Top: i 13 migliori ristoranti del 2017

Classifiche di fine anno su Dissapore, ecco i 13 migliori ristoranti del 2017

Top: i 13 migliori ristoranti del 2017

Tutte le volte che stilo un elenco tipo “i dieci migliori posti dove…” mi sento in dovere di parafrasare Clint Eastwood: “le classifiche sono come le palle: ognuno ha le proprie”.

Tra l’altro questa non è nemmeno una classifica, è un elenco, abbiamo messo dei numeri per rendere più scorrevole la lettura, in realtà l’ordine è squisitamente casuale. Va bene.

Ciò detto ecco quello che segue: i tredici migliori pasti top del MIO 2017. Cioè i tredici posti dove ho mangiato meglio o sono stato positivamente sorpreso. Io. Nel 2017.

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Mancheranno di conseguenza tantissimi locali splendidi in cui magari non m’è capitato di sostare quest’anno (ad esempio l’Osteria Francescana: ci ho pasteggiato in passato, ma mi dicono si stia bene oggi come non mai).

Quelli saranno nel VOSTRO elenco, che vale tanto quanto il mio. Anzi: sono davvero curioso di conoscerlo. Fatevi sotto!

1. Noma, Copenaghen

Se ci sono due cose che odio fare sono l’esterofilo e il modaiolo. Eppure per me il pranzo dell’anno è stato all’estero in un locale di moda: il Noma di Copenaghen, quello di René Redzepi.

Ci sono stato una settimana prima che chiudesse la vecchia sede e nonostante l’incredibile cifra pagata (429 euro) sono uscito con la ferma determinazione che sarei tornato appena avesse riaperto. Infatti ho prenotato per il 28 febbraio.

2. Kresios, Telese Terme (BN)

Questa proprio non me la sarei mai aspettata: Telese Terme è un piccolo comune tra Caserta e Benevento, tutto case costruite a metà e pace. Eppure c’è questa cascina riattata la cui cucina, condotta da Giuseppe Iannotti, sforna uno dei più divertenti e nitidi menù provati quest’anno.

kresios

La creatività è in zona DiverXo –infatti Iannotti e Munoz, lo chef-star spagnolo di quel ristorant, sono amici -, il garbo tutto italiano, a partire dall’enorme talento del sommelier Alfredo Buonanno. Tanta roba.

3. Seta al Mandarin Oriental, Milano

Non ho mai conosciuto alcun cuoco come Antonio Guida: è al comando di una delle corazzate italiane della cucina –il lussuosissimo ristorante Seta del lussuoserrimo albergo Mandarin Oriental– ciononostante è una persona di un garbo, di una gentilezza, di una flemma mai viste.

E fa una cucina così: elegantissima e garbatissima. Il pranzo da lui mi ha regalato due ore di puro conforto. Ogni tanto abbiamo bisogno di schiaffi. Qui si viene per le carezze.

4. Tickets, Barcellona

Non sono esterofilo né modaiolo ma da Tickets –una delle manifestazioni dei fratelli Adrià nel loro cluster di locali a Barcellona, ElBarri– mi sono divertito come un matto.

La cena è partita piano, ma a un certo punto ha preso un’accelerata incredibile, culminata in una zampona di king crab (granchio reale) cotta nel Josper (forno a brace) e terminata nella sala “Disney”: ti fanno alzar da tavola e accomodare in una nuova stanza dedicata ai dolci e ambientata nel mondo di Willy Wonka.

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Un equilibrio di kitsch e fico che riesce solo agli spagnoli.

5. Piazza Duomo, Alba

Quest’anno sono stato due volte a Piazza Duomo e una è stata letteralmente indimenticabile: lo chef Enrico Crippa dedicava un menù all’artista Marina Abramovic.

Enrico Crippa, Piazza Duomo

Una cosa folle e spiazzante: un grande cuoco che per i propri piatti trae ispirazione dalle performance di un’artista che ha tratto ispirazione da eventi terribili. Una cosa lirica e spaventosa nello stesso tempo. Non per tutti. L’altra volta invece puro piacere senza riflessioni metafisiche. Sempre uno dei migliori posti ever.

6. S’Apposentu, Siddi

Il pranzo da Roberto Petza non è stato un semplice pasto, è stata un’avventura. Venire qui, nel cuore dell’isola, tra tombe dei giganti e nuraghe, tra ulivi secolari e costruzioni millenarie vuol dire entrare nel mito, in un mondo primordiale, pre-civile.

S'apposentu

Poi il ristorante è non solo civilissimo, anche elegante e creativo e i piatti raffinati. Ma i sapori sono quelli di secoli fa. Il fieno, il sale, il fumo, il legno, la bestia. Un’esperienza epica.

7. Estimar, Barcellona

Non sarò esterofilo né modaiolo ma al terzo locale all’estero e di moda devo dedurre che forse sono esterofilo e modaiolo. Estimar è stata la cena più goduriosa dell’anno.

Una sala semplice, attorno a te ghiaccio con molluschi e crostacei e i cuochi –capitanati da Rafa Zafra– che te li preparano alle spalle, con poche semplici mosse, cotture minime, abbinamenti essenziali. Per chi ama conchiglie, scampi & Co, senza paragoni.

8. Attimi di Heinz Beck, Roma Fiumicino

Può sembrare strano che ci sia il ristorante di un aeroporto in questa lista, ma quando mi sono seduto da Attimi –il concept del celebre cuoco tedesco-romano dentro l’aeroporto di Fiumicino– pensavo come spesso capita in queste situazioni di mangiar mediocremente pagando un pacco.

Invece ho mangiato piatti squisiti, semplici ma nitidi come quelli di un grande locale e spendendo meno di 50 euro. Fare alta ristorazione per tanti è possibile.

9. La Madernassa, Guarene d’Alba

Complice la vicinanza a casa, a La Madernassa sono tornato più e più volte. Sarà che ha una bella terrazza sulle Langhe. Sarà che ha la piscina. Sarà che ha le camere.

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Sarà soprattutto che a mio modestissimo avviso Michelangelo Mammoliti è uno di quei cuochi italiani che faranno tanta, tantissima strada.

la madernassa

Il segreto? Esser cresciuto professionalmente in Francia. C’è niente da fare: all’estero ci si applica con un’abnegazione che qua ha pochi eguali e si vede poi nei piatti, super-tecnici, precisissimi. Poi fa tutto un lavoro sull’orto e sui fermentati e bla bla bla con cui non v’annoio. Venite prima che faccia così strada da non riuscire più a stargli dietro.

10. La Buca, Cesenatico

D’un tratto, una sera, a Cesenatico, sul canale saturo di pescherecci, quando meno me l’aspettavo ho fatto una cena squisita da Stefano Bartolini. Le cose inattese sono le più belle e dunque m’è rimasta impressa quella serata in un locale bello ma non di moda, buono ma non trendy.

Il cuoco Gregorio Grippo è da decenni un signore tranquillo che se ne sta rintanato in cucina. Eppure quella sera mi ha preparato una cena di pesce squisita, con materie prime impeccabili.

11. Noi Restaurant, Bergamo

Da Noi ci siamo arrivati proprio per caso: eravamo a Bergamo e un amico ci ha consigliato (con me anche l’eroina di Dissapore Sara Porro) Noi, ristorantino appena fuori dalle mura.

Era estate e siamo entrati senza aspettative, ci siamo accomodati nel bel cortiletto e lì è arrivata la sorpresa: uno dei pranzi più intriganti degli ultimi tempi, con piatti ricchi di suggestioni –anche esotiche– ma sempre misurati. Freschezza e golosità. Bella storia.

12. Essenza Ristorante, Milano

Ma porc… Non faccio in tempo ad andare finalmente da Boer che se ne va lui. Dopo aver assaggiato tante buone cose sue in vari appuntamenti, qualche mese fa finalmente vado a mangiare dal cuoco olandese-genovese (ha il solo grande difetto di essere genoano).

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E il pranzo è memorabile e goloso. Ho fatto giusto in tempo a godermelo. Ma sono arcisicuro che presto assaggeremo di nuovo i piatti di quel genoano di Boer in un posto altrettanto piacevole.

13. Marsupino, Briaglia

Di nuovo una grande sorpresa. Al ristorante Marsupino mi ci manda Osterie d’Italia per recensirlo. È un posto molto famoso, ma non c’ero mai stato. E quel che trovò non è un’osteria.

È un ristorante elegante, super classico, con piatti tradizionali ma per-fet-ti. Perfetti. Squisiti. È una cantina da urlo. È un sommelier preparatissimo. Tanta robba.