Ponte del 1° maggio: 5 ristoranti da provare a Venezia nonostante tutto

Ponte del 1° maggio a Venezia: 5 ristoranti dove mangiare bene spendendo il giusto nella città dei conti scandalosi e delle fregature

Ponte del 1° maggio: 5 ristoranti da provare a Venezia nonostante tutto

Venezia e i ristoranti: ci eravamo lasciati con un conto scandaloso rifilato a un gruppo di turisti giapponesi incappati nel locale sbagliato, quell’Osteria da Luca che è diventata il simbolo della ristorazione veneziana nel mondo, malata di prezzi alti e fregature.

Venezia e i ristoranti: ci torniamo nel giorno dei tornelli sul ponte di Calatrava e all’ingresso di Lista di Spagna, i nuovi varchi voluti dal sindaco Luigi Brugnaro per arginare l’onda di arrivi prevista nel ponte del 1° maggio: 120.000 turisti che stanno per invadere il centro storico.

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Siamo a Venezia per suggerirvi 5 ristoranti da provare nonostante tutto, piccole sacche di resistenza che garantiscono piacere, vera accoglienza e un corretto rapporto qualità-prezzo. Ci riusciremo?

Zanze XVI

Fondamenta dei Tolentini 231, Santa Croce

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Una cordata di imprenditori, per di più amici. Un cuoco con raffinate esperienze parigine. Un menu che cambia ogni giorno. Forse ricorderete, di recente ne abbiamo parlato in quanto primo locale ad accettare pagamenti in Bitcoin, la criptovaluta più famosa al mondo.

[Zante XVI a Venezia: il modo migliore di spendere i vostri Bitcoin, probabilmente]

Zanze XVI, a pochi passi da Piazzale Roma e dalla stazione ferroviaria –primo punto a favore–, è un esempio felice di come la ristorazione veneziana possa rinnovarsi avvicinandosi alla dimensione bistrot ma senza scimmiottare i cugini d’oltralpe.

Non basta. Generato dalla collaborazione tra Nicola Dinato, chef del Feva, ristorante di Castelfranco Veneto con stella Michelin, e lo startupper Nicola Possagnolo, dimostra che si può dare nuova linfa a locali centenari senza per forza finire nella spirale dei bacari.

In cucina c’è Luca Tartaglia: neanche trent’anni e un curriculum da brivido che mette insieme “Le Gavroche” di Londra e l’Astrance dello chef Pascal Barbot, uno tra i migliori ristoranti francesi, tre stelle Michelin.

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Lo spazio ridotto del locale è stato trasformato in un punto di forza: arredi semplici (i tavoli sono ricavati dalle bricole, i pali lagunari che indicano la navigazione), niente tovaglie, ampie vetrate affacciate alla fondamenta, servizio informale e cucina a vista. Soprattutto un menu che vista l’impossibilità di stoccare gli ingredienti, spinge sulla creatività.

I piatti cambiano in base alla spesa quotidiana, l’uso insolito delle spezie è un tratto comune, un altro è che siamo distanti da sarde in saor e baccalà mantecato.

La mano di Tartaglia è buona e la supervisione di Dinato, sensibile ai temi della biodiversità, illuminata. Lo sguardo non si ferma per forza agli orti lagunari ma va oltre, fino all’entroterra: il buono non è solo ciò che è vicino.

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Piatti da provare

Crema di patate e acciughe con finto caviale (roveja –simili a piselli selvatici, croccanti– e nero di seppia), fusilli al farro con bisque di gamberi e mandarino, cui la nota agrumata dà carattere, tarte tatin con crema di mandorle e vaniglia, dolce senza esagerare.

Se si voleva riunire in un solo locale cucina stellata a prezzi accessibili con servizio rilassato in un contesto informale, l’obiettivo è stato raggiunto.

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Prezzi

I menu sono tre. “Mare2: 5 portate, 70 euro vini esclusi; “Terra”: 5 portate, 55 euro vini esclusi; “Anima”: 8 portate a 80 euro. A questi si aggiunge la proposta del mese –4 portate a 50 euro– e quella quotidiana: 25 euro per due piatti, un calice di vino e il caffè.

Nevodi

Via Garibaldi 1788, Castello

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La zona è quella del sestiere “popolare” di Castello, risparmiato dal turismo di massa. Aperto da circa un anno e mezzo, i Nevodi, in dialetto, i nipoti (il proprietario, nel suo locale precedente, era per tutti “lo zio”) ha conquistato fiducia da parte dei veneziani e giudizi positivi.

Merito dei giovani gestori che hanno puntato sia sulla cucina –misurata, priva di azzardi– che sul servizio cordiale e curato.

Piatti da provare

Antipasto con tris di baccalà o misto di pesce; tortelli ripieni al baccalà; paccheri ai gamberetti e pesto di pistacchio; grigliata mista di pesce e frittura, in porzioni generose.

