Roma: il ristorante che vieta l’ingresso ai bambini

"Il Comandante", titolare del ristorante La fraschetta del pesce di Casalbertone, a pochi chilometri da Roma, ha esposto un cartello che fa discutere: "Vietato l'ingresso ai bambini minori di 5 anni"

Roma: il ristorante che vieta l’ingresso ai bambini

Avete dei bambini? Siete anche persone che, quand’è possibile, frequentano i ristoranti? Le due cose non si pigliano, dovreste saperlo. O meglio, il caso esiste e l’infinita disputa sul tema, gastronomico – e di conseguenza dissaporiano, assume sfumature epiche. O sfiancanti, fate voi.

Stavolta a far discutere è il proprietario del ristorante La fraschetta del pesce di Casalbertone, poco fuori Roma, balzato agli onori delle cronache non per quel soprannome popolare e un po’ dispotico, “Il Comandante”, né per lo slang romanesco con cui è solito arringare i clienti: “Se bene voi magnà alla Fraschetta devi entrà… ma se de corsa stai annà poi pure usci e nun tornà”.

Cos’ha fatto dunque Il Comandante?

Ha esposto questo cartello con tanto di illustrazioni, nel caso le parole non bastassero.

divieto anti-bambini, la fraschetta del pesce

“A causa di episodi spiacevoli dovuti alla mancanza di educazione, in questo locale NON E’ GRADITA la presenza di bambini minori di 5 anni, nonché l’ingresso di passeggini e/o seggioloni per motivi di spazio. Certi della vostra comprensione, si ringrazia anticipatamente la gentilissima Clientela. Il Comandante”.

Comprensione. Fai presto tu, Comandante, a parlare di comprensione.

Il caso è divampato subito, finendo nel breve volgere di qualche ora nei siti della stampa nazionale, e forse al caro Comandante non spiace neanche troppo.

La Fraschetta del pesce

La fraschetta del pesce, lavagna

La fraschetta del pesce

Del resto non è il primo e non sarà l’ultimo ad avere problemi con i bambini.

— Se n’è lamentato Grant Achatz, chef e proprietario di Alinea, ristorante di Chicago saldamente considerato tra i migliori del mondo, dove una cena costa intorno ai 350 dollari a persona.

— Le Calandre, ristorante tre stelle Michelin nel padovano, avverte i clienti di non essere attrezzato ad accogliere bambini sotto gli 8 anni.

— Il ristorante Le Michelangelo di Antibes –Costa Azzurra più esclusiva, cucina italiana, conto gagliardo e sterminata galleria di foto con vip– ha proibito l’ingresso a una famigliola con lattante al seguito.

— Nerio Breghi, patron della pizzeria gourmet Sirani di Bagnolo Mella, vieta l’ingresso agli infanti dopo le 21, con tanto di cartello/divieto.

— Questa invece la proposta della giornalista australiana Sarrah Le Marquand paladina della “bambinofobia” al ristorante fino al punto di proporre: “I bambini vanno portati nei loro ristoranti. Organizziamoli in due tipi. Un tipo per i mangiatori con bambini al seguito. Un altro per chi si rifiuta di soccombere ai minori di 12 anni”.

A dire il vero c’è anche chi si è organizzato:

Al brunch del San Vittore di Milano i pargoli hanno a disposizione animatrice, truccatore, mago e burattini. Al Bar del Fico di Roma i piccoli vengono impegnati a fare collage e cake design. Al Ketumbar giocano e disegnano in un bel contesto e Al Rec 23 si meritano addirittura ponti tibetani e scivoli: il successo è stato tale che si replica anche al sabato.

Ma certo, parliamo di tutt’altro genere di locale rispetto a Alinea o a Le Calandre.

la fraschetta del pesce, divieto anti-bambini

Tornando a La Fraschetta del pesce, Il Comandante, comunque si chiami davvero, ci tiene a chiarire. Non ce l’ha ce l’ha con i bambini, ma con i genitori che non sanno educare i propri figli.

Quando andavo da bambino al ristorante con mio papà, lui mi diceva “Stai buono, se ti muovi ti spacco le gambe”. Oggi invece i bambini fanno un casino. E poi per i passeggini non ho proprio spazio. È proprio una questione materiale, questi passeggini sembrano tutti Suv, occupano un sacco di posti.

Tanti miei colleghi hanno lo stesso problema ma non il coraggio di dirlo. Io invece sono uscito allo scoperto. Tante volte mi è capitato di richiamare i genitori che avevano letteralmente abbandonato i propri figli all’interno del locale.

Ecco, il problema è sempre lo stesso, la maleducazione dei genitori.

La stessa citata dal proprietario del ristorante Barracuda di Baja Sardinia, che dopo aver dato pennarelli e fogli di carta a una bambina di 20 mesi ha addebitato ai genitori il costo della lavanderia per smacchiare tovaglia e tovagliolo di lino ridotti come una pittura impressionista.

Tovaglia ristorante Barracuda

Ora bisogna vedere se la ciurma (con prole e senza prole) s’imbarcherà ancora sul veliero del Comandante.

Nel frattempo, qualche commentatore su Tripadvisor, dove il ristorante del comprensorio romano ottiene recensioni entusiaste, sembra apprezzare:

“Splendida l’iniziativa di non accettare bambini piccoli con pappette, piagnistei e tutto quello che ne consegue“.

(Sì, ma intanto un capo alla questione ancora non si trova: meglio che i genitori rinuncino al ristorante per educazione nei confronti degli altri commensali o che ci vadano sentendosi emarginati?)

[Crediti | Link: Corriere, TripAdvisor, immagini: Repubblica]