Si chiama Condividere by Lavazza il ristorante di Ferran Adrià a Torino

Si chiamerà Condividere by Lavazza il primo ristorante italiano di cui Ferran Adrià sarà consulente per il partner storico e gigante italiano del caffè. Lo chef residente sarà invece Federico Zanasi

Si chiama Condividere by Lavazza il ristorante di Ferran Adrià a Torino

“Il passato è fondamentale per comprendere il futuro e deve essere chiaro che noi ora mangiamo e condividiamo innanzi tutto conoscenza”

Per questo sarà “Condividere” by Lavazza il nome del nuovo, atteso ristorante che Ferran Adrià –padre della cucina molecolare e titolare dello storico El Bulli di Roses, a nord di Barcellona, chiuso nel 2011–  aprirà come consulente a Torino, come raccontato oggi dal Corriere della Sera.

I lavori di ristrutturazione procedono spediti nella “cattedrale”, l’ex centrale Enel situata accanto al Palazzo Nuvola, attuale sede del partner storico di Adrià, cioè Lavazza, e con tutta probabilità già nel 2018 Torino avrà il piacere di assistere all’inaugurazione del nuovo locale del geniale cuoco iberico.

E lo chef che avrà la responsabilità di guidare il “ristorante italiano di Adrià” sarà il 41enne Federico Zanasi, modenese, già al ristorante Amerigo 1934 a Savigno, vicino Bologna, poi collaboratore di Moreno Cedroni a La Madonnina del Pescatore di Senigallia, e diventato nel 2013 executive chef del ristorante annesso all’hotel “Principe delle stelle” di Cervinia.

La progettazione del locale al primo piano del palazzo Nuvola è stata affidata all’architetto Cino Zucchi, e prevede esterni avveniristici totalmente in vetro, mentre gli interni saranno firmati dallo scenografo premio Oscar Dante Ferretti.

Un progetto grandioso, per Adrià, che ha scelto proprio Torino, e l’Italia, quale sede per la sua prima esperienza fuori dalla Spagna, dove coniugare cucina e convivialità.

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“L’idea di “Condividere” –dice Adrià– proporrà un’esperienza “compartida” di alto livello, in un ambiente in cui sentirsi a proprio agio, e stare bene insieme. Sarà un modo di intendere la gastronomia che mette al centro l’uomo e le sue esigenze di socialità, di condivisione, ricerca della qualità e amore per il cibo”.

Una grande responsabilità, quindi, per lo chef modenese, essere protagonista dell’ambizioso progetto:

“Ho dovuto mostrare ad Adrià tutta la mia determinazione e la voglia di sorprenderlo. Per circa due anni sono stato con lui in Spagna, per essere testato e formato a 360 gradi in tutti gli aspetti della ristorazione”, racconta Zanasi, che ha convinto Adrià con la sua capacità di creare piatti innovativi partendo da ingredienti semplici, poi valorizzati con una tecnica perfetta.

“Una volta –ricorda Zanasi– ho preparato per lui una zuppa di cipolla in tazza, rinnovando la ricetta antica nell’ottica della leggerezza: ne è rimasto conquistato”.

Il nuovo locale sarà, improntato sulla filosofia della “food democracy”, ovvero della cucina di alto livello abbinata al convivio e alla condivisione: “il cliente dovà sentirsi libero di scegliere. Per questo non  ci sarà un menù degustazione ma le portate saranno appoggiate al centro dei tavoli, come in un pranzo della domenica”, continua Zanasi.

Sul menù, ciò che si sa al momento è che verranno impiegati ingredienti locali, interpretati con ricette dal respiro internazionale: “Per arrivare a questo risultato con Ferran, nel laboratorio di ricerca alimentare ospitato dalla fondazione El Bulli, abbiamo studiato –seguendo il metodo Sapiens da lui ideato– tecniche e  preparazioni a partire dall’antica Roma”.

Il nuovo locale avrà un’area di circa 500 metri quadri, e comprenderà uno spazio interamente dedicato ai dolci e al caffè: “Questo ristorante – dice Giuseppe Lavazza, vice presidente dell’azienda –sarà un coraggioso esperimento al servizio del gusto, dell’allegria, della condivisione, dell’ospitalità e del talento gastronomico, pur restando sempre, come nella migliore tradizione Lavazza, accessibile e alla portata di tutti”.

La curiosità per il primo ristorante italiano di Adrià by Lavazza è forte:  non resta quindi  che aspettare il 2018.

[Crediti: Corriere della Sera, Dissapore]