giallo carico, da attribuire ai tuorli. Nonostante abbia utilizzato uova dello stesso brand, la variazione cromatica tra i due preparati è netta (dato ininfluente)
Odore: speziato di vaniglia, debole quello delle uova
Consistenza: quasi gelatinosa, molto soda
Sapore: equilibrato, zuccheri contenuti e buon sapore di vaniglia

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La crema fatta a mano (B)

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Colore: giallo tenue, ma non ci importa granché.
Odore: l’uovo è una punta più arrogante, ma il sentore predominante è quello magico della vaniglia
Consistenza: liscia e cremosa, perfettamente amalgamata, più fluida della sorella meccanica.
Sapore: praticamente identico, si distingue appena.

Conclusioni

Non si è trattata di una gara a tempo, col minutaggio siamo lì, ma con il Bimby le probabilità di combinare un disastro sono pari allo zero.
Affidabilità che solo le macchine ed il tuo cane possono darti.

Ecco, la riuscita praticamente assicurata fa davvero la differenza, di lavare un paio di cianfrusaglie in più non m’importa, né mi pesa dare due giri di frusta in un tegamino.

Insomma, il tritaghiaccio costoso ha avuto la meglio, 1 a 0 per lui. Ma questo successo, seppur inaspettato, non basta a giustificarne il prezzo proibitivo.

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Piaciuto il crash test? A me sì, soprattutto per la doppia razione di crema (è per lavoro!) che mi accingo a divorare.

Affondo il cucchiaino nella prima tazzina, un biscottino d’accompagnamento non sarebbe male, e confabulo su un ipotetico match tra elettrodomestici.

Chissà come se la cava l’aggeggio con i lievitati