Corleone by Lucia Riina: com’è il ristorante della figlia del boss a Parigi

Corleone by Lucia Riina a Parigi: com'è il ristorante che figlia del boss ha aperto da due mesi nella capitale francese

Corleone by Lucia Riina: com’è il ristorante della figlia del boss a Parigi

La famiglia Riina, in società con un francese, proprietario del Griffonier, il bistrot accanto all’Eliseo e al ministero dell’Interno, ha aperto due mesi fa in Rue Daru 19, nell’ottavo arrondissement di Parigi, in zona Arco di Trionfo, il ristorante Corleone.

Non vi sarà sfuggito che il nome è lo stesso del paese siciliano in cui è nato Totò Riina.

E anche il cognome della famiglia che l’ha aperto è lo stesso.

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Non sbagliate, la proprietaria del nuovo locale parigino è proprio Rita Riina, l’ultima dei 4 figli di Antonina Bagarella e del boss mafioso Totò, defunto in carcere nel 2017.

Il Corriere della Sera è andato a vedere com’è questo ristorante dal nome collegato a una storia che ha segnato, nel male, l’Italia contemporanea, trovandolo “ordinato e piacevole, né grande né piccolo, elegante senza strafare”.

Fuori, nell’insegna, campeggiano un cuore, un leone rampante e la scritta “by Lucia Riina”.

La persona che ha accolto il cronista del Corriere, probabilmente il direttore del locale, combattuto tra la voglia di non essere sgarbato e la consegna del silenzio, non è stato di molte parole.

“Gli affari vanno bene, anche se non siamo ancora pieni tutti i giorni. Facciamo la classica cucina italiana, in particolare siciliana, e nel locale siamo tutti italiani”. All’interno sono anche in mostra (e in vendita) i quadri di Lucia Riina, che ama molto dipingere.

Intestataria di Corleone è la società per azioni Luvitopace di Pierre Duthilleul che, come detto, è il ristoratore proprietario del Griffonier. Una posizione poco piacevole la sua: trovarsi in società con la figlia del fu padrino di Cosa Nostra.

Il sindaco di Corleone non ha gradito la notizia, perché accostare il nome dei mafiosi a quello del paese “è devastante”, e si è augurato che la sensibilità suggerisca ai singoli cittadini se andarci o meno.

Nel frattempo, in provincia di Taranto, si augurano che a Michele Misseri non venga in menate di aprire l’Osteria Avetrana.

[Crediti | Corriere della Sera]