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I tavoli sono una dozzina o poco più, gli arredi dimostrano intelligenza e buon gusto con riferimenti allo stile industriale.

Tenete presente l’indirizzo in vista della prossima biennale di Architettura per mettere a tacere i languori che mettono le città d’arte. Prenotate con ampio anticipo.

Prezzi:

In media per 3 portate, vini esclusi, si spendono circa 50 euro.

Osteria alla Frasca

Corte Carità, Cannaregio, 5176

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Sembra di trovarsi in un set ambientato nella Venezia da cartolina di metà Novecento. La Frasca è “cucina tipica” tutta sostanza e niente concessioni ai turisti, ma semplice voglia di fare le cose bene.

Rilevata da Bruno Natural nel 2012, viene riportata alle origini cioè a quando –nel 1903– era una schietta osteria con rivendita di vino. Oggi ci trovate i tipici arredi in legno del passato e un’accoglienza calorosa poco frequente a Venezia.

Piatti da provare

A tavola ci sono i grandi classici, fatti con cura: tradizionali il baccalà mantecato con polenta e la frittura mista, mentre chi è in vena di sperimentare provi le capesante agli agrumi con chips di patate croccanti, la tagliata di piovra su crema di patate viola e i ravioli di ricotta con calamarata.

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Lo spazio che ha in tutto una ventina i coperti è minuscolo: meglio prenotare soprattutto d’inverno. Anche se andarci d’estate, accomodandosi all’aperto sotto la frasca che dà il nome al locale con un calice di prosecco, è un’altra cosa.

Prezzi

Gli antipasti costano tra i 14 e i 20 euro, i primi piatti tutti 15 euro, i secondi dai 22 ai 24 euro.

Osteria Giorgione

Cannaregio, 4582/a

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Siamo in Campo Santi Apostoli, il ristorante appartiene al complesso dell’Hotel Giorgione, la cui storia risale alla seconda metà dell’Ottocento, quando si chiamava Hostaria di Santi Apostoli.

L’ampliamento e il restauro aggiungono l’Osteria, la cui cucina è nelle mani di Serghei Hachi, chef di origini russo-moldave, che ha deciso di stabilirsi a Venezia dopo essere passato per alcuni locali della città, compreso Vinaria.

La ristorazione alberghiera in laguna vi fa pensare a tristi lasagne, cotolette dure come suole e insalate agonizzanti? Beh, preparatevi a tutt’altro.

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La mano, abile e misurata, è da applausi, valorizzata dagli impiattamenti. La cucina tradizionale modernizzata che domina il menu non impedisce allo chef di accostarsi prodotti allo stile giapponese, che ama molto.

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Piatti da provare

Piatti di carne e pesce con influenze nipponiche e cenni danesi. Su tutto vale la pena assaggiare: gambero in pasta kataifi e guacamole di mango; ravioli di baccalà con fumetto di pesce e verdure agrodolci; filetto di branzino in crosta di olive taggiasche (con funghi e spuma di pomodoro pachino); tagliata di pesce spada al sesamo nero con salsa teryaki e purè di patate viola.

Ci sono sia l’antipasto di laguna che il risotto al nero di seppia. C’è anche uno sguardo ampio e curioso al di fuori di Venezia.

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Prezzi

Si può scegliere alla carta o seguendo i tre menu degustazione, da tre, cinque o sette portate. Il costo è rispettivamente di 55, 75 e 95 euro. Alla carta: 3 portate costano 65 euro circa.

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Calle Tron 1131, San Marco

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La zona, pochi passi da piazza San Marco, farebbe temere agguati a base di pasta precotta e lavoro al ribasso sulla scelta degli ingredienti.

Non è così.

Riscattato dal passato, quando era un’anonima mensa, il locale di Giovanni Mozzato conta su una squadra di collaboratori capaci: la cucina è nelle mani di Davide Scarpa e Leonardo Bozzato che si allontanano dai cliché gastronomici della laguna per una cucina italiana basata su materie prime ineccepibili.

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Piatti da provare

Il menu, che cambia ogni mese, alterna carne e pesce: da premiare la scelta di proporre pochi piatti (quattro antipasti, quattro primi e quattro secondi), per garantire stagionalità e freschezza.

Note di merito per la presentazione dei piatti inclusa la temperatura di servizio, spesso trascurata e qui rispettata.

Sono da assaggiare una carbonara di pesce che ricorderete a lungo; capesante con maionese di acciuga, pomodoro confit e puntarelle; branzino con topinambur e pesto alle alghe.

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L’ambiente, molto accogliente, conta una trentina di posti all’interno e venti all’esterno.

Prezzi

Sia gli antipasti che i primi piatti costano circa 25 euro, i secondi piatti oltre 30 euro